STORIA E AFFRESCHI PRINCIPALI
Nella frazione Torre, a sud di Calusco d'Adda, sorge villa Colleoni, che per dimensioni e struttura è tra le maggiori del territorio bergamasco. Costruita sul luogo dov'era il castello di Trussardo Colleoni, avo di Bartolomeo e podestà di Lodi nel 1280, assunse l'aspetto attuale probabilmente nel corso del Seicento e nel Settecento ricevette una decorazione interna di singolare importanza, concepita come celebrazione della famiglia Colleoni e principalmente del celebre condottiero vissuto nel XVsecolo.
Il complesso fu suddiviso fra tre proprietari; le condizioni mediocri o cattive di alcune parti e le ristrutturazioni di alcune zone, non consentono una chiara ricomposizione dell'aspetto originario. La parte centrale, rimasta sostanzialmente immutata nell'articolazione interna, conserva gli elementi di maggiore interesse.
Lo snodo dei corpi di fabbrica definisce due cortili: quello a nord, di tipo rustico possiede sul lato principale un portico ad archi ribassati.
Il corpo di fabbrica a sud (dal 1943 di proprietà delle suore di Maria SS.Consolatrice) presenta verso il parco all'inglese una fronte simmetrica a due piani, con ali lievemente sporgenti, finestre al primo piano a timpano spezzato e attico centrale (che reca la scritta « Villa Luigia»). Nonostante qualche cautela nel trattamento degli esterni, questa parte è la più trasformata; salvo un vano scala con volta a stucchi e rampe con balaustra di ferro, essa non presenta ambienti di qualche interesse; anche la tinteggiatura sulla fronte verso il cortile principale, dove le pareti erano un tempo interamente affrescate, accentua lo smembramento dell'edificio.
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Sotto all'affresco n°3, una rappresentazione di Bartolomeo Colleoni a cavallo, sulla sinistra lo stemma con sopra una corona e sulla sinistra una pergamena narra le gesta del condottiero. Il alto, le finestre illuminavo l'affresco del soffitto e davano luce all'interno della torre. Sempre in alto, una porta in legno dava accesso a un terrazzino di legno, dal quale la servitù poteva guardare gli ospiti che salivano lo scalone della villa. Se capitate a Milano, uscite al metrò Duomo, passate sotto galleria V.Emanuele e proseguite per via Manzoni, li troverete il museo Poldi Pezzoli. Vicino alla sala delle armi, potrete ammirare l'affresco (n°1) e vedere anche il dipinto preparatorio. L'affresco è stato riadattato su un altro soffitto, ma il vantaggio è che si vede da molto vicino rispetto a quando era originariamente in cima alla torre. |
A
sinistra:
Carlo
Innocenzo Carloni, Apoteosi di Bartolomeo Colleoni, olio su tela,
museo Poldi Pezzoli, Milano,
inv. 3268 Questo dipinto preparatorio, si trova nella stessa sala dove è stato ricollocato l'affresco che un tempo era sotto al soffitto della torre. Per vederlo, appena entrati nel museo Poldi Pezzoli, andate a sinistra, è nella stanza vicino alla sala delle armi.
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Carlo
Innocenzo Carloni, Apoteosi di Bartolomeo Colleoni, affresco
staccato, Museo Poldi Pezzoli, Milano, d.t. 727
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Affresco sotto al soffitto dello scalone (n°1) ora ricollocato su un soffitto del museo Poldi Pezzoli. Al centro c'è raffigurato Bartolomeo Colleoni, rappresentato con l'elmo per indicare il suo passato di condottiero, che viene portato in cielo da angeli e figure che rappresentano le virtù. Questo tipo di rappresentazioni è meglio conosciuto come "glorificazione o apoteosi" dove i personaggi in questione, vengono portati in cielo perché considerati meritevoli grazie alle loro imprese. Osservando l'opera dal vivo, si possono notare particolari altrimenti non visibili in fotografia, per esempio: (1) Dietro a Bartolomeo Colleoni una figura che ricorda Dio Padre, tiene in mano un libro ed ha al collo un medaglione. (2) Dietro a Bartolomeo Colleoni, lo stemma di famiglia e più sopra, degli angeli portano corone di alloro e suonano le trombe per annunciare la notizia dell'apoteosi. (3) A sinistra, la raffigurazione della "giustizia" tiene una spada e accanto a lei un angelo porta una bilancia, oggetti tipici di questa virtù. (4) A destra, Ercole rappresenta la virtù della "forza" sia fisica che morale, in testa ha la pelle di un leone e tiene in mano una clava, attributi della forza o "fortezza". (5) La virtù della "fede" rappresentata con l'elmo, allontana i nemici (7) catturati dal Colleoni, questi personaggi sono raffigurati legati per indicare che sono stati resti inoffensivi grazie alle imprese del condottiero. Per terra infatti, troviamo deposti i loro scudi, le armi e anche la loro bandiera. Le figure mimetizzate tra le nuvole (8) visibili solo sull'affresco originale, probabilmente sono sempre i nemici, che vengono fatti sparire letteralmente dalle virtù del Colleoni. Non sono riuscito ad identificare invece la figura (6) che porta dei fiori, ma probabilmente è ancora una virtù. Nel dipinto preparatorio, questa figura ha le ali da farfalla (come gli amorini) è probabile quindi, che non si tratti di una delle virtù teologali. Un altra cosa curiosa è che le virtù femminili sono state messe alla destra del Colleoni, mentre quelle maschili alla sinistra. (Ricerche simboliche e descrizioni dell'affresco: ©Stefano Vimercati 2004) |
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La facciata su strada del corpo principale alto due piani più il sottotetto, presenta una larga composizione simmetrica: la parte centrale è incorniciata da paraste e sviluppata in apparenza su tre piani, con terminazione a timpano triangolare, ma le finestre dell'ultimo piano sono finte. |
Varcato il portale ad arco tra lesene bugnate, sul quale insiste uno stemma, si entra nell'atrio, che ha volte sostenute da colonne toscane, da qui nel portico di sette luci ad archi ribassati su colonne e con volte a crociera. Il portico, che disimpegno una sequenza di sale a volta con bei camini di pietra, un tempo continuava lungo le due ali interne; ora è aperto soltanto nell'ala nord, ancora con sette arcate; qui il pavimento è ad acciottolato e sotto le volte è dipinta un'interessante meridiana a riflesso. In quest'ala si notano nei muri e nelle volte le strutture superstiti più antiche, appartenenti al castello medioevale.
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Al primo piano, nell'ala verso strada, una galleria corrispondente al portico da accesso a un'infilata di stanze che hanno soffitti piani di legno e pareti affrescate, anche con prospettive; la sala maggiore è verso nord, con accesso dallo scalone. Anche in corrispondenza del portico e dell'ala nord vi è una galleria, che ha un elegante fregio, affrescato nel 1748 da Domenico Brignoli . Busti, statue e stemmi sono opera di Anton Maria Pirovano, scultore bergamasco del Settecento.
La cappella gentilizia, a pianta rettangolare, ristrutturata negli anni ’70 ha una modesta porta su strada, che dava accesso alle funzioni per la gente comune, mentre gli abitanti della villa, passavano dagli appartamenti privati, direttamente a un terrazzino interno alla chiesa.
(Di lato: la
facciata di villa Colleoni in un incisione su vetro. Le foto a colori sono state scattate da Stefano
Vimercati, nell'aprile del 2004, su gentile concessione dei proprietari.)
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