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Betulla dell’Etna (Betula aetnensis Raf.)

Questa indagine è dedicata allo studio dell’ecologia di Betula aetnensis Raf., entità arborea endemica dell’Etna, il cui attuale areale è limitato ai versanti nord, nord-est ed ovest del vulcano. Le formazioni boschive più rilevanti si trovano sul versante orientale in una fascia altitudinale compresa tra i 1450 e i 2000 metri s.l.m. Obiettivo dell’indagine è indagare sulle formazioni boschive a Betula aetnensis, studiandone il corteggio floristico, le comunità vegetali e il loro significato sinecologico e approfondire le conoscenze sull’ecologia della germinazione e sulla rinnovazione naturale. L’indagine fitosociologica, effettuata su tutto l’areale di Betula aetnensis, ha consentito di analizzare le diverse formazioni boschive che essa costituisce. L’analisi dei dati ha evidenziato la presenza di diversi tipi vegetazionali la cui definizione sintassonomica non è stata facile e non è stato possibile riconoscervi unità fitosociologiche proprie del betulleto. Nel complesso le comunità del betulleto sono da riferire alla classe Querco-Fagetea, e in alcuni casi all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae. Spesso tali comunità sono caratterizzate dalla penetrazione di elementi della vegetazione d’alta quota del Rumici-Astragalion e di elementi differenziali della forma altomontana inferiore dell’Astragaletum siculi. L’elaborazione dei dati, anche con l’ausilio di metodi di statistica multivariata, ha permesso di meglio evidenziare i diversi aspetti vegetazionali del betulleto nelle varie situazioni ambientali e al variare del gradiente altitudinale. I tipi vegetazionali individuati si distribuiscono seguendo un gradiente altitudinale: partendo dalle quote più basse si osservano aspetti del bosco di betulla caratterizzati dalla presenza di querce caducifoglie e in alcune stazioni dalla dominanza nel sottobosco diAdenocarpus bivonii; sino ai 1750-1800 m è frequente l’aggruppamento a betulla e pino laricio, differenziato in alcune stazioni dalla dominanza di alcune essenze, quali: Calamagrostis epigejos,Pteridium aquilinum e Juniperus hemisphaerica; sempre nello stesso piano si rinvengono formazioni con faggio e, nelle stazioni con maggiore umidità edafica, con pioppo tremulo; superati i 1750 m di quota, pian piano la betulla diviene l’unica specie arborea sino a limite superiore degli alberi, e si distinguono diversi aspetti in cui la vegetazione è dominata dalla penetrazione di elementi provenienti dalle radure e dalla vegetazione d’alta quota. Le indagini condotte in laboratorio sulla germinazione dimostrano che i semi di betulla dell’Etna presentano una buona capacità germinativa con intervallo di germinazione compreso tra 15 °C e 35 °C con massima efficienza alla temperatura di 30°C. I test eseguiti, inoltre, dimostrano che i semi di B. aetnensispossiedono una leggera dormienza che può essere inibita o dalla presenza di luce durante la germinazione o sottoponendo i semi al processo di vernalizzazione o scarificazione. La vernalizzazione, oltre che togliere l’effetto della dormienza, elimina anche l’effetto della temperatura, permettendo  di ottenere massima efficienza di germinazione anche alla temperatura minima e massima rispettivamente di 15°C e 35°C. Dal confronto dei dati ottenuti con quelli noti in letteratura per B. pendula e B. pubescens  non è stata osservata alcuna differenza.  Test sulla vitalità dei semi di betulla dell’Etna hanno permesso di stabilire che i semi presenti in natura nel suolo del betulleto e delle radure  rimangono vitali solo per pochi mesi. Ciò permette di affermare che la banca dei semi di Betula aetnensis è basata sull’annuale apporto di nuovo seme. Le indagini sulla rinnovazione naturale hanno evidenziato l’assenza di rinnovazione gamica all’interno dei popolamenti a B. aetnensis e nelle radure, mentre si osserva che non vi è alcuna difficoltà di insediamento sui substrati sabbiosi scoperti delle colate laviche e sui suoli lasciati scoperti dal passaggio del fuoco. I risultati ottenuti si ritiene forniscano un quadro inedito di conoscenze sulla ecologia della betulla dell’Etna che potrà servire da punto di partenza per indagini future e per la progettazione di attività gestionali volte alla tutela e al ripristino del patrimonio ambientale.

This search is devoted to studying the ecology of Betula aetnensis Raf., arboreous entity endemic Etna, whose current distribution area is limited to the northern, north-east and west slopes of the volcano. The larger woodlands are located on the eastern slope in an altitudinal range between 1450 and 2000 meters above sea level. Objective of the survey is to investigate the woodlandBetula aetnensis, studying the flora, plant communities and their significance synecological and deepen knowledge on the ecology of germination and natural regeneration. The phytosociologicalsurvey, conducted throughout the distribution area of Betula aetnensis made it possible to analyze the different types of woodland it is. Data analysis revealed the presence of different vegetation types syntaxonomic whose definition has not been easy and it was not possible to recognize specific betulleto phytosociological units. Overall betulleto communities are to be referred to the class Querco- Fagetea, and in some cases the order Quercetalia pubescenti-petraeae. Often these communities are characterized by the penetration of elements of the vegetation of the high altitude Rumici-Astragalion and differential elements of the form altomontana inferiore of the fAstragaletum siculi. Data processing, even with the aid of multivariate statistical methods, has led to better highlight the different aspects of vegetation betulleto in various environmental conditions and varying the altitudinal gradient. The vegetation types identified are distributed along an altitudinal gradient: starting from the lower levels are observed aspects of the birch forest characterized by the presence of deciduous oaks and a few stations in the undergrowth by the dominance of Adenocarpus bivonii, up to 1750-1800 m is frequently birch forest with larch pines, some stations are differentiated by the dominance of some species, such as Calamagrostisepigejos, Pteridium aquilinum and Juniperus hemisphaerica; in the same floor, there are forests of  birch with beech and in  stations with more moisture  edaphic there is forest birch with Populustremula; exceeded 1750 m in altitude, birch tree the  only  species  gradually becomes up to the upper limit of trees, and  differ several aspects where the vegetation is dominated by the penetration of elements from clearings and vegetation of high share. Investigations on germination in the laboratory show that the seeds of birch Etna have good germination in the range of germination between 15 ° C and 35 ° C with maximum efficiency at a temperature of 30 ° C. The tests also show that the seeds of B. aetnensis have a slight dormancy which can be inhibited or the presence of light during germination, or by subjecting the seeds to the process ofvernalization or scarification. Vernalization, as well as remove the effect of dormancy, it also eliminates the effect of temperature  this allow to achieve maximum efficiency of germination even at the temperature minimum and maximum respectively of 15 ° C and 35 ° C. The comparison of these data with those known in the literature for B. pendula and B. pubescens was not observed any difference. Test on the viability of the seeds of birch Etna have established that the seeds that naturally occurring in the soil of the forest birch e of the glades  remain viable for only a few months. This allows us to say that the seed bank is based on the annual  production of  new Betulaaetnensis's seed. Investigations on natural regeneration have highlighted the lack of regenerationgamic within populations to B. aetnensis and in the clearings, while is observing that there is no difficulty of settlement  on the discovered sandy substrates of lava flows and on soil left uncovered by the passage of fire. The results obtained are supposed to provide a novel framework of knowledge on the ecology of birch Etna that could serve as a starting point for future investigations and for the design of management activities aimed at protection and restoration of the environment.