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 Dampyr: tra vampiri e folklore affascinante
 Intervista a Mauro Boselli
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Mauro Boselli
Era il lontano aprile 2000 quando comparve in edicola un nuovo fumetto targato Bonelli, con un episodio intitolato Il figlio del Diavolo. Era evidente che, per le ambientazioni, per la coralità del racconto, per le tematiche affrontate, si trattava di qualcosa di completamente nuovo nell’ambito delle produzioni della casa editrice milanese, ma anche in generale nel campo dell’arte sequenziale. Stiamo ovviamente parlando di Dampyr, serie creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, che non solo è una delle più longeve nel sottogenere vampiresco (e horror-fantastico in generale), ma anche una delle migliori produzioni fumettistiche a livello mondiale (non a caso è tradotta in numerose lingue). Ora, a più di vent’anni dall'esordio, Dampyr è diventato anche un film, la cui uscita in sala è stata annunciata per il 28 ottobre prossimo (annuncio arrivato poco dopo questa intervista). Per accompagnare l’evento la Bonelli ha pubblicato una miniserie che racconta le origini di Dampyr, e nell’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con uno dei due creatori, nonché principale sceneggiatore, ovvero Mauro Boselli.

Catafalco: Si è da poco conclusa la storia in quattro parti sulle origini di Dampyr. Come è nata questa grande saga? Avevate delle particolari esigenze narrative? Che accoglienza ha avuto presso i lettori?

Mauro Boselli: Innanzi tutto la saga è nata per un motivo ben preciso: doveva uscire il film di Dampyr. Del film non ho ancora notizie precise, ma è possibile che esca quest’autunno: lo sapremo tra pochi giorni. Quindi, in teoria, avrebbe dovuto accompagnare l’uscita del film, però essendo stata l’uscita in sala ritardata per motivi di pandemia, alla fine ho deciso di far uscire la saga questa primavera per esigenze di programmazione.
Per esigenze contenutistiche, invece, c’erano alcune cose da spiegare sui rapporti interpersonali tra i protagonisti, cose che forse erano rimaste tra le righe, che magari alcuni lettori avevano intuito, ma altri no. Quindi abbiamo preferito spiegare quale fosse, per esempio, il rapporto tra Draka senior e Caleb Lost, ignoto almeno fino all’albo Il cavaliere di Roccabruna, che era uscito a colori l’anno scorso. In effetti, l’ingresso di Caleb Lost nella serie nel numero 5, dopo l’arrivo di una missiva misteriosa al nostro eroe, era rimasto altrettanto misterioso, enigmatico, cioè non sapevamo come e perché Caleb avesse deciso di prendere il nuovo Dampyr nella sua schiera, come suo aiutante, perché fino a quel momento Caleb era un solitario amesha in lotta contro il male. Dampyr 266 Adesso abbiamo scoperto che tra Caleb e Draka senior c’era un rapporto che risale all’epoca della Guerra dei Trent’anni, quando Draka intuisce il suo amore per l’umanità dopo la perdita della donna da lui amata, Fortunata, e quindi lì nasce l’ulteriore evoluzione del personaggio di Draka, che desidera avere un figlio da Fortunata, e che poi accantona questo suo progetto. E dunque scopriamo anche che il motivo per cui Draka voleva un figlio, non era soltanto procurarsi un’arma – come pensava lo stesso Harlan – per combattere i suoi nemici all’interno della famiglia dei Maestri, ma era anche un motivo legato all’amore: lui amava Fortunata, come poi amerà Velma.
Queste cose potevano essere narrate solo in questo modo, credo: in una chiacchierata tra i principali protagonisti e facendo vedere alcune scene, come l’incontro che era stato già in parte visto tra Draka e Velma, la madre di Harlan, attraverso cui capiamo di più sulla personalità del padre di Harlan. La morte di Fortunata era invece già stata raccontata nella storia I lupi mannari, che giudico uno degli albi migliori della serie, grazie ai disegni splendidi di Majo. Inoltre intuiamo anche che – cosa già vista in altri episodi, come La casa di Faust e altre storie praghesi – il rapporto tra Nikolaus e Caleb, all’inizio di rivalità, poi diventerà addirittura di amicizia e alla fine chiaramente di alleanza. Quindi sono cose che erano sotto sottotraccia fin dal numero 1 – o dal numero 5 che inizia il ciclo praghese, se vogliamo – che finalmente andavano spiegate con chiarezza, e anche con una certa commozione degli stessi protagonisti.
Quindi spero che agli appassionati che hanno avuto la pazienza di seguire Dampyr fin qui, e non sono moltissimi perché la serie è molto lunga – ormai siamo arrivati a 280 numeri – e anche complessa, questo sia stato gradito.

C.: In effetti vi si riallacciano molti dei fili narrativi di tutta la saga, di cui è sicuramente un capitolo importante.
M. B.: Sì. E poi c’è anche una prima avventura, una lotta contro dei cattivi avversari umani, che lega assieme i tre eroi, che altrimenti dal numero 4, quando combattono contro Vurdalak, sembravano già affiatati. Ma bisognava – questa era una necessità dell’epoca – entrare subito in medias res nella serie: le serie Bonelli non possono aspettare prima di decollare, e Dampyr doveva decollare subito. Ora abbiamo avuto la possibilità di far vedere la nascita del loro rapporto, la fiducia che si instaura tra loro, l’addestramento che Kurjak impartisce ad Harlan, alcuni scrupoli morali, a volte rientrati e a volte no, nell’uccidere gli avversari, e così via. E anche il rapporto di Tesla, ex non-morta altrettanto feroce, con gli altri non-morti e con gli esseri umani, che adesso ha deciso invece di proteggere.

C.: Effettivamente in questa saga è ben evidenziato il passaggio dal conflitto dei personaggi tra luce e tenebre alla scelta definitiva del bene.
M. B.: Certo.

C.: Questa saga verrà edita in qualche formato speciale?
M. B.: Non lo so, anche perché è molto lunga… forse in futuro, ma non in tempi brevi.

Dampyr 267   Dampyr 267

C.: Il vampiro è un personaggio che ha il pregio di poter essere calato in qualsiasi periodo storico. Le avventure raccontate in Dampyr spesso si svolgono in parte nel passato. Oltre a quelle già viste, ci saranno altre epoche storiche a fare da ambientazione per le storie future? Penso, ad esempio, a qualche veloce accenno al periodo in cui i Maestri erano appena giunti sulla Terra: ci verrà raccontato il loro arrivo?
M. B.: No, perché questo è già stato in parte raccontato, anche in una recente avventura che riguarda Azara, per esempio, o in altri casi: si vedono solo brevi stralci del loro passaggio sulla Terra. Ma sinceramente mi sembra relativamente interessante. Io non sono d’accordo con quelli che fanno eziologia, cioè ricerca delle cause originarie, per cui fanno vedere l’origine della dinastia dei Draghi, o addirittura l’origine dell’anello di Sauron. Queste storie – mi riferisco a questi due fenomeni letterari – fanno parte di un flash-back che funziona come flash-back. Se ti metti a raccontarlo, va bene, tutto si può fare: lo sto facendo anch’io adesso con Tex Willer (la serie Tex Willer, in cui racconto le origini di Tex). Però ci sono dei rischi: il rischio è di togliere l’alone del mito alle vicende. Quindi alcune si possono narrare, altre è meglio di no.
Dampyr 197 - Mangiantini Per esempio, abbiamo scoperto che il saggio Dagda era l’illuminato tra i Maestri, l’unico scienziato dei Maestri che sopravvive, nonostante la sua anzianità, al viaggio interdimensionale. Però in una storia recente abbiamo saputo che ha degli allievi, come Azara. Quindi riaffronteremo questo tema, vedremo la ricerca che Azara da una parte e Harlan dall’altra fanno, insieme a Dolly MacLaine e gli altri, dei frammenti del calderone di Dagda, in cui c’è la conoscenza dei Maestri, e ci sarà una lotta per trovarli. Tra l’altro questa serie è molto complessa, e un altro dei discendenti, come si scopre a un certo punto del ciclo di Artos, era Sho-Huan… non te lo ricorderai, ma è talmente complessa questa serie che io stesso ogni tanto mi dimentico qualcosa. Sho-Huan era cattivo anche se era un discendente di Mordred, e anche lui avrebbe dovuto partecipare alla ricerca dei frammenti del calderone. Ma, guarda caso, poi succedono delle cose, per il modo in cui scrivo io le avventure: Sho-Huan è morto prima. Quindi Sho-Huan non parteciperà. È un peccato. Adesso me ne pento, adesso è morto, ma d’altronde non è colpa mia: è morto… è successo, gli eventi sono precipitati. Quindi lui non parteciperà alla ricerca, ma parteciperanno sicuramente, la Maestra Azara, Amber, Harlan, Dolly McLaine, il demone Vassago e chiaramente la nuova capa del Servizio Segreto dell’Inferno, cioè Lady Nahema. Ne dovremmo vedere delle belle, se avrò la forza di scrivere questa nuova saga.

C.: Praticamente hai anticipato la mia prossima domanda sulle future svolte narrative di Dampyr
M. B.: Guarda, nello speciale che uscirà in autunno, il nuovo Speciale Dampyr dedicato a Charles Moore, cioè il piccolo Dampyr, ci sarà già un accenno di questo sviluppo futuro. Vedremo Charles Moore in azione per la prima volta come Dampyr, anche se è molto piccolo avendo ancora dodici anni, e intuiremo qualcosa degli sviluppi. E poi ci sarà naturalmente il ritorno di Taliesin in una saga che sta disegnando in questo momento Dario Viotti, con l’aiuto di Laurenti e Genzianella, e anche lì scopriremo qualcosa su questa nuova sottotrama.

C.: Accennavi al film di Dampyr, di cui hai già detto che sai poco… hai comunque qualche antipastino, una news, un aneddoto da poter condividere con i nostri lettori?
M. B.: Magari tra dieci, quindici giorni o un mese avrei potuto dirti qualcosa. Ti posso dire che la lavorazione si è svolta in gran parte in Romania, forse questo non lo si sa: proprio la terra dei vampiri. Le maestranze erano rumene. E che i tre protagonisti sono formidabili, tutto qua.

C.: Si sono visti in rete i poster e qualche foto promozionale: sembrano rispecchiare bene l’atmosfera del fumetto…
M. B.: Questo è vero, te lo posso confermare.

C.: Si saprà qualcosa magari per Lucca Comics?
M. B.: Mi auguro, questa è l’idea. Se invece non esce a Lucca, prima o poi uscirà, e quindi ne parleremo allora.

C.: Su internet gira voce che l’uscita sarà probabilmente tra fine ottobre e inizio novembre.
M. B.: L’ho letto anch’io su internet…

C.: Torniamo a parlare del fumetto. Il livello dei disegni di Dampyr è sempre molto alto, raggiungendo a volte il livello del capolavoro grafico. Secondo qualcuno addirittura soffre un po’ il formato bonelliano, tant’è vero che di tanto in tanto voi avete ripubblicato delle storie in grande formato [tre in tutto finora: Il figlio del diavolo, Il santo venuto dall’Irlanda e il crossover Dylan Dog & Dampyr, ndr]. A fine settembre è in uscita il quarto grande volume, che riproporrà il primo Dampyr Color: ci sarà qualche contenuto extra rispetto all’albo originale?
M. B.: Non lo so, anche perché in questo caso non me ne occupo io. Sarà impaginato diversamente, sarà sicuramente più bello da vedere, la carta sarà migliore. Sì, ci ho lavorato anch’io, però non ho aggiunto personalmente dei pezzi. Spero che l’albo, quando uscirà, valorizzerà la bellezza dei disegni di tutti gli autori, ma soprattutto degli illustratori ospiti che hanno realizzato per la prima volta delle storie per noi.
Pensandoci meglio… sulla ristampa del Dampyr Color – La biblioteca dell’orrore, ci saranno effettivamente le pagine di sceneggiatura mie, di Giusfredi e di Maurizio Colombo. Due o tre, insomma, tanto per dare l’idea. E un articolo di Giusfredi: avevo dimenticato l’articolo di Giusfredi!

C.: E ci saranno altre edizioni in grande formato in futuro?
M. B.: Non ne ho idea, perché non sono io che mi occupo dei libri. Ascolto i progetti e poi collaboro, ovviamente. Per esempio, i brossurati di Dampyr raccolgono delle storie già uscite, in genere le storie le scelgo io quando mi dicono: “abbiamo bisogno di un altro volume”. Per quanto riguarda il grande formato, sono usciti i primi due numeri in una buona edizione, c’è poi lo speciale numero 1 a colori (che però è un albo particolare), e poi quello con l’ambientazione di Lucca, con Paolo Barbieri e gli altri, Il santo venuto dall’Irlanda: quella è stata un’occasione legata proprio a Lucca, sia come trama che come autori, perché avevamo autori che avevano precedentemente fatto una mostra a Lucca. Ed era una bellissima mostra, quella, e m’ha ispirato. D’altronde ho altri progetti del genere, anzi ne ho più di quanti posso farne, ti posso dire. Anche per quanto riguarda Dampyr – scrivevo in questi giorni sul forum – io e Giusfredi avevamo in mente, ormai da sei anni, una miniserie di Tesla. Ma non l’abbiamo fatta. Però non è escluso che magari, come abbiamo fatto in questa Dampyr – le origini, potremmo metterla all’interno della serie mensile.
In ogni caso, per il momento non è previsto altro in grande formato. Potrei anche proporlo, però in questo momento già sto preparando mentalmente il prossimo brossurato, e quindi non so… il mercato librario è quel che è, non possiamo far uscire più di uno-due libri di Dampyr all’anno, già di Tex ne facciamo uscire al massimo quattro-cinque… e stiamo parlando di Tex!

C.: Ritornando al passato, c’è qualcosa di Dampyr che oggi non rifaresti allo stesso modo?
M. B.: No, tutto sommato no, va bene così. Devo dire che ci sono poche sbavature. Considerando la complessità della trama, ho anche in genere corretto un paio di sbavature, di errori, di dimenticanze, le ho poi sistemate nei numeri successivi spiegando il motivo. Ma sono due su milioni che ci potrebbero essere, per questo sono piuttosto soddisfatto. Io, che dimentico le cose di tutti i giorni, invece sulla serie faccio pochi errori generalmente, e quindi son contento. E non è da poco, perché tutte le altre serie complicate hanno sempre degli svarioni terrificanti, che io noto come lettore.

C.: Credo che questa coerenza sia uno dei tanti punti di forza di Dampyr.
M. B.: Sì, credo che lo sia. Chi ha la pazienza di andare a leggere i numeri passati potrebbe dire: ma già aveva pensato questa cosa? ma già nel numero tal dei tali aveva pensato cosa sarebbe successo duecento numeri dopo? A volte sì, a volte c’è un aggancio, a volte invece si trova l’aggancio leggendo il numero precedente. Però l’importante è mantenere il controllo.
Come t’ho detto, Sho-Huan mi è morto tra le mani prima che potessi iniziare la nuova saga in cui lui avrebbe dovuto essere il protagonista. Ma questo non è uno svarione, è una delle imprevedibilità di quando si scrive. In quel caso dici: va bene così, è venuta un’altra idea, quindi si cambia. Però l’importante è mantenere, appunto, il controllo.
Adesso sto scrivendo la nuova serie di Taliesin, che cerca di mettere ordine nei sei numeri precedenti in cui lui compare, e collegarlo finalmente e defitivamente al mondo del Dampyr moderno. Anche se vedremo altre avventure di Taliesin in futuro, fino alla sua vecchiaia, nei secoli successivi.

C.: Dampyr è una sorta di “fumetto fusion”, possiamo quindi definirlo in tanti modi, riduttivamente potremmo definirlo anche un fumetto di vampiri. Ritornando quindi alla figura del vampiro: da parte vostra c’è un lungo percorso nella scrittura e nella pubblicazione di Dampyr. In questi ventidue anni come hai visto cambiare la figura del vampiro nell’immaginario popolare, e come magari secondo te si potrebbe evolvere in futuro?
M. B.: Sinceramente non vedo grandi novità. Dampyr 18 - Riboldi L’unica cosa che c’è stata è questa serie di Twilight, che ho anche visto, è anche divertente, ma quelli non sono vampiri: sono degli altri personaggi molto divertenti, romantici. E questa è un’evoluzione, comunque, un’evoluzione in senso rosa. Ne avevamo avute in passato, già a partire dal Dracula di Langella, in Intervista col vampiro e poi in altri. L’immagine romantica e da gentiluomo, però pericoloso, del vampiro, che esisteva già nel primo Ottocento, è stata recuperata da scrittrici e autrici in genere, fino ad arrivare a questa versione rosa di Twilight.
I nostri vampiri son molto diversi, infatti non abbiamo niente in comune con questo pubblico, ahimè, perché è un pubblico numeroso. E i nostri vampiri mettono insieme un po’ tutto, già dall’inizio: mettono insieme il vampiro gentiluomo col vampiro orrido alla Nosferatu. E quindi è il mito del vampiro, certo rivisto, ma anche in qualche modo fedele alla classicità. Abbiamo avuto anche all’interno della serie delle citazioni di vampiri storici e delle variazioni sul tema, sia vampiri orientali che vampiri classicissimi. Nel Dracula Park ce ne sono una collezione, il primo speciale di Dampyr. Magari un giorno mi potrebbe venir voglia di fare una storia su un vampiro che non si riflette nello specchio, come nei film … I nostri si riflettono, perché è chiaramente una cosa magica, così infantile che l’abbiamo esclusa. Noi escludiamo tutto quello che è magico e folkloristico, cioè usiamo il folklore e la magia, però li razionalizziamo. Per cui non metteremo mai in una storia un goblin o un mostro che non può oltrepassare una porta perché c’è una corda annodata o un secchio d’acqua. Queste cose appartengono al folklore popolare delle donnette, per intenderci, quindi non le usiamo. Però invece lavoriamo sul folklore affascinante: miti celtici, miti egizi…

C.: Di solito concludiamo le nostre interviste con una domanda di rito, che faccio anche a te. Qual è il tuo primo incontro con il vampiro?
M. B.: Il mio primo incontro con il vampiro… dunque, ero in Transilvania, e stavo visitando un cimitero abbandonato… no, scherzo! Ci sono stato anche, sì, però non ho visto niente in quel caso. Il mio primo incontro è quando da bambino ho visto Nosferatu alla TV: ero rimasto da solo e la scena in cui Nosferatu sale le scale e proietta la sua ombra mi ha terrorizzato tantissimo.

C.: Quindi hai iniziato proprio con il primo film importante di vampiri…
M. B.: Certo. Una volta li facevano alla TV questi film, anche in prima serata. Quindi, anche essendo bambino, li potevi vedere. D’altronde si vedeva anche klaatu barada nikto [frase del film Ultimatum alla Terra, ndr] e adesso non si vede più. Era un momento bellissimo quando si apriva la visiera del robot. C’erano dei momenti che tornavano in TV ripetutamente: L’invasione degli ultracorpi, La cosa… È tutto un immaginario che allora era comune…
Purtroppo tutte queste cose non ci sono più, però hanno germinato dentro di me. Si potrebbe dire che mi hanno dato la possibilità di crearmi una professione nel campo del fumetto.

Ringraziamo di cuore l’instancabile Boselli per il tempo che ci ha dedicato e Giorgio Giusfredi per il supporto, e, in attesa di maggiori notizie sul film, consigliamo caldamente ai lettori questa meravigliosa saga, che non mancherà di coinvolgere, commuovere, emozionare e divertire.



* Intervista rilasciata il 07-09-2022.





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