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Carlo Tosin
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Bassano del Grappa (VI), 15.07.08
Intervista con Carlo Tosin a cura di Carlo Quadrino della Rivista GenomART


Carlo Tosin è nato a Thiene (Vicenza) nel 1965 e ha conseguito il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Nove (Vicenza). Tosin è un ricercatore eclettico nel campo della creatività, che conosce bene la storia dell'arte e i movimenti artistici degli anni Sessanta che hanno influenzato il suo lavoro (lo spazialismo, la minimal art e in particolare l'arte povera). Numerosi i premi e i riconoscimenti alla carriera artistica.
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GENOMART - Aprendo l’homepage del suo web si legge “…L'artista opera immerso in una temporalità diversa da quella dell'attualità…” perché?
TOSIN -
Molti aspetti dell'attualità diventano anacronistici poiché il linguaggio di un artista attinge nel bagaglio della memoria collettiva all'interno di tutta la storia dell'arte e non solamente questa storia specifica. L'attualità invece si fonda troppo spesso su rapporti di potere volti a creare degli ordini spesso apparenti delle cose e dei valori.

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GENOMART - Artista ma anche designer. Numerose le sue collaborazioni con aziende di arredamento. Esperienza che ha influenzato il suo “essere” artista….oppure…
TOSIN -
Oggi il design tende a esprimere nei casi più eccellenti con il suo lavoro dei contenuti esistenziali e di comportamento avvicinandosi per questo al mondo dell'arte anche se in una forma più pragmatica più vicina ai bisogni e alla natura della realtà attuale. Il lavoro di un artista si rivolge viceversa ad una necessità più profonda di carattere esistenziale,cercando di portare alla luce il dramma come parte integrante per far scattare la scintilla dell'arte.

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GENOMART - Artisti si nasce?
TOSIN -
Nella struttura della coscienza esiste la possibilità della creazione ,perciò tutti possiamo aspirare ad essere artisti. Comunque artista è anche colui che è disinteressato, che ama le cose per la loro bellezza, per il loro fascino, per il loro mistero e in questo senso anche chi non è produttore di 'oggetti' artistici può essere definito artista. Nel caso si decida di operare come artista si deve avere un senso dell'identità molto chiaro, i materiali e gli strumenti devono prima nascere all'interno di noi stessi prima di essere trasferiti all'esterno.

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GENOMART - Sperimentare e ricercare…Carlo Tosin come lo fa?
TOSIN -
L'artista deve immaginare e pensare a nuove spazialità nell'opera, deve essere proteso all'indagine di nuovi spazi da indagare e nuovi misteri da svelare poiché e in questi presupposti che l'arte sopravvivrà finché l'uomo resterà in questo pianeta.

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GENOMART - L’ispirazione arma vincente per un creativo…ma quando non c’è?
TOSIN -
Ci sono delle opere che nascono dalla testa, altre dallo stomaco, altre dalle mani e altre da tutte e tre le cose assieme. Le mie opere le penso a volte ossessivamente anche se dopo il risultato finale non ha la stessa relazione con il progetto iniziale ma vengono modificate dal dinamismo interno a me stesso che costruisce e completa l'opera che viene a sposare insieme la forza con la fragilità,la cultura con l'istinto interiore.

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GENOMART - Pittore ma anche scultore…prevale la voglia di….?
TOSIN -
L’arte è totalità ed ogni distinzione è priva di fondamento. Oggi nemmeno il pretesto tecnico giustifica inutili suddivisioni. Per quanto mi riguarda poi in me convivono armonicamente due aspetti : del pittore per le mie origini ma evidentemente anche scultore verso una idea di lavoro che rifiuta i canoni di separazione anche se ciò non deve pregiudicare l'autonomia linguistica che ogni artista deve possedere. Per me l'oggetto scultoreo e intrinsecamente anche pittorico in quanto ho cercato di mettere insieme il mondo della scultura in senso plastico e la luce e il colore che appartengono al mondo della pittura cercando di far nascere un luogo di incontro ,uno spazio e una idea delle cose.

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GENOMART - Cosa ama del suo lavoro?
TOSIN -
Ritengo che l'arte mantenga una sua specifica funzione all'interno della cultura .Magari l'arte potrà servire soltanto all'artista per riflettere sulle sue strutture e interrogarsi in questo particolare discorso ,ma per me anche questo,solamente questo, diventa una componente essenziale che gratifica in maniera importante il proprio lavoro e se stessi.

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GENOMART - Due parole per descrivere le opere e le tecniche di Carlo Tosin
TOSIN -
Riuscire a costruire oggi delle opere con una loro identità ben definita all'interno di un linguaggio astratto estraneo a canoni e regole troppo definite in maniera di sfuggire a facili accademismi ma ricercando un percorso in cui lirismo, immaginazione, subcosciente e totalità diventano valori primari.

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GENOMART - attualmente espone a…
TOSIN -
Ho un rapporto di esclusiva con una parte delle opere con la galleria di Ivrea Pixtura Art Store

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GENOMART -  …e prossimamente?
TOSIN -
Una mostra in uno spazio importante nel Veneto con date da definirsi e la partecipazione a mostre collettive di carattere nazionale.
 

 

INTERVISTA CON L'ARTISTA DEL MESE: CARLO TOSIN

a cura di Barbara Tampieri di BT Art Gallery per BTDesign Awards-Golden Art Site
 
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Per iniziare a conoscerci e presentarti ai nostri visitatori, chi è Carlo
Tosin?

Direi che mi definisco un ricercatore eclettico nel campo della creatività,che può essere esercitata in vari ambiti,l'importante è esprimere una propria identità di linguaggio,un timbro personale che sia riconoscibile....

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Come sei entrato in contatto con l'arte? Sei stato tu a cercarla o è
stata lei a trovarti?

In questo caso sono un pò fatalista:probabilmente faceva parte di un destino
e di una predisposizione naturale verso di essa.

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Quale è stato il tuo percorso formativo? Hai frequentato scuole d'arte,
hai avuto maestri che ti hanno particolarmente influenzato?

La scuola trasmette delle indicazioni generali,poi nel tempo lo studio dell'arte mi ha permesso di approfondire delle tematiche a cui mi sentivo più vicino in termini di sensibilità verso determinate situazioni. Il punto di partenza sono stati tutti i movimenti artistici degli anni 60 che hanno influenzato all'inizio il mio lavoro: lo spazialismo, minimal art e arte povera in particolare sono stati importanti poiché la filosofia espressa da questi gruppi artistici credo si riconosca in alcuni tratti della mia ricerca, anche se devo dire che ho sempre mirato a un linguaggio fatto di contaminazioni diverse riunite insieme per dare una impronta di valore e unicità dell'opera finale.

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Quali artisti e/o movimenti ti hanno ispirato e continuano ad ispirarti?
Mi muovo nel versante dell'astrazione con un carattere costruttivista nel modo di concepire l'opera che viene pensata sulla base di un progetto in cui vado a trovare delle combinazioni sempre diverse nell'utilizzo dei materiali e dei colori ricercando sempre una espressività data dal contrasto di corpi e volumi diversi all'interno dello spazio in cui intervengo.

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Alcuni sostengono che la padronanza del disegno è un requisito
fondamentale per ogni artista, grazie al quale è possibile affrontare
qualunque altro tipo di espressione artistica con una “marcia in più”.
Qual'è la tua opinione in proposito?

Penso che la padronanza del disegno sia un aspetto importante da conoscere e con cui cimentarsi prima di iniziare a possedere una propria autonomia di linguaggio poiché questo aiuta a conoscere le proporzioni della realtà e a capire che nella rappresentazione esistono delle regole date dalle simmetrie di ordine quasi matematico che poi aiutano a formare un'idea di equilibrio che viene espresso in un lavoro artistico.
Oggi assistiamo a movimenti di avanguardia internazionale che esaltano un tipo di arte che io definisco molto concettuale che prende molte immagini della nostra società spostandone volontariamente i significati in una dimensione inconsueta e provocatoria che personalmente apprezzo e stimo ma queste operazioni in se stesse sono molto lontane dal mio modo di sentire e immaginare l'arte che nel mio caso è più legato a un lavoro,a una prassi rivolta all'utilizzo di certi materiali,colori e nella creazione di quelli che ultimamente ho chiamato i Totem volendo esprimere un risultato di un opera in cui le radici culturali diventano atemporali e svincolate da una precisa appartenenza a un movimento.
Credo che questo atteggiamento nomadista abbia un senso anche ricollegato
alla nostra epoca in cui abbiamo visto la caduta delle grandi ideologie e chi si esprime attraverso l'arte non pùo essere indifferente al proprio tempo.

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Quando è stata la prima volta che ti sei sentito veramente soddisfatto
del risultato del tuo lavoro? C'è una tua opera che meglio ti rappresenta?

Nel 1993 ho realizzato un'opera ,che ora fà parte di una collezione privata,che ha segnato una svolta nella mia ricerca (visibile nel mio Web pag. n°3 opere in alto a sx) mettendo le basi su quello che è stato il mio percorso successivo che ha fatto si che uscissi dalla superficie piatta della tela verso una immagine spaziale quasi scultorea giocata con delle parti in bassorilievo in cui traspare una connotazione di forte espressività e spiritualità insieme,ecco da dove nasce la parola 'Totem' che alla fine vuol esprimere tutto questo.

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C'è un soggetto o una tecnica che non hai ancora affrontato e che ti
piacerebbe rappresentasse una sfida per il tuo futuro?

Vorrei,quando ne avrò la possibilità,lavorare su spazi diversi dai quali opero tuttora e più precisamente vorrei cimentarmi attraverso delle installazioni su spazi molto grandi all'interno di una galleria o all'esterno su dimensioni molto estese.

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Hai un soggetto preferito?
Nel mio caso il soggetto,visto che non utilizzo codici figurativi, perde di valore riferito alla mia situazione

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Parlaci del significato di Totem che tu attribuisci alle tue opere.
I Totem sono e vogliono essere una immagine atemporale, con una componente di misticismo e magia, intendendo per quest'ultima la possibilità
di coinvolgimento e di farti entrare nel mondo di quell'opera dove qualunque
evento può succedere. L'opera d'arte resiste nel tempo perché ha la potenzialità e capacità di avere sempre una nuova lettura.

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Lavori per importanti aziende nel settore arredamento nel ruolo di
interiors designer e industrial designer. Come si intersecano le tue
esperienze di pittore e quelle di designer?

Il design ha una marcia diversa da quella artistica in quanto spesso si misura con delle funzioni:una sedia è fatta per sedersi,un letto per dormire,un divano per sdraiarsi....perciò alla base esiste il principio di funzionalità connesso a quello di ergonomia e altre funzioni che vanno a sommarsi. L'opera d'arte và in moto con un altra energia che non può essere evoluzionista come quella del Design in quanto hanno radici linguistiche completamente differenti e aggiungerei che l'arte alla base ha bisogno del dramma per farla accadere in quanto nasce da una necessità più profonda,esistenziale atta a ritrovare i valori di fondo che si accompagnano a una tendenza morale personale. Credo che il Design possa esprimere dei contenuti esistenziali e di comportamento entro certi limiti per le ragioni indicate precedentemente ma contribuisce a esprimere l'identità degli spazi in cui viviamo in maniera più forte dell'architettura che spesso si trova ad essere troppo pianificata. Nei luoghi in cui viviamo sono spesso gli oggetti che danno un carattere all'ambiente diventando veicoli di valori espressi dal  progettista quali testimonianze del proprio tempo in una forma di arte più pragmatica,ma certo più vicina,ai bisogni e alla natura della realtà attuale.

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Il tuo approccio al design è molto essenziale ed elegante, con un gusto
particolare per la forma. Come pensi si possa al meglio conciliare la bellezza dell'oggetto con la sua funzionalità?

Quando si parla di Design bisogna ricondursi agli inizi al contributo fondamentale che la scuola di Dessau del Bauhaus ha dato in maniera indispensabile all'idea di modernità che raggiunse in quel caso il massimo livello di compimento tanto che per noi oggi progredire significa fare di più di quello che è stato fatto là. Per quanto mi riguarda credo che spazi per l' invenzione di nuove forme e la sperimentazione di nuove tecnologie di produzione siano alla base dell'impegno di ricerca di chi si affaccia in questa realtà dell'Industrial-Design di oggi.

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Come sei passato dalla pittura tradizionale a due dimensioni ad opere più dinamiche e multidimensionali e multimateriche?
Ero alla ricerca di dare una maggiore fisicità all'opera sfruttando i volumi sovrapposti e la vitalità della materia in cui il confine tra pittura e scultura fosse superato. Sono fermamente convinto che non si crea teoria nell'arte senza un recupero della manualità, non si dà pensiero all'arte senza un'implicazione concreta del fare.

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Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare in questo percorso di ricerca,sperimentando nuove situazioni,materiali e tecniche e credo che interrogarsi sul proprio lavoro, le proprie strutture possa rappresentare un valore importante.

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Quali sono stati i premi e riconoscimenti che ti hanno dato maggiore soddisfazione nella tua carriera?
Direi che essere stato selezionato dal Museo di Sharja negli Emirati Arabi e
l'esposizione a Dusseldorf curata dall'Università di Stoccarda sono state due ottime soddisfazioni.

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Cosa desideri comunicare all'osservatore delle tue opere? E dove trai
l'ispirazione?

Io penso che l'arte sia una disciplina che riguarda gli altri e cioè la società, nella stessa maniera in cui si può porre la musica,la poesia, la letteratura,la scienza e la cultura in generale. Serve alla società al suo miglioramento e alla sua crescita spirituale e può diventare una delle ancore di salvezza, perciò sono contro chi afferma che l'arte è morta poiché questo non potrà mai succedere ed è una forma di nichilismo pensare a questo. Non penso neanche che l'arte sia uno specchio delle cose del mondo e che possa modificare gli eventi e il nostro atteggiamento a riguardo della società, l'artista può considerarsi più uno spettatore delle cose che succedono davanti ai suoi occhi e non può sfuggire al proprio tempo e alla propria storia poiché attraverso il linguaggio dell'arte noi andiamo a leggere la storia sociale.

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Alcuni artisti, interrogati sul significato delle loro opere, affermano
di non aver voluto in verità inserire alcun messaggio in esse. Pensi che siano sinceri?

Non credo a questo poiché attraverso l'arte si riesce sempre a irradiare un
concentrato di energia e si viene a creare un tramite magico tra l'oggetto e l'osservatore.

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A cosa deve rinunciare un artista quando deve venire a patti con il lato
economico del suo lavoro?

Credo che la componente commerciale,ad ogni buon conto,è importante perché anche l'arte ha a che fare con la realtà e bisogna rendersi conto che il tempo che noi abitiamo oggi è,dove conta, commerciale. Quindi,il mercato che alcuni moralisti rifiutano è una presenza importante per una attività come quella artistica che richiede dispendio di energie,tempo,uso di materiali costosi,prove e spostamenti continui. Poi vorrei aggiungere che alcuni compromessi con il mercato rientrano nella prassi del lavoro artistico come qualsiasi altra attività umana.

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Come vedi il futuro dell'arte? C'è spazio, secondo te, per nuovi movimenti, per nuove esperienze di scambio tra artisti, oppure l'aridità del mondo attuale ha contagiato anche il mondo artistico?
Alcuni decenni fa l'idea del gruppo e del movimento erano propri dei movimenti delle avanguardie,in questi ultimi anni c'è stato un maggiore silenzio da questo punto di vista e penso che questo sia legato alla caduta di molte ideologie che hanno portato l'arte e gli artisti a riflettere su se stessi abbandonando l'idea di aggregazione in un nucleo omogeneo allargato.

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Quali sono le tue maggiori paure attualmente? E che cosa riesce a renderti ugualmente felice?
La mia maggior paura è questa specie di cinismo che appare un pò ovunque, per cui sembra che riusciamo a parlarci solo se abbassiamo il livello culturale, questo è dovuto in gran parte a una società protesa in primis a ricercare il valore economico tralasciando altri aspetti che riguardano il rispetto per l'uomo e della sua integrità.

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Se non fossi un artista, cosa ti piacerebbe essere?
Penso che essere artisti faccia parte di un indole e di una predisposizione
che sta all'interno della sensibilità dell'individuo,io penso di essere, come
mi sono descritto all'inizio ,una persona che spazia in maniera eclettica
all'interno dell'universo creativo delle immagini del proprio tempo.


Grazie infinite Carlo, per la tua disponibilità.
Barbara

 

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