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La "Rivista Marittima", mensile
edito dallo Stato Maggiore della Marina dal 1861, coetaneo quindi
della stessa Marina, nel numero di Ottobre del 1995 pubblicava un
articolo a firma di Renato Battista La Racine intitolato "LA NASC[TA
DELLA CATEGORIA RADIOTELEGRAFISTI DELLA REGIA MARINA" ed esordiva
cosi': " IN QUESTO CENTENARIO CHE CELEBRA LE PRIME ESPERIENZE DI
MARCONI A PONTECCHIO, MOLTI PARLANO DELLA RADIO E POCHI DEI
RADIOTELEGRAFISTI, VOGLIAMO RACCONTARNE LA STORIA?........... |
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Distintivo dei
Radiotelegrafisti in vigore dal 1913 |
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Premetto che non conosco il
Signor La Racine e non so se il suo scritto, ampiamente documentato,
e' scaturito, a giudicare da un certo malcelato accoramento, da
personali trascorsi o per semplice voglia di colmare una lacuna
nella storia della Regia Marina. In ogni caso, quale abbonato della
citata Rivista, I'articolo non poteva non attirare la mia
interessata attenzione mentre mi faceva subito riandare ai miei
verdissimi anni, allorche' mi andai a coinvolgere in Marina e nella
Radio, oltre ottantaquattro anni fa', cioe in epoca appena
post-pioneristica. Penso quindi che i miei colleghi, anziani e
giovani mi si associeranno nel porgere, attraverso queste righe al
Signor La Racine, i sensi della nostra simpatia insieme al nostro
sentito grazie.
Purtroppo la storia della nascita e delle vicende che la
determinarono e di quelle che seguirono durante i lunghi e
travagliati anni dell' esistenza della categoria, vedono - ahime' -
la luce in articolo mortis. E' noto infatti che la categoria non
figura piu', gia' da qualche anno, nei ruoli delle principali Marine
da Guerra, italiana compresa ed anche sulle navi mercantili il
secolare R.O. (Radio Officer) sara' inesorabilmente sbarcato per far
posto al R.E.O. (Radio Electronic Officer) cioe' un personaggio che
utilizzera' frequenze radio per azionare il GMDSS (Global Maritime
Distress Security Sistem) soltanto e semplicemente premendo alcuni
tasti the automaticamente e attraverso il sistema satellitare
metteranno navi e posti terrestri in contatto. Non piu' attore
protagonista ma semplicemente testimone. |
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Distintivo dei
Semaforisti abilitati al servizio della radiotelegrafia |
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Fredda ombra di coloro che lo
precedettero, fisicamente artefici e appassionati esecutori che
dietro la cuffia in ricezione ed il tasto in trasmissione
fantasticavano chiedendosi se all'altro capo dell'etere c'era uno
sconosciuto essere umano o I'amico e collega izio o Caio. Tuttavia
ci resta perlomeno una consolazione: constatare la massiccia
presenza di centinaia di migliaia di radio operatori che sulle
frequenze loro assegnate caparbiamente continuano ad inforcare la
cuffia d'ascolto e a manipolare tasti in trasmissione intessendo
nell'etere che ci avvolge una fittissima rete di allacciamenti.
Siamo noi, non piu' operatori radiotelegrafisti ma soltanto
radioamatori.
Radioamatori cui spetta il non futile compito di consegnare alle
future generazioni il ricordo del lancio dei primi radiomessaggi
attraverso I'Atlantico da St. John di Terranova a Poldhu - Gran
Bretagna -1901- e ancora da Glace Bay - ancora Canada - e ancora
Poldhu - 1902. Fatidici messaggi inoltrati merce' polsi umani e
decifrati da umane orecchie! Lontanissimi anni, che dischiusero alla
umanita' tutta I'era della conquista dell'etere. Ma torniamo alla
nostra storia. La telegrafia senza fili attraverso un lungo processo
di esperimenti e di continue innovazioni, aveva attirato, sul finire
del secolo scorso, I'attenzione della Royal Navy e della Marina
francese.
Quella italiana aveva gia' iniziato ad interessarsi della radio
stabilendo un periodo di collaborazione con Marconi.
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Distintivo dei
Timonieri abilitati al servizio della radiotelegrafia |
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Le trasmissioni
transatlantiche dal 1901 e 1902 avevano, infine, fugato ogni dubbio
sulla validita' della radiotelegrafia, tanto che Vittorio Emanuele
III indusse la Regia Marina a mettere a disposizione del nostro
scienziato il Regio Incrociatore "Carlo Alberto" su cui venne
effettuata una radio-crociera da Napoli agli estremi Mari del Nord
Europa. Ma quali furono i primi radio operatori della Regia Marina?
Italiani, inglesi, francesi (come del resto tutte le Marine da
Guerra) disponevano di un vasto numero di personale cui il codice
Morse era famigliare. Non era affatto impresa disperata forgiare un
Semaforista o un Timoniere in radiotelegrafista, quindi, dopo brevi
corsi di trasformazione essi venivano abilitati al servizio R.T.
In quei primi anni la R.
Marina aveva sviluppato un intenso programma organizzativo sia in
mezzi tecnici, che in termini di personale. Nel 1903 venivano svolte
persino esercitazioni radiotelegrafiche e tra il 1904 ed il 1905
quasi tutte le navi maggiori e alcune torpediniere di Squadra erano
fornite di stazione R.T. Non si trattava ancora di Radiotelegrafisti
"puri" ma di ex Semaforisti e Timonieri abilitati a svolgere il
servizio R.T. oltre, naturalmente gli abilitati al servizio di
bordo, parecchi altri dovevano occuparsi delle stazioni disseminate
lungo le coste delta penisola e sulle Isole maggiori.
Mentre i primi Semaforisti e
Timonieri venivano abilitati al servizio R.T. dopo aver ricevuto una
adeguata preparazione frequentando corsi occasionali, nel 1906 essi
vengono avviati al Varignano di La Spezia. gia' sede della Scuola
Semaforisti. Qui vengono impartite nozioni tecniche radio
elettriche, di procedura R.T. e sopratutto si insegna a ricevere il
codice Morse, non piu' come 'sounder" cioe' alla maniera telegrafica
che si differenzia dal suono R.T. perche' comporta il cosidetto
"colpo e contraccolpo" prodotto dall'ancoretta della macchina
telegrafica.
Con il moltiplicarsi delle esigenze vengono addirittura indette
sessioni straordinarie, cio' per quanto riguarda i semaforisti,
mentre per i Timonieri, invece, si tratta di trasferire la ricezione
del Morse da visiva in auditiva.
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Distintivo dei
Radiotelegrafisti in vigore dal 1913 |
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Questi ultimi, come noto,
ricevono segnalazioni ottiche a mezzo del testa d'albero o con
I'impiego del fanale Donath e simili e non solo, ma anche a mezzo di
bandiere impugnate e mosse in modo da formare i caratteri del codice
Morse. Ala fine dei corsi I'abilitazione viene conferita a coloro
che possono ricevere in codice Morse a 50 caratteri p.m. Nello
stesso anno vengono istituiti i distintivi per Semaforisti e
Timonieri che superato il corso al Varignano che sono abilitati al
servizio R.T. A semplice titolo di curiosita', si nota che nel
1908 la forza R.T. contava 80 sottufficiali e 150 sottocapi e
comuni. Certamente cifre irrisorie confrontate a quelli degli anni
seguenti. Bisogna pero' considerare che in quel tempo il servizio
R.T. si limitava a semplici collegamenti tra nave e nave o nave
terra.
Data anche I'assenza di molte
frequenze che piu' tardi entreranno in scena non esistevano servizi
di intercettazione e simili e se esistevano dovevano anch'essi
essere assai limitati, tutto cio' naturalmente e solo una congettura
basata sul fatto che fra navi maggiori e torpediniere di Squadra con
230 radiotelegrafisti anche sovraccaricandoli con stressanti turni
di servizio sarebbe stato impossibile far fronte a compiti non
essenziali. Certo non e' pensabile che allora si fosse gia' scoperta
la necessita' dello spionaggio radiotelegrafico. Questo verra' dopo,
durante la prima guerra mondiale 1914 - 1918. ( In occasione della
storica battaglia dello Jutland tra le flotte della Marina inglese e
quella germanica iniziatasi il 30/31 Maggio 1916, poiche' era
pervenuta all'Ammiragliato di Londra I'informazione che i
radiotelegrafisti tedeschi riuscivano a individuare alcune tra le
grandi unita' sia dal tipo di nota che dalla manipolazione dei
radiotelegrafisti, fu giocato un brutto tiro allo flotta del Kaiser
: vennero sbarcati da alcuni incrociatori da battaglia come "H.M.S.
TIGER", "H.M.S. LION", "H.M.S. NEW ZEALAND" e qualche altro, sia
glia apparati che i radiotelegrafisti trasferendoli su alcune
carrette che vennero allontanate dal probabile teatro dello scontro.
Il risultato e' facilmente intuibile. Ad ogni modo cio' creo' non
poco turbamento nei piani di battaglia tedeschi.)
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Il Regio
Incrociatore corazzato CARLO ALBERTO - 1896 /
1920 |
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Finalmente la R. Marina, con la legge 797 del 21 luglio 1913
istituisce la categoria "RADIOTELEGRAFISTI" ed il relativo
distintivo delle sei scintille generate tra due sfere dello
spinterometro. In questa cavalcata attraverso i primi decenni della
radiotelegrafia nella R. Marina non si puo' non far cenno alla
famosa "PASSEGGIATA IGIENICA' che scomparve dalla storia nel secondo
dopoguerra. Essa fu generata dopo che il V. Ammiraglio F. Grenet,
Comandante in Capo della Forza Navale del Mediterraneo, al termine
delle esercitazioni navali del 1908, invio un rapporto in cui, tra
I'altro, si leggeva che le condizioni di salute del personale R.T.
erano visibilmente precarie date le cattive sistemazioni igieniche
delle stazioni R.T. di bordo a causa dell'assenza di ventilazione o
quanto meno insufficienti per adeguato ricambio dell'aria satura dei
vapori nitrosi e solforosi che, dipendeva dal fatto che le stazioni
R.T. erano state impiantate su navi costruite prima della comparsa
della radiotelegrafia navale.
L'Ammiraglio nello stesso
rapporto informava di aver impartito disposizioni di dare facolta'
al personale R.T. per tutto il periodo delle esercitazioni di
recarsi, se libero dal servizio, in franchigia anche nelle ore
antimeridiane scopo igienico. Noi sappiamo tutti che cosa voleva
significare essere R.T. della R. Marina e della sua erede, la Marina
dei giorni presenti. Sappiamo che appena entrati nelle scuole di
formazione, prima ancora di porre mano al tasto ed indossare la
cuffia d'ascolto, venivamo sottoposti ad un'intensa catechizzazione
da parte degli istruttori. Noi apprendemmo ad essere innanzitutto
dei veri professionisti, quindi votati alla piu' assoluta
segretezza, all'applicazione rigorosa del codici di procedura R.T.
bandendo la tentazione dl servirci della stazione radio per
comunicazioni personali. Sapevamo anche che quello che la Marina
chiedeva a noi non lo poteva chiede al personale di altre categorie.
Tutto cioì ci convinceva di
far parte di una ristretta elite di bordo senza che questo ci
facesse apparire immodesti benche' fossimo immeritatamente oggetto
di malcelata invidia e spesso di irrisione. Anche il numero di noi,
decisamente esiguo rispetto alle altre categorie del personale di
macchina coperta e artiglieria, contribuiva a formare il
convincimento che pur facendo parte dell'equipaggio, specie sulle
unita minori dove il radiotelegrafista poteva anche essere solo uno,
si fosse "molto speciali". Ed in verita' si puo' ben dire che lo
eravamo anche se, dai vertici non giunse, et pour cause, alcun segno
che lo confermasse. Malgrado cio' possiamo affermare che il
radiotelegrafista nel corso di un secolo ha dato prova della sua
professionalita', compiendo pienamente il proprio dovere, spesso
sacrificando nel volontario sacrificio, sempre affrontato per
dedizione alla Marina e alla Patria. |
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