LA “GATA MORNIA”
La Gatta Mornia sarebbe una lontana parente dell’uomo nero. Mia nonna raccontava questa storia ai bambini per mandarli a letto a dormire, ma a dire il vero questa storia è talmente paurosa che ci sarebbe da fare gli incubi più che i sogni.
La descrizione della "Gata Mornia" si fermava quasi sempre al suo aspetto e alla sua provenienza. Di certo si sapeva che era nera con gli occhi rossi e che di notte scendeva dal solaio per controllare se i bambini dormivano.
La frase classica era “va’n lecc a durmè, se no la ria la Gata Mornia” e se il bambino non voleva andare a letto, veniva raccontato il continuato della storia: Un bambino che non voleva dormire era rimasto fuori dalla sua camera, ma arrivato a un certo orario, la Gata Mornia uscì dal solaio.
In alcune versioni la Gata Mornia era dotata anche della parola… faceva dei versi e diceva: “Gnignu gnignaoooo sono sul primo gradino, sto venendo a prenderti…”
La storiella continuava con la Gata Mornia sul secondo gradino, poi sul terzo ecc. ecc. ed era quasi automatico che poco dopo il bambino (per la paura) corresse nel suo letto alla massima velocità.
Questa storiella ha funzionato con quasi tutti i nipoti che stavano a dormire in cascina, tranne che con me… io invece volevo sapere da mia nonna chi era quel bambino e se era esistito veramente… cosa sarebbe successo se non fosse andato subito a letto? … perché la Gata Mornia non andava anche dagli adulti? E per quale motivo non poteva far niente ai bambini che stavano dormendo?
Di giorno mi improvvisavo investigatore e andavo sul solaio a controllare se c’erano eventuali passaggi segreti da dove poteva uscire la Gata Mornia, mentre di notte bastava non sfidare la sorte e andare a letto a dormire… in fondo la Gata Mornia non era poi così pericolosa.
Col passare degli anni non dimenticai la storia della Gata Mornia, e iniziai a fare alcune ipotesi sulla sua origine.
Era curioso come questa storia venisse raccontata solo in questa cascina di Solza, (o al limite in alcune case limitrofe) la descrizione della creatura poi, era davvero terrificante… immaginare una “cosa” nera con gli occhi rossi che scende dalla scala del solaio, metterebbe paura a chiunque e non solo ai bambini.
La Gata Mornia doveva essere una sorta di creatura soprannaturale perché di giorno non si vedeva mai, ma una volta che il sole era calato, poteva materializzarsi e aveva libero accesso al nostro mondo… e il fatto che la Gata Mornia andasse a vedere i bambini che dormivano senza toccarli, poteva avere solo una spiegazione, ovvero: si nutriva dei loro sogni!
Mettendo insieme tutti questi elementi con un po’ di fantasia, ho provato a immaginare com’è nata la leggenda della Gata Mornia e chi era quel bambino di cui mi parlava mia nonna…
La Gata Mornia.
Racconto di Stefano Vimercati basato sulla leggenda della Gatta Mornia.
Tanto tempo fa Solza non esisteva, al suo posto c’era un paese chiamato Riviera d’Adda che comprendeva gli attuali Solza e Medolago, c’erano poche case ma erano tutte costruite vicino alla chiesa o sulle strade che portavano verso gli altri paesi.
Un giorno arrivò da Milano una coppia di nobili che decise di costruire qui la
propria dimora.
Il terreno dove ora sorge la
cascina era occupato solo da alberi e qualcuno del paese ci andava a raccogliere
la legna per l’inverno, ma nessuno aveva mai pensato di costruirci una casa.
Il terreno però fu subito ritenuto il posto ideale, anche se qualcuno del paese
cercò di dissuadere i proprietari dal costruire una casa troppo lontana dalla
chiesa e vicina ai boschi, senza però spiegare quale fosse il vero pericolo.
Ignorando questi avvertimenti, i
proprietari comprarono il terreno su cui oggi sorge la cascina, forti del fatto
che sotto scorreva una vena d’acqua che portava al fiume Adda e che avrebbe
reso “autonoma” la casa.
Così iniziarono gli scavi per il pozzo profondo più di 80 metri che ancora oggi si trova nascosto davanti alla facciata principale… fu scavata la parte sottostante al cortile e poi vennero costruite le volte sotterranee in mattoni… in breve la casa fu completata e con il tocco di alcuni artisti fu interamente decorata con affreschi e mosaici nelle sale principali.
Tutto era pronto, così i proprietari si trasferirono finalmente a Solza…
Gli alberi dietro la cascina furono abbattuti e queste aree vennero trasformate in campi coltivabili.
I proprietari avevano molte persone al loro servizio; i braccianti pensavano alle coltivazioni e l’altro personale pensava a preparare il cibo e altre faccende domestiche.
Tutto funzionava a meraviglia e
i proprietari a breve ebbero un figlio, si rese quindi necessaria la presenza di
una balia, così assunsero una donna del paese.
La balia per mettere i proprietari in guardia dal pericolo, gli raccontò la storia della Gatta Mornia, ma per non essere presa per pazza la raccontò come fosse una leggenda.
Tutte le case, erano costruite vicino alla chiesa e lontane dai boschi per via della Gatta Mornia, una creatura metà umana e metà felina, col pelo nero e con gli occhi rossi.
Chi l’aveva vista diceva che la Gatta Mornia fosse una creatura soprannaturale e si aggirasse per i boschi solo di notte, il suo cibo preferito erano i sogni dei bambini, per questo si spingeva sempre più vicino alle case… meglio se isolate come questa cascina.
Il fatto di aver disboscato il terreno per ottenere dei campi coltivabili, doveva aver fatto arrabbiare la Gatta Mornia e la presenza di un bambino piccolo l’avrebbe attirata sicuramente…
Dopo aver sentito questa storia, la proprietaria della cascina, credette che la balia fosse matta, così preferì allevare personalmente il figlio…
Passarono alcuni anni, il bambino cresceva normalmente e la leggenda della Gatta Mornia fu presto dimenticata.
Fino a quando un giorno il bambino (ormai in grado di parlare) chiese alla madre cosa erano i sogni…
La madre si accorse allora, che suo figlio fin da piccolo non aveva mai avuto il ricordo di un sogno, e gli tornarono in mente le parole della balia licenziata qualche anno prima
Doveva essere sicuramente così… tutte le volte che il figlio non ricordava i propri sogni voleva dire che era passata la Gatta Mornia per nutrirsene... così la donna preoccupata ne parlò col marito.
Ma il figlio che era abbastanza grandicello, ascoltò i genitori di nascosto, così venne a conoscenza della leggenda della Gatta Mornia…
Venne la notte e il bambino non riusciva a dormire; si voltava terrorizzato ad ogni scricchiolio di un mobile… ad ogni folata di vento.
La cascina allora era completamente isolata e regnava l’assoluto silenzio.
Poi quando il bambino quasi stava per addormentarsi sentì un rumore, la porta del solaio si era aperta e qualcosa o qualcuno stava scendendo silenziosamente dalla scala in pietra…
Si sentiva un rumore appena percettibile che ricordava le unghie di un animale quando cammina… solo che questo animale aveva due zampe e stava proprio scendendo dalla scala del solaio…
Il bambino terrorizzato non riuscì nemmeno a gridare, così decise di uscire dalla camera e scappare nei locali di sotto… mentre scendeva silenziosamente dalla scala, vide attraverso la ringhiera in ferro un’ombra nera entrare nella sua camera e sentì la Gatta Mornia che annusava il suo letto vuoto… poi di nuovo quei “passi” che stavano scendendo la seconda rampa di scale.
Era LEI e stava arrivando a prenderlo! Stava cercando dei sogni da divorare, ma purtroppo il bambino era sveglio.
Il bambino era troppo piccolo per riuscire ad aprire il portone e fuggire da qualche parte, così cercò di nascondersi da qualche parte nel cortile…e recuperando un filo di voce iniziò a parlare per cercare di chiamare i suoi genitori.
“Papà, mamma… aiutatemi!” ma la sua voce era troppo debole a causa della paura e nessuno lo avrebbe mai sentito.
La gatta mornia però sentendo quella vocina, andò dritta nella sua direzione, senza nemmeno utilizzare l’olfatto.
La madre del bambino si svegliò all’improvviso, quasi avesse sentito quella debole richiesta d’aiuto… accese la lampada e andò nella stanza del figlio ma trovò il letto vuoto, così scese nel cortile e appena uscita dalla porta vide un ombra nera con in braccio il suo bambino.
La Gatta Mornia si girò verso di lei e per un momento la luce della lampada venne riflessa dagli occhi rossi della creatura, poi con in braccio il bambino che sembrava svenuto, corse verso il portone chiuso e lo attraversò facendo un grande salto; si dissolse come un fantasma, come se avesse portato il bambino in un’altra dimensione. La donna gridò disperata. Il marito e tutta la servitù si svegliarono subito, accesero numerose fiaccole e cercarono il bambino per tutta la cascina, poi visto che non si trovava, iniziarono a dar credito alle parole della donna… furono fatti scorrere i pesanti catenacci che chiudevano il portone e le ricerche del bambino proseguirono anche all’esterno della cascina, nei campi e nei boschi fino alla mattina e anche per tutto il giorno successivo. In quelle crepuscolari giornate invase dalla nebbia, si vedevano girare le luci delle torce e si sentiva gridare il nome del bambino… ma tutte le ricerche furono vane. La notizia fece in breve il giro del paese, la leggenda della Gatta Mornia aveva preso nuovo vigore ed era ormai sulla bocca di tutti… Quelli che non credevano alla leggenda pensavano che la madre avesse buttato il bambino nel pozzo. |
La disperazione per la perdita del figlio e le dicerie della gente, resero la vita insopportabile ai genitori del bambino… la servitù era scappata per paura e nessuno voleva più lavorare per loro… così dopo poco tempo caddero in miseria e decisero di lasciare quella casa per tornare a Milano.
Prima di andarsene fecero chiudere il pozzo davanti alla facciata della casa… e sulle pietre del portone fecero incidere la scritta in latino che ancora oggi è leggibile: NEI TEMPI FELICI MOLTI E NUMEROSI AMICI – QUANDO LA FORTUNA PERI’ NESSUNO ERA PIU’ AMICO.
La frase riassumeva la loro vicenda personale e ricordava a chiunque entrava in cascina questa triste verità.
Una mattina di buon ora, quando non era ancora sorto il sole e una leggera foschia si alzava sui campi… i due coniugi, entrambi vestiti di nero, guardarono un’ultima volta la loro casa; quello che doveva essere il loro sogno… poi salirono su una carrozza e non tornarono mai più.
La cascina restò disabitata per alcuni anni... qualcuno in paese diceva che la Gatta Mornia non avendo più a disposizione il suo rifugio nei boschi, si era nascosta sul solaio di questa casa.
Alla fine, questa triste vicenda fu dimenticata. La cascina venne finalmente venduta e passò di mano in mano a vari proprietari, fino ad essere acquistata dall’avvocato Terzi che la affittò ad alcune famiglie, tra cui quella di mia nonna.
Da allora la leggenda della Gatta Mornia è sempre rimasta legata a questa casa e chiunque è stato bambino in questa cascina è venuto a conoscenza di questa storia.
Ovviamente la storia subiva di volta in volta alcune modifiche dovute alle diverse interpretazioni personali, così nel corso degli anni la leggenda della Gata Mornia venne considerata solo una storia per bambini.
Oggi questa cascina è stata trasformata in tanti piccoli monolocali e appartamenti e non è più così fuori dal centro abitato… Vicino sono state costruite tante case, villette e campi sportivi.
Ma fate comunque attenzione! Se in una sera di nebbia vedete un ombra scura che si aggira per le strade o nei cortili… potrebbe essere Lei.
E se al mattino i bambini non ricordano che sogno hanno fatto durante la notte… molto probabilmente vuol dire che la Gatta Mornia non è solo una leggenda.
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Però esiste anche un'altro punto di vista: La Gatta Mornia in definitiva potrebbe non essere così cattiva e pericolosa come la si immagina, il suo scopo (come quello di tutte le altre creature) è solo quello di sopravivere, forse la Gatta Mornia voleva solo mangiare i sogni di quel bambino come faceva tutte le altre sere... e non voleva uccidere nessuno, forse il bambino di questa storia è morto di paura a causa dell'aspetto della Gatta Mornia... e la Gata Mornia quando ha intuito quello che era successo, l'ha portato via con se, facendolo diventare parte della sua leggenda.
Quindi, fin quando qualcuno ricorderà e racconterà la storia della Gatta Mornia, anche quel bambino vivrà all'interno di quella leggenda.