NTC08. Classificazione delle sezioni.

 

La capacità rotazionale delle sezioni.

Le Norme Tecniche prevedono tre diverse modalità di calcolo strutturale:

 

Metodo

Modalità di calcolo

Metodo elastico (E)

 

Si assume un comportamento elastico lineare del materiale, sino al raggiungimento della condizione di snervamento.

Il metodo può applicarsi a tutte le classi di sezioni, con l’avvertenza di riferirsi al metodo delle sezioni efficaci o a metodi equivalenti, nel caso di sezioni di classe 4.

Metodo plastico (P)

Si assume la completa plasticizzazione del materiale.

Il metodo può applicarsi solo a sezioni di tipo compatto, cioè di classe 1 e 2.

Metodo elasto-plastico (EP)

 

Si assumono legami costitutivi tensione-deformazione del materiale di tipo bilineare o più complessi.

Il metodo può applicarsi a qualsiasi tipo di sezione.

 

La scelta tra le tre modalità è incentrata su una suddivisione in quattro classi delle sezioni, effettuata in base alla loro capacità rotazionale Cq definita come:

essendo qr e qy le curvature corrispondenti rispettivamente al raggiungimento della deformazione ultima ed allo snervamento.

La formula precedente può essere riscritta come

In altri termini la capacità rotazionale è data dal rapporto tra la quota di rotazione plastica e quella elastica.

 

Classificazione delle sezioni.

 

Le classi previste dalle Norme Tecniche risultano le seguenti:

 

Classe

Tipo sezione

Caratteristica

1

(sezione compatta)

la sezione è in grado di sviluppare una cerniera plastica avente la capacità rotazionale richiesta per l’analisi strutturale condotta con il metodo plastico senza subire riduzioni della resistenza. Possono generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità rotazionale

2

(sezione compatta)

la sezione è in grado di sviluppare il proprio momento resistente plastico, ma con capacità rotazionale limitata. Possono generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità rotazionale

3

(sezione moderatamente snella)

le tensioni nella sezione calcolate nelle fibre estreme compresse possono raggiungere la tensione di snervamento, ma l’instabilità locale impedisce lo sviluppo del momento resistente plastico

4

(sezione snella)

per determinarne la resistenza flettente, tagliante o normale, è necessario tener conto degli effetti dell’instabilità locale in fase elastica nelle parti compresse che compongono la sezione. In tal caso nel calcolo della resistenza la sezione geometrica effettiva può sostituirsi con una sezione efficace

 

 

Facendo riferimento ad un profilo IPE e considerando la sostanziale equivalenza che si verifica  tra angoli molto piccoli espressi in radianti e la loro tangente, si ha

Posto

si ricava

   dalla quale

Analogamente si ha

   dalla quale 

 

In pratica, per sezioni molto compatte ( ad es. una sezione rettangolare non sottile) che non presentano problemi di instabilità il materiale può utilizzare al massimo la sua duttilità ed è

Per i profilati di impiego comune la deformazione di rottura è limitata dai fenomeni di imbozzamento originati dall’instabilità delle diverse parti che compongono la sezione (anima, flange, ecc..) in zona compressa. E’ il caso delle sezioni compatte () e moderatamente snelle ().

Infine, nel caso di

la tensione non raggiunge il limite di snervamento fyd; in questa evenienza, nel calcolo si fa riferimento ad una sezione efficace caratterizzata da componenti di lunghezza teorica ridotta rispetto a quella effettiva, in misura utile a prevenirne l’imbozzamento (sezione snella).

 

Poiché, come si è detto, è il fenomeno dell’instabilità a produrre una riduzione della capacità rotazionale, le Norme Tecniche in sintonia con l’Eurocodice 3 classificano le sezioni a partire dalla snellezza delle sue componenti.

 

I limiti di Cq stabiliti dalle Norme Tecniche non sono presenti nell’EC3. Ai fini pratici tali limiti hanno una scarsa utilità poiché i parametri per la classificazione delle sezioni non fanno riferimento ad essi in maniera diretta.

 

Il fenomeno dell’imbozzamento.

Le diverse sezioni commerciali possono essere viste come il risultato dell’unione di elementi di area modesta in rapporto alla loro lunghezza.

Gli elementi possono essere considerati interni, se confinati su più lati come ad esempio l’anima di un profilo IPE, o sporgenti, se confinati da un solo lato come l’ala di un profilo IPE. Essi possono essere soggetti al fenomeno dell’imbozzamento, dovuto all’instabilità locale, quando compressi per sforzo normale o a causa della flessione.

 

        

Si consideri, ad esempio, l’ala superiore di un profilo IPE assoggettato a flessione con un momento positivo; essa risulta compressa longitudinalmente e, per effetto dell’instabilità locale, può imbozzarsi lungo il lato libero. L’ala inferiore, assoggettata a trazione, non è interessata al problema.

 

Il fenomeno si verifica se la snellezza dell’elemento è elevata: in questo caso il suo cedimento avviene per carico di punta euleriano; per snellezze limitate, la rottura avviene, invece, per compressione semplice.

Riportando su un grafico normalizzato la variazione del carico sopportabile in funzione della snellezza si ottiene l’andamento evidenziato nella figura seguente

La grandezza adimensionale esprime il rapporto tra il carico ultimo e quello corrispondente allo snervamento; la grandezza adimensionale dipende dal rapporto tra la tensione di snervamento e quella critica euleriana.

I valori limite di lp corrispondenti alle prime tre classi sono evidenziati in figura; la quarta classe corrisponde al ramo iperbolico euleriano del diagramma.

Il diagramma viene tracciato per la sola tensione di snervamento . I suoi valori possono essere utilizzati anche per altre tensioni mediante il coefficiente e i cui valori sono riportati di seguito.

fy

235

275

355

420

460

1

0,92

0,81

0,75

0,71

 

L’EC3 utilizza il simbolo e anche per le deformazioni unitarie. Non v’è, ovviamente, nessuna relazione tra le due grandezze.

 

La determinazione della classe.

Seguendo le regole stabilite dalle Norme Tecniche (e dall’EC3) l’assegnazione della classe di appartenenza della sezione si presenta relativamente semplice:

*       si determina la snellezza dell’elemento, dividendo la sua dimensione per il suo spessore; per l’anima si ha mentre per l’ala è

*       si effettua il confronto con i valori limite proposti dalla norma.

 

Ad esempio per l’anima di un profilo IPE si ottiene il quadro sinottico seguente

 

Classe

Flessione

Compressione

Flessione e Compressione

1

 per

 per

2

 per

 per

3

 per

 per

 

E’ utilizzato il segno + per le tensioni di compressione ed il segno – per quelle di trazione.

 

 

Per l’ala dello stesso profilo si ha, a compressione,

 

Classe 1

Classe 2

Classe 3

 

 

Sostituendo i valori numerici, per l’anima si ha, a flessione:

 

fy

235

275

355

420

460

 

e

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

 

1

72

66,24

58,32

54

51,12

Classe

2

83

76,36

67,23

62,25

58,93

 

3

124

114,08

100,44

93

88,04

 

Per l’anima, a compressione:

 

fy

235

275

355

420

460

 

e

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

 

1

33

30,36

26,73

24,75

23,43

Classe

2

38

34,96

30,78

28,5

26,98

 

3

42

38,64

34,02

31,5

29,82

 

Per l’anima, a pressoflessione, Classe 1, è

fy

235

275

355

420

460

a

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

1,0

33,0

30,4

26,7

24,8

23,4

0,9

37,0

34,0

30,0

27,8

26,3

0,8

42,1

38,8

34,1

31,6

29,9

0,7

48,9

45,0

39,6

36,7

34,7

0,6

58,2

53,6

47,2

43,7

41,3

0,5

72,0

66,2

58,3

54,0

51,1

0,4

90,0

82,8

72,9

67,5

63,9

0,3

120,0

110,4

97,2

90,0

85,2

0,2

180,0

165,6

145,8

135,0

127,8

0,1

360,0

331,2

291,6

270,0

255,6

0,001

36000,0

33120,0

29160,0

27000,0

25560,0

 

 

Per l’anima, a pressoflessione, Classe 2, è

fy

235

275

355

420

460

a

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

1,0

38,0

35,0

30,8

28,5

27,0

0,9

42,6

39,2

34,5

32,0

30,3

0,8

48,5

44,6

39,3

36,4

34,4

0,7

56,3

51,8

45,6

42,2

40,0

0,6

67,1

61,7

54,3

50,3

47,6

0,5

83,0

76,4

67,2

62,3

58,9

0,4

103,8

95,5

84,0

77,8

73,7

0,3

138,3

127,3

112,1

103,8

98,2

0,2

207,5

190,9

168,1

155,6

147,3

0,1

415,0

381,8

336,2

311,3

294,7

0,001

41500,0

38180,0

33615,0

31125,0

29465,0

 

Per l’anima, a pressoflessione, Classe 3, è

fy

235

275

355

420

460

y

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

-2,0

263,0

242,0

213,1

197,3

186,8

-1,8

232,9

214,3

188,7

174,7

165,4

-1,6

203,9

187,6

165,2

152,9

144,8

-1,4

176,1

162,0

142,6

132,0

125,0

-1,2

149,4

137,5

121,0

112,1

106,1

-1,0

124,0

114,1

100,4

93,0

88,0

-0,8

103,4

95,2

83,8

77,6

73,4

-0,6

89,0

81,9

72,1

66,7

63,2

-0,4

78,1

71,8

63,2

58,6

55,4

-0,2

69,5

64,0

56,3

52,2

49,4

0,0

62,7

57,7

50,8

47,0

44,5

 

Per l’ala si ottiene, a compressione:

 

fy

235

275

355

420

460

 

e

1,0

0,92

0,81

0,75

0,71

 

1

9

8,28

7,29

6,75

6,39

Classe

2

10

9,2

8,1

7,5

7,1

 

3

14

12,88

11,34

10,5

9,94

 

I sagomari.

La classe della sezione è riportata nei sagomari diffusi dalle ditte produttrici dei profili commerciali.

Usualmente sono presenti le classi attribuite alla sezione per i diversi tipi di acciaio, distinte per compressione e flessione.

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