Le chitarre Carmelo Catania
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contributo di Giovanni Catania

Mio padre ed il Maestro (Tonazzi) si conobbero a Trieste per mezzo dei comuni amici Sig. Danese, liutaio catanese emigrato prima della guerra, e del sig. Repini, proprietario di un negozio di strumenti musicali, intorno al 1950 e prima ancora che il Maestro Tonazzi iniziasse la carriera di insegnante al Conservatorio di Bolzano. Da allora si sviluppò una intensa stima ed amicizia che durò fino alla prematura scomparsa di mio padre avvenuta nel 1970.

Il concerto che il Maestro tenne a Catania, credo fosse l’anno ’55, fu organizzato da mio padre, e dal suo fraterno amico Roberto Beccuti, che avendo saputo di un concerto che il Maestro avrebbe dovuto tenere a Messina, si adoperò per farlo venire anche a Catania nell’ambito stesso viaggio. In quella occasione ricordo che il Maestro prima di ripartire, con la scusa di provare alcuni strumenti, suonò davanti alle maestranze di mio padre, che poco avvezzi alla musica classica, rimasero in principio non poco delusi fino a quando il Maestro, resosi conto di questo, non attaccò col tema de “Il Terzo Uomo”, famoso film di Orson Welles, all’epoca da tutti conosciuto.

La storia del tutto fantasiosa dell’andirivieni di chitarre tra Catania e Trieste (così come riportata nell'intervista rilasciata dal m° Leone Gaier) sembra più la trama di una novella di Pirandello e non credo proprio che sia stata raccontata dal Maestro Tonazzi. Risponde a verità invece che mio padre ha costruito appositamente la chitarra del Maestro apportandovi alcune piccole modifiche da Lui richieste e che è la chitarra che poi da sempre il Maestro ha usato per i suoi concerti.

Home