Volta presenta la pila a Napoleone
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L'animazione dimostra che con due metalli (rame e zinco) immersi in una soluzione composta da acqua e acido solforico, è possibile ottenere una corrente elettrica. Già con la prima pila la corrente elettrica aveva una durata di alcune ore, tempo lunghissimo se confrontato con la scarica dell'elettricità statica che durava solo una frazione di secondo.
La prima pila di Volta era costituita proprio da una pila di coppie di dischetti di rame e zinco separate da dischetti di feltro imbevuti di acqua salata. La corrente percorre il filo che unisce il disco superiore di zinco con quello inferiore di rame. Volta comunicò la sua scoperta con una lettera a Sir Joseph Banks, presidente della Royal Society, nel marzo del 1800.
L'avvento della pila non poteva giungere più opportuno. Gli scienziati che studiavano l'elettricità avevano ormai esaurito le possibilità offerte dall'elettricità prodotta con le macchine a strofinio.
Nei primi anni del XIX secolo Sir Humphry Davy (1778-1829) riferì più volte sulla natura della scintilla prodotta fra le estremità della pila del Signor Volta, e nel 1802 riferiva che, "se al posto dei metalli si usano pezzi di carbone ben calcinato, la scintilla è più forte e di un bianco più luminoso".
Dal 1809 in avanti l'arco elettrico costituì un argomento abituale nelle conferenze pubbliche, e già dal 1845 si tentò di introdurre l'illuminazione elettrica ad arco su scala commerciale. Questi tentativi fallirono perchè l'unica fonte di elettricità era ancora la pila (troppo costosa e di breve durata).
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