PREFAZIONE
Questo libro d’immagini è il racconto di un paese antico
ed insieme la storia di una intensa relazione d’amore. Una vicenda
amorosa – romantica e passionale - vissuta per circa sessant’anni da un
figlio adottivo, nato in un’altra terra – la Puglia – ma diventato
fuscaldese per amore.
“Amor mi mosse, che mi fa parlare” (Dante, Inferno, II,
72 –Beatrice a Virgilio) Amor mi mosse… che mi fa fotografare. E
Fuscaldo, come un’amante affettuosa, mi ha concesso di amarla dandosi a
me con trasporto, seppur pudicamente, ma senza ritrosie, sicché ho
potuto penetrare negli anfratti più remoti della sua anima che aleggia
sulle pietre di cui Fuscaldo si riveste.
L’anima di un Paese con la sua umanità vissuta secolo per
secolo, per tanti secoli, lasciando nei vicoli l’impronta di sentimenti,
di gioie, di angosce, tutte testimonianze di una realtà severa, di un
duro impegno, di una nobile esistenza.
Fuscaldo è fascinosa, ammaliante, attraente,
culturalmente interessante!
Chi volesse, realmente, vivere l’atmosfera del Medio Evo
non ha che da inoltrarsi nelle stradine del “Castello” o della “Rupe”,
laddove l’antica Storia si attualizza, diventa emozione, quasi lo
spirito degli avi trasmigrasse attraverso i secoli che appaiono,
magicamente, di fronte a noi, immortalati in un’eternità di pietra.
Fuscaldo, “ un antico paese del
Sud” in cui si ascoltano magici silenzi insieme ad “antiche memorie” e
“racconti di pietra”, ove si vive una vetustà ancora pulsante, che
coinvolge il presente nel ricordo della “Fons calidus” degli antichi
Bruzi latinizzati dai Romani, allorché questi giunsero nell’opulenta
Magna Grecia, chiamati dai nuovi sibariti di Thurioi come alleati
contro Pirro.
Un paese incantevole, tranquillo, in cui è possibile
avvertire, fisicamente, la mollezza dell’ozio, appena sfiorata dalla
fatica di un tressette al bar con gli amici.
Un paese in cui vivere è curarsi dai mali moderni, quelli
di una società stressante.
Fuscaldo: terapeutico, ipotensivo, dionisiaco,
simposiaco, rilassante ed insieme stimolante, ove si cura la malinconia
degustando “fresine alla cudinula salata” alias caviale del Sud,
saporose polpette di melanzana oppure olive salate “ammaccate” nonché
fette di soppressata DOC - a punta di coltello - sorseggiando succhi
d’uva dell’antica Enotria, come venne chiamata dai Greci, la nostra
Calabria, etimologicamente, abbondanza di ogni
bene.
E’ la ricetta che apre la via al
superamento delle angosce personali riconducendo, mediante il culto di
Epicuro, l’io personale alla comunione con l’io del gruppo.
A Fuscaldo si vive una vita placida, poiché alla
straordinaria bellezza del Paese, il cui fascino incanta fino alla
malia, si aggiungono i sentimenti di amicizia e di ospitalità per tutti
ed una cordialità di rapporti, che si vivono in un’atmosfera spensierata
pronuba di una serenità con punte di vera
felicità.
Mimì