Paphiopedilum
Questa e' una pianta piu' piccina
del Cymbidium, anzi si potrebbe dire piu' larga che alta (a parte quando porta il fiore), difatti
le foglie a rosetta, partono tutte dal terreno, si aprono a raggiera arcuandosi
poi leggermente e sono lunghe circa 20 cm. e larghe sui 3 o 4 cm. a seconda della varieta', a volte
verde chiaro o piu' scuro, a volte elegantemente marmorizzate. Occupa pertanto una altezza di 30 cm.
max fiore e vaso compreso (di meno quando non ha il fiore), mentre in ingombro bastano altri 30 cm.
Nella foto qui in alto ci sono due vasetti messi vicini, due vasi di plastica da 10 cm., dei quali
uno porta due fiori: evidentemente ci sono due piante in quest'ultimo, visto che si comporta
esattamente nello stesso modo tutti gli anni. Per le annaffiature, il fertilizzante e la composta,
mi regolo esattamente come per il Cymbidium. La foto piu' sotto si riferisce ad un'altra Paphiopedilum
con il fiore color rosso mattone e stupende foglie marmorizzate, anche se dalla foto si puo' apprezzare
poco la cosa, che sono abbastanza larghe: circa 5 cm.
Vale inoltre, ovviamente, anche la stessa tecnica di villeggiatura estiva nel terrazzo
ombreggiato da aprile/maggio a fine settembre. A fine settembre quando ritiro le piante, gia'
trovo in mezzo al fogliame di queste orchidee il bocciolo del fiore che sta spuntando dal
terreno, procede poi la crescita del bocciolo e segue la fioritura. Il fiore resiste parecchio,
circa una 20ina di giorni o piu' se si ha l'accortezza di nebulizzare acqua *molto* di frequente,
(evitando pero' di bagnare i fiori per non macchiarli e rovinarli)
soprattutto per evitare piu' possibile alla pianta il brusco passaggio, in un momento cosi' delicato come
la formazione del bocciolo e la fioritura, dicevo il brusco passaggio dalle condizioni di temperatura
e umidita' di settembre all'esterno, a quelle di caldo secco e mancanza di luce, proprie dello
stesso periodo ma in casa.
Indispensabile, per questo specifico caso, ma vale un po' per tutte le piante da ritirare in
casa, operare il trasferimento PRIMA!! di accendere il riscaldamento, in modo che almeno per la prima
settimana la pianta non debba subire questa ulteriore difficolta', cioe' l'atmosfera calda secca e
perdipiu' ulteriormente seccata dai termosifoni di casa.