Giovanni Francesco n.6/10/1782; m.16/6/1857 sp. Rosa Celli di Predappio	Sebastiano n.1785; m.circa 1870 celibe	Giuseppe Pellegrino n.27/4/1789; m.tra 1865 e 1870 sp. Caterina Fabbri di Montemaggiore -nonni dei miei nonni paterni-
Adelaide (n.17/10/1812) Enrico Giulio (n.6/12/1814) Lucia (n.18/7/1816) Lucia (n.6/10/1817)	Luigi Matteo n.6/4/1819; m.15/6/1882 Varano sp. Maria Briccolani -stipite da cui discendo-	Livia Maria n.1/10/1820; m.1/11/1882 sp. Alessandro Lombardi

* Lodovico fratello di Luigi Matteo che sposò circa nel 1778 la nobildonna Maria Luisa Biscia di Dovadola. * Lodovico si trasferì nella Casa di Montezoppo nel 1788. Tegola (coppo) -Incisa da Lodovico nel 1788 * La Casa di Montezoppo fu venduta da Lodovico nel 1830-32 a Domenico Mambelli. * Enrico Giulio sposò Caterina Mordenti. I loro discendenti risiedono attualmente in Predappio e Faenza. * Il 1° novembre del 1870 Luigi Matteo e famiglia si stabilirono a Palazzo Varano di Predappio, all'epoca chiamato "Casa Dovìa" dove abitavano una decina di famiglie. Nel 1884 la famiglia di Alessandro Mussolini e Rosa Maltoni, con il piccolo Benito, di soli undici mesi, si trasferì a Palazzo Varano, in un alloggio, accanto a quello di Domenico Raineri ed Anna Costa, già lì da quattordici anni.

Discendenza di Luigi Matteo Raineri e Maria Briccolani

Vista l'eredità del fratello Enrico, dobbiamo dire che Luigi fu il più sfortunato dei fratelli, infatti, a lui non rimase altro che un piccolo podere sito nei pressi di Dovìa. Maria diede alla luce tre figli: - Gesualda-Maria, nata a Monte del Ferro il 20 Ottobre 1841; + prima dell'aprile 1884. Di questa donna, grazie a documenti dell'archivio di Predappio, sappiamo che trasferì la sua residenza a Dovìa di S. Cassiano il 30 settembre 1866. Sorella di Giuseppe e Giovanni, è menzionata nell'albero allegato al libro di Camillo R.B. Gesualda fu la prima a trasferirsi a Dovìa; ma ne ignoriamo il motivo, e dove abitò. Questo trasferimento potrebbe essere stato causato da motivi affettivi; oppure, essendo dalle carte d'archivio risultata nubile, è lecito supporre che andò in qualche convento, come aveva fatto la sua vecchia prozia Maria, morta qualche anno prima che lei nascesse; della quale perpetuò il nome, forse per volontà del nonno Lodovico. - Giuseppe, nato il 27 Giugno 1844; abitò per qualche tempo a Monte del Ferro. Definito "possidente", nel 1870 si trasferì a Varano (Dovìa). Dal 1901 andrà ad abitare nella casa parrocchiale di Casticciano insieme al nipote don Sebastiano, dove svolgerà mansioni di sacrestano. Morì celibe nel 1912. - Giovanni (Domenico), nato il 29 dicembre del 1845 a Monte del Ferro. In famiglia veniva chiamato Domenico. Nelle carte d'archivio è nominato "possidente" (in pratica i due fratelli erano proprietari del podere ereditato dal padre). Il 1° Novembre 1870, si trasferì a Varano con i genitori e suo fratello. All'epoca egli era già fidanzato con Anna Costa (n. 1850 c.), sorella di Maddalena (native di Montemaggiore), figlie di Pietro e Maria Mordenti (sorella della nominata Caterina Mordenti, moglie di Enrico e zia, sia di Giovanni che di Anna); inoltre, la nonna di Anna (Anna Fabbri), era sorella di Caterina Fabbri, nonna di Giovanni; per cui Giovanni ed Anna erano secondi cugini. Il 1° settembre del 1872, da Varadino, Anna andò ad abitare in casa di Giovanni (o almeno, seppur trasferitasi in precedenza, in quella data ne variò la residenza); ma i due contrassero matrimonio solo il 14 Gennaio 1875, quando Anna era già incinta. Gli sposi andarono ad abitare in un primo momento a Varadino di Montezoppo, presso la famiglia di Anna, dove il 9 marzo 1875 nacque il primogenito, che in memoria dell'anziano prozio, scomparso da poco, venne chiamato Sebastiano (quinto di questo nome). L'anno successivo, tornarono a Varano, esattamente a Palazzo Varano, dai genitori di Domenico. In quell'abitazione, il 19 marzo 1879 nacque il secondogenito Pietro. Anna mise alla luce altre due figlie, che purtroppo non sopravvissero e vennero presto dimenticate, tanto che il loro fratello Don Sebastiano, neppure le menziona nel suo albero; è comunque certa la loro maternità e paternità, ancora oggi documentata in atti dell'archivio di Predappio. Domenico ed Anna, ebbero dunque quattro figli: - Sebastiano, nato il 9 Marzo 1875, a Varadino di Montezoppo (Predappio) ; + il 25 Agosto 1953 a Casticciano (Bertinoro). Di questo personaggio parleremo più avanti. - Pietro, nato il 19 Marzo 1979 a Varano di Dovìa (Predappio); + il 6 Agosto 1956 a Colleferro. Di questo personaggio (mio nonno), stipite delle seguenti generazioni, parleremo più avanti. - Gesualda-Maria, nata a Monte del Ferro (Predappio), il 4 Aprile 1884; + 21 Aprile 1884. - Gesualda-Maria, nata a Monte del Ferro, il 21 Aprile 1886; +10 Settembre 1886 a Varano. Queste ultime due sorelle risultano nate a Monte del Ferro (presso Montezoppo, in Predappio Alta), poiché, avendo il presentimento di un difficile parto, Anna probabilmente preferì recarsi a partorire dalla madre, come un tempo era d'uso. Domenico, oltre a fare il contadino, svolgeva vari lavori, tra i quali lo spazzacamino, e fu a causa del suo girovagare con una scala di legno sulle spalle che venne soprannominato "Cireneo" (come colui che aiutò Gesù Cristo a portare la croce). Questo personaggio è nominato da Benito Mussolini, nei suoi scritti sulla "Vita di Arnaldo", dove troviamo pure la descrizione della loro abitazione, molto simile a quella di Domenico, proprietario anche di una stalla: - Arnaldo ed io, (scrive il duce), dormivamo allora nella stessa stanza, nello stesso grande letto in ferro, costruito da mio padre, senza materasso e col saccone di foglie di granturco. Il nostro appartamento si componeva di due stanze al secondo piano di Palazzo Varano e per entrarvi bisognava passare dalla terza stanza che era la scuola. La nostra stanza serviva anche da cucina. - ... ... - Mentre traccio queste linee, rivedo il fiume, il torrente, la strada, i casolari, il campanile di San Cassiano, i miei coetanei, il "Callarone" che dalla provinciale saliva a Varano; le spigolatrici d'estate e le interminabili partite a briscola d'inverno nella stalla di Cireneo, partite interrotte soltanto quando giungevano i fogli illustrati con la guerra d'Africa.- In quelle riunioni serali, sovente s'intonavano canti di questo tipo: O Baldissera! Non ti fidar di quella gente nera. O Menelicche! Le palle son di piombo e non pasticche. L'abitazione dei Mussolini sita al secondo piano di Palazzo Varano, era simile a quella di Cireneo. Domenico, nel 1903 si trasferì con tutta la famiglia, a Bertinoro. Già da quando abitava a Varano, egli possedeva un calesse, del quale era geloso e ne ebbe cura fino alla fine dei suoi giorni. Morì a Casticciano nel marzo del 1927, dopo aver saputo che suo figlio Pietro ed i suoi nipoti, si erano accasati definitivamente a Colleferro. Mostriamo uno schema genealogico della discendenza di Luigi Matteo Raineri: * Fonte: Riccardo Raineri

Giovanni Domenico (Cireneo) e Anna Costa (i miei bisnonni) - Casticciano 1922

Luigi Matteo Raineri n.6/4/1819 a Montezoppo; m.15/6/1882 a Varano sp. Maria Briccolani di Premilcuore

Gesualda Maria n.20/10/1841; m.1884 Giuseppe (celibe) n.27/6/1844; m.1912 Dal 1903 Giuseppe visse con il fratello Giovanni Domenico nella parrocchia del nipote Don Sebastiano	Giovanni Domenico (Cireneo) n.29/12/1845; m.1927 a Casticciano sposa Anna Costa di Predappio Nel 1903 si trasferirono da Varano di Predappio a Casticciano nella parrocchia del figlio Don Sebastiano
Don Sebastiano n.9/3/1875; m.25/8/1953 Si rimanda alla pagina "Ricordo di Don Sebastiano Raineri"	Pietro n. 19/4/1879 a Varano; m.6/8/1956 a Colleferro sp. Maria Lombardi (miei nonni)

10 figli Giuseppina - Geltrude - Nino - Teresa - Luigi - Luigi - GIOVANNI (mio padre) - Delia - Nello - Nedda -Si rimanda allo schema genealogico sotto riportato-

* Luigi Matteo fratello di Livia Maria * I miei nonni Pietro e Maria Lombardi erano cugini. * Con Rachele Guidi Mussolini esiste un doppio legame di parentela, da parte di mia nonna Maria Lombardi e da parte di mio nonno Pietro.

Legami di parentela con Rachele Guidi Mussolini

Pietro Lombardi (figlio di Livia Raineri e Alessandro Lombardi), intorno al 1877, sposa Maddalena Costa di Varadino; e va ad abitare a S. Savino, nella stessa parrocchia di S. Cassiano. Più tardi Pietro si trasferisce con la famiglia a Forlì. Da questo matrimonio nasceranno otto figli: Maria (n.1879; mia nonna), Antonio (n.1881), Giacomo (n.1882; morto in guerra nel 1915), Giovanni-Francesco (n.1883), Teresa (n.1884), Geltrude (o Tudina n.1885), Nina (n.1886), Domenico (n.1887), e Luigi (n.1888). Domenico fu padre di cinque figli: Dino (n.1916), Giacomo (n.1919), Germano (n.1926), Pietro (n.1929) e Maria (n.1931). Giacomo, Pietro e Maria, sono oggi (a.2000) residenti a Meldola. Anna Lombardi (sorella di Pietro), il 20/7/1879 sposa Agostino Guidi e va ad accasarsi a Salto, nella "Villa dei Raineri", ex residenza dei suoi antenati, al servizio di Camillo R.B. Dal matrimonio di Anna con Agostino Guidi, custode e colono di Casa Raineri a Salto, nasce Rachele, futura moglie di Benito Mussolini. Mostriamo uno schema genealogico di Livia Maria Raineri, per meglio capire questo legame di parentela: * Fonte: Riccardo Raineri

Livia Maria Raineri n.1/10/1820; m.1/11/1882 sp. Alessandro Lombardi

Cesare	Pietro Lombardi n. ... 1850; m.1926 n.24/9/1853; m.1926 sposa Maddalena Costa Si accasano a S. Savino	Anna Lombardi n.24/9/1853; m.1926 sposa Agostino Guidi n.24/1/1851; m.1902 a 51 anni	Domenico	Ceciclia
	Maria Lombardi (n.1879) sp.Pietro Raineri (n.1879) (miei nonni)	Rachele Guidi n. 11/4/1890; m.30/10/1979 Nel 1909 si unì con Benito Mussolini che poi sposò nel 1915 con rito civile e nel 1925 con rito religioso

* Livia Maria Raineri, nipote di LODOVICO che nel 1788 lasciò "Palazzo Salto" per stabilirsi in "Monte Zoppo" e sorella di Luigi Matteo dal quale io discendo. * Anna Lombardi il 20/7/1879 sposa Agostino Guidi e va ad accasarsi a Salto, nella "Villa dei Raineri", ex residenza dei suoi antenati, al servizio di Camillo Raineri Biscia. Dal matrimonio di Anna con Agostino Guidi, custode e colono di Casa Raineri a Salto, nasce Rachele, futura moglie di Benito Mussolini. * Maria Lombardi e Rachele Guidi erano cugine

Gli anni a Casa Varano con i Mussolini - Notizie su Dovìa nel fine 1800 ed inizi 1900

Nel 1876 Dovìa contava circa sessanta famiglie per un totale di trecento abitanti. Il piccolo borgo, frazione di Predappio (alta), comprendeva "Palazzo Varano" (che dal tempo del fascismo sarà sede del comune di Predappio), "Palazzo Tancredi" (situato di fronte, al di là del piazzale), la chiesetta di S.Cassiano ed altre vecchie case. All'epoca mancava ogni più elementare servizio, dalla posta, alle scuole, all'illuminazione, alla nettezza urbana. Si erano fatte molte richieste al comune di Predappio, ma esse avevano avuto sempre risposte negative dalla prefettura di Forlì. Nell'agosto del 1877, Alessandro Mussolini, consigliere comunale di Predappio, prese in mano le redini della situazione e dopo un breve comizio, si avviò verso il comune, seguito da un centinaio di persone, tra le quali Domenico Raineri, già padre del piccolo Sebastiano. Sebbene restìo alla partecipazione in manifestazioni politiche, poiché figlio di una Guardia Nazionale (Luigi), in quell'occasione Domenico partecipò attivamente alla dimostrazione insieme ai suoi compaesani. Il sindaco Livio Zoli, messo alle strette, convocò d'urgenza il consiglio comunale ed espose le sue ragioni ai dimostranti. Essi, convinti che il "no" a tutte le richieste proveniva da Forlì, minacciarono di rimettersi in cammino ed andare a bivaccare dinanzi alla sede della prefettura. Il 1° settembre del 1877, dal Regio Provveditore agli Studi giunse l'ordine di aprire le iscrizioni per la prima e seconda elementare nella sede scolastica sita in Varano di Costa, a Dovìa. Maestra titolare fu la signorina Rosa Maltoni, nata a San Martino in Strada il 22 aprile 1858, provvista di diploma di scuola normale inferiore. Suo padre Giuseppe, era un noto flebotomo (veterinario senza regolare titolo accademico), conosciutissimo in tutto il predappiese. Ella studiò a Forlì fino al 1876 ed insegnò a Bocconi, un paese tra Firenze e Forlì, prima di giungere a Dovìa. Colui che si era battuto per la sua venuta, il 5 Marzo 1882, divenne suo marito. La scuola era stata ricavata al pian terreno di Villa S.Cassiano, una vecchia casa, dove, dopo il matrimonio, al primo piano, nella modesta abitazione riservata alla maestra, andò ad abitare anche Alessandro. Il 29 luglio 1883, alle due e tre quarti pomeridiane, in quella casa, al n° civ. 18/B, nacque il primogenito Benito-Amilcare-Andrea Mussolini. La scuola era distante circa trecento metri da Palazzo Varano e Sebastiano Raineri dal 1881 aveva iniziato a frequentarla con assiduità ed impegno. Nel 1884 la famiglia di Alessandro e Rosa, con il piccolo Benito, di soli undici mesi, si trasferì a Palazzo Varano, in un alloggio, accanto a quello di Domenico Raineri ed Anna Costa, già lì da quattordici anni. Il grande palazzo, era vecchio e trascurato, ma ancora molto solido ed imponente. Nel frattempo il giovane Sebastiano, aveva meritato la stima e l'apprezzamento della maestra Rosa, che raccomandò Anna di farlo continuare a studiare. Le condizioni della famiglia erano misere, ed i mezzi scarseggiavano, ma nella devota mente delle due donne scaturì l'idea di iscriverlo nel seminario diocesano di Forlì, e con l'aiuto di Rosa, il progetto andò in porto. Rosa si rivelò molto gentile, sensibile e di profonda fede religiosa ed entrò in amicizia con Anna e Domenico. Questa donna viene descritta dal carattere fermo e dalla volontà di acciaio, nel suo corpo fragile; inflessibile nel punire, come caritatevole nell'aiutare chiunque avesse bisogno. Tutti a Dovìa potevano contare sul suo aiuto e benché priva di mezzi, ella si prodigava per ognuno. Erano tempi, pieni di difficoltà: - si faceva festa quando in quella casa entrava un pezzo di carne, - diceva lo "zio prete". Quell'anno, la sede scolastica venne trasferita a Palazzo Varano. Pietro frequentò lì, la prima elementare, ma con risultati nettamente inferiori al fratello, era molto svogliato, ed il padre Domenico l'anno seguente preferì portarlo con lui nei campi ad aiutarlo. In casa con Domenico ed Anna, abitavano anche gli anziani genitori: Luigi, morto intorno al 1890, e sua moglie Maria, che lo precedette di poco nel trapasso. Erano gli anni in cui s'incominciavano a veder circolare le prime vetture. Quando passavano a Dovìa le Landau dei Pepoli, dei Mangelli e dei Raineri-Biscia, tutti si fermavano stupefatti a guardare il raro avvenimento. In quel periodo (1885-95), le donne si riunivano spesso in preghiera all'ombra del grande edificio (Palazzo Varano), durante la calda stagione; o rinchiuse in una stanza, in inverno, mentre gli uomini davanti a un focolare, in un ambiente annebbiato dal fumo, trascorrevano ore in compagnia di un buon bicchiere di vino, coinvolti in interminabili discussioni politiche, sempre convocati dal rivoluzionario socialista Alessandro, che li intratteneva quasi tutte le sere aizzandoli contro il malgoverno, in difesa dei poveri proletari, che al tempo facevano la fame; ed inveendo contro i ricchi possidenti. Spesso, Alessandro e pochi intimi, andavano a giocare a carte, come detto altrove, nella tiepida stalla di Domenico (Cireneo), dove si riunivano pure Benito, Arnaldo, Pietro e gli altri bambini del palazzo. -Dovìa- - Dovìa (ci riferisce Paolo Monelli, cittadino di Predappio dell'epoca), era all'ora una frazione di Predappio, e per Predappio s'intendeva Predappio Alta, un borgo antico, in cima ad un cucuzzolo, dominato da una vecchia rocca, dove si passava per recarsi a Salto. Dovìa aveva un soprannome, era detta Piscaza, cioè Pescaia, dalla gora del mulino di rimpetto al casale Varano, dove i ragazzi andavano a pescar rane. Quel luogo, non godeva di buona rinomanza, si diceva che vi era gente rissosa. Salito al potere, Benito Mussolini volle fare della frazione un grande e lucido paese, o addirittura una città. La innalzò così a capoluogo del comune, degradando Predappio Alta a frazione. Dalla casa dove abitò da bambino, fece ricavare un sontuoso palazzo comunale, dette da costruire al Bazzani una grandiosa cattedrale e tramutò un modesto mobilificio in una fabbrica di materiale areonautico. - Nel 1900, Pietro sposa Maria, sua cugina, figlia di Pietro Lombardi (un cugino di Giovanni- Domenico della cui genealogia abbiamo già parlato) e di Maddalena Costa, sua zia, all'epoca accasati in Forlì. Pietro conosceva Maria sin da bambino, essi avevano vissuto l'infanzia insieme quando lei abitava a Varano. I due sposi rimasero in casa con i genitori di Pietro, lo zio Giuseppe ed il fratello Sebastiano. Anche il XIX° secolo stava per terminare e nell'ultimo Natale la neve continuò a cadere per sei giorni di fila, quasi per seppellire realmente sotto di sé il 1900. La famiglia era composta da cinque persone: Domenico, Anna, lo zio Giuseppe, Pietro, la sua novella sposa Maria e Don Sebastiano, sacerdote da quasi due anni. Dovìa contava allora 713 abitanti, di cui 186 erano concentrati nel borgo. Nel 1901 Rosa, con tre figli da accudire, poiché erano nati anche Arnaldo (1885) ed Edvige (1888), iniziò ad ammalarsi. Logora e prematuramente invecchiata, per la dura vita che conduceva e lo scarso nutrimento, debole e sofferente di polmonite, il 20 febbraio del 1905 a soli 47 anni morì, senza neppure immaginare quello che avrebbe combinato il suo primogenito, all'epoca in servizio militare, nei successivi 40 anni. Il 3 agosto, durante la torrida estate del 1902, un lieto evento rallegrò gli animi della gente di Palazzo Varano compiaciuta che la giovane ed assennata Maria aveva dato alla luce una bambina. Scartata l'idea di chiamarla Gesualda, vista la fine delle sue due zie … decisero di darle nome Giuseppina, dall'avo Giuseppe, bisnonno di ambedue i genitori, dal quale entrambi discendevano. Nella famiglia, composta ormai da soli adulti, quest'avvenimento destò grande entusiasmo e felicità. Era la prima di una lunga serie di figli che Pietro e Maria avrebbero generato nei successivi 17 anni. L'anno seguente (1903), Domenico e Pietro, d'accordo con Sebastiano, decisero di vendere l'abitazione, la stalla e la terra di Varano, per acquistare un podere a Bertinoro, in contrada Casticciano, nei pressi della chiesa dove era andato a fare il parroco don Sebastiano. Così Domenico ed Anna, seguirono Pietro e la sua famiglia a Casticciano e si accasarono nell'abitazione del prete situata nel retro della chiesa, sullo stesso stabile. Giuseppe, il fratello di Domenico, vi era andato già due anni prima ed aiutava il nipote come sacrestano. In quegli anni, la parrocchia di S. Maria in Casticciano, in diocesi di Bertinoro, sita alle falde del monte Casale, presso il rio Salso, contava circa cinquecento abitanti. La famiglia a Casticciano migliorò la propria condizione e poté godere di una maggiore agiatezza rispetto a Dovìa. Domenico, esperto contadino, aiutò Pietro nei campi, ed il podere venne in gran parte adibito a vigneto. Anche a Casticciano egli mantenne il soprannome di "Cireneo"; benché cieco ad un occhio, amava la caccia e fino a tarda età era solito partire col suo calesse e la doppietta a tracolla, sulle colline del Bertinorese, spingendosi a volte fino a Predappio. Domenico morì a Casticciano nel marzo del 1927 accanto al figlio Sebastiano, che gli conferì l'estrema unzione, e a suo nipote Giovanni (figlio di Pietro), che viveva con lo zio. Sua moglie Anna era già deceduta poco tempo prima (1925). * Fonte: Riccardo Raineri

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Montezoppo oggi	Casa Varano ai primi del 1900	"Palazzo Varano oggi" Sede del Municipio di Predappio

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Continua ...

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