UNA SFIDA AL CIMITERO
Un
tempo Solza e Medolago erano uniti nel comune di Riviera d’Adda e mia nonna era
originaria proprio della zona che ora è chiamata Medolago.
La
storia che andremo a narrare veniva raccontata sempre ambientata nel cimitero di
Medolago e veniva riportata come un fatto realmente accaduto… ma andare ad
indagare sulla veridicità di questa vicenda sarebbe davvero un impresa e
soprattutto non si saprebbe nemmeno da dove far partire le ricerche.
La storia racconta di una ragazza un po’ timida e introversa che chiameremo Alice.
I
suoi amici spesso la prendevano in giro proprio per il suo carattere schivo e
per i suoi modi di fare.
Un
giorno dopo l’ennesima presa in giro, Alice si arrabbiò e disse ai suoi amici
che anche se sembrava timida in realtà aveva coraggio da vendere e che alla
prima occasione glielo avrebbe dimostrato.
Così
i suoi amici organizzarono una sfida… con la promessa che se Alice
avesse superato questa prova, loro non l’avrebbero più presa in giro.
I
ragazzi diedero ad Alice un paletto di legno… la prova consisteva nello
scavalcare il cancello del cimitero di notte, attraversare tutto il camposanto e
conficcare il paletto nel terreno vicino all’ultima tomba.
Se
all’indomani i ragazzi avessero trovato il paletto, era la prova che Alice
aveva veramente scavalcato il cancello e attraversato tutto il cimitero,
altrimenti voleva dire che Alice era rimasta la solita fifona.
Alice
pensò che in fondo non era una prova poi così difficile, in definitiva si
trattava solo di scavalcare un cancello e… nessun morto si era mai svegliato
dal cimitero… così spinta dall’orgoglio e incentivata dalla prospettiva di
essere rispettata, accettò la scommessa.
Arrivò
la sera, gli amici di Alice stazionavano fuori dal cimitero per assicurarsi che
il paletto non venisse piantato nel terreno prima della chiusura del camposanto.
Sul
tardi arrivò il custode del cimitero che chiuse i cigolanti cancelli e diede
addirittura tre mandate con la chiave…
Il
custode notò i ragazzi davanti al cancello del cimitero, ma non ci fece caso più
di tanto.
Ora
tutto era pronto… i ragazzi se andarono a casa perché la prossima mossa
toccava ad Alice.
Una
ragazza al giorno d’oggi sarebbe molto più indipendente, ma Alice viveva in
una realtà contadina e non poteva certo dire ai suoi genitori cosa sarebbe
andata a fare quella notte… così dopo aver mangiato e pregato con i genitori,
Alice andò in camera sua e fece finta di addormentarsi.
Alice
aspettò circa un’ora, si assicurò che i suoi genitori dormissero e poi si
rivestì, aprì la finestra della camera e uscì di casa prendendo la direzione
del cimitero.
Allora
non esisteva l’illuminazione pubblica, ma la luna parzialmente coperta dalle
nuvole era sufficiente per illuminare la strada e Alice arrivò abbastanza
velocemente nei pressi del cimitero e attraversò tutto il viale con i cipressi.
Il
primo passo era fatto… ma Alice indugiò un attimo prima di scavalcare il
cancello, voleva assicurarsi che i suoi amici non gli avessero fatto qualche
scherzo idiota, così restò ferma per sentire se magari dietro qualche
cespuglio c’era qualche bisbiglio o qualche risatina soffocata.
Una
volta controllato che fosse tutto a posto, Alice si avvicinò al cancello, inserì
nelle inferiate prima un piede, poi una mano e in breve tempo scavalcò il
cancello senza problemi.
La
struttura a quadrati delle inferiate aveva reso la cosa molto più semplice del
previsto, Alice era impaurita ma allo stesso tempo una scarica di adrenalina gli
diceva di continuare nella sua impresa.
Adesso
si trattava di attraversare tutto il cimitero fino ad arrivare all’ultima
tomba…
Alice
partì abbastanza spedita, ma man mano procedeva nel suo cammino gli tornavano
alla mente tutte quelle storie macabre che aveva sentito sui cimiteri…
qualcuno diceva che il becchino del paese riesumando alcune vecchie bare aveva
trovato degli scheletri con le mani nei capelli… persone sepolte che in realtà
non erano morte e si sono risvegliate nella cassa… una fine terribile!
Alice
ora si stava domandando se era giusto violare il rispetto per i morti solo per
una stupida scommessa…
E
le storie sui fuochi fatui? I più coraggiosi del paese dicevano che nelle notti
d’estate capitava di vedere dei gas verdognoli uscire dalle tombe, ma saranno
stati veramente dei gas?
Alice
mentre camminava lungo il viale principale del cimitero, ripensava a queste
storie e aveva rallentato la sua andatura… i suoi passi sulla ghiaia
risuonavano nel silenzio come un frastuono assordante.
Nella
mentre di Alice si facevano strada immagini terribili e paurose, si aspettava di
vedere un fuoco fatuo da un momento all’altro… dove al suo interno prendeva
forma l’immagine di qualche morto.
Alice
assalita da questi pensieri accelerò il passo e corse fino all’ultima
tomba… ormai era fatta! Bastava piantare il paletto per terra e poi uscire dal
cimitero il più velocemente possibile.
Prima
di inserire il paletto nel terreno Alice si guardò attorno ancora una volta,
controllava che i suoi amici non fossero nei paraggi pronti a fargli qualche
scherzo, così si avvicinò alla terra e piantò il paletto conficcandolo con
forza nel terreno.
Era fatta! Ormai aveva superato la prova e tutti l’avrebbero rispettata... ma quando Alice cercò di rialzarsi si sentì tirare per la gonna! Qualcuno
da sottoterra stava cercando di prenderla! Alice cercò di sfuggire alla
presa, ma cadde per terra. Alice
continuava a muovere le gambe e le braccia cercando di allontanarsi ma
senza risultati, mentre altre mani scheletriche uscivano dal terreno e
cercavano di tenerla ferma. Le braccia dei morti si facevano sempre più numerose e alla fine riuscirono a portare Alice sotto terra. Il mattino seguente di buon ora, gli amici di Alice andarono davanti al cimitero aspettando che il custode aprisse il cancello. |
Il
custode guardò un po’ incuriosito i ragazzi che aveva visto la sera prima,
poi aprì i cancelli e i ragazzi entrarono… erano ansiosi di vedere se il
paletto c’era o non c’era.
Ma
una volta arrivati all’ultima tomba, al posto del paletto trovarono Alice
morta di spavento con il paletto conficcato si nel terreno... ma anche nella sua
stessa gonna.
In pratica Alice aveva fatto tutto da sola, conficcando il paletto nel terreno aveva infilzato anche la sua gonna, poi il buio la confusione e la paura avevano generato nella mente di Alice immagini terribili che il suo cuore non era riuscito a reggere.