Probabilmente il primo uomo a descrivere il calore come una entità fisica definita e misurabile fu il medico scozzese Joseph Black (1728 - 1799).
Egli intese il calore come un fluido imponderabile che chiamò "calorico". Questo fluido poteva entrare in tutti i corpi materiali facendone aumentare la temperatura.
Black definì poi l'unità di calore come il calore necessario per far aumentare la temperatura di una libbra di acqua di 1°F.
Nel moderno sistema metrico si usa la caloria.
Una caloria è la quantità di calore che si deve somministrare a un grammo d'acqua per far salire la sua temperatura da 14,5°C a 15,5°C.
Benjamin Thompson (1753 - 1814), nato nel Massachusetts fu il primo a concepire il calore come un movimento interno dei corpi materiali.
Dopo la Rivoluzione Americana venne inviato in Baviera come ministro della guerra.
Qui ricevette anche il titolo di Conte di Rumford.
Assistendo alle operazioni di foratura dei cannoni rimase stupito dalla grande quantità di calore che si sviluppava.
Questo calore era inspiegabile con la teoria del "calorico".
Scrive Rumford:...E ragionando su quest'argomento, non dobbiamo dimenticare di considerare la circostanza più notevole, che la sorgente di calore generato per attrito, in questi esperimenti, appariva manifestatamente inesauribile.
Non è il caso di insistere sul fatto che una cosa che un corpo isolato, o un sistema di corpi, può continuare a fornire senza limitazione non può essere una sostanza materiale; e mi pare estremamente difficile, se non impossibile, formarmi un'idea distinta di una cosa che possa essere eccitata e comunicata nel modo in cui il calore fu eccitato e comunicato in questi esperimenti, a meno che non si tratti di un MOTO. |