In ricordo di VITTORIO MUSSOLINI
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2 Ottobre 1996
"Villa Carpena" di Forlì: incontro con Vittorio Mussolini

*   In un suo manoscritto intitolato "BAZAR", alla pag.774, Don Sebastiano Raineri nel 1922 scrive: " La prima messa la celebrai all'Altare Maggiore del Duomo di Bertinoro dove era esposta una Immagine della Madonna del Buon Consiglio; erano presenti i miei genitori e pochissimi parenti, poi andammo a casa, a Varano, dove era rimasto mio zio Giuseppe e la Maestra Rosa Maltoni Mussolini che ci cucinò qualche cosa per desinare".
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*   In "Vita di Arnaldo" del 1932, Benito Mussolini alla pag.17 scive: "mentre traccio queste linee, rivedo il fiume, il torrente, la strada, i casolari, il campanile di San Cassiano, i miei coetanei, il "calarone" che dalla provinciale saliva a Varano; le spigolatrici d'estate e le interminabili partite a briscola d'inverno nella stalla di Cireneo (mio bisnonno), partite interrotte soltanto...."
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*   ...gli anni di convivenza dei miei nonni a Casa Varano con la famiglia di Alessandro Mussolini ...
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*   ...i rapporti di parentela con Rachele Guidi Mussolini e le chiacchierate di mio padre con Rachele nell'immediato dopoguerra a Roma, dove in via Asmara, Rachele viveva con i suoi figli Romano e Anna Maria...
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*   ...il mio interesse per la storia del novecento, in particolare per quella del ventennio, che mi ha portato a leggere tanti libri e far nascere in me tante curiosità. La mia città, Forlì, al quel tempo chiamata "la Città del Duce". La vicinanza a "Villa Carpena", a pochi chilometri da Forlì, residenza dei Mussolini ...
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... tutti questi aneddoti, riferimenti e racconti negli anni hanno fatto crescere in me il desiderio di entrare in quella casa, Villa Carpena, che Rachele acquistò da sua sorella Pina ancora prima della marcia su Roma (da: "Rachele, settant'anni con Mussolini nel bene e nel male" di Anita Pensotti), e che poi divenne residenza in Romagna dei Mussolini durante il ventennio (oltre la Rocca delle Caminate) e dopo la caduta del fascismo. Fino a pochi anni fa, residenza di Vittorio Mussolini, secondogenito di Benito e Rachele, e sua moglie Monica. Casa ricca di ricordi, oggi diventata museo. Fu così che a fine settembre del 1996, decisi di telefonare a Villa Carpena per chiedere un incontro con Vittorio. Rispose la moglie Monica. Mi chiese chi mai fossi e le ragioni della mia richiesta. Giocai la carta del legame di parentela di mio padre con la mamma di Vittorio e del mio personale desiderio di conoscere lei e suo marito. Mi rispose che "Il Comandante" - così veniva chiamato Vittorio anche in famiglia - al momento non stava bene di salute, e, con molta gentilezza, mi chiese di telefonare il giorno seguente. Puntuale ritelefonai. Grande fu l'emozione e la gioia quando mi fu detto che "Il Comandante" mi avrebbe ricevuto alle ore 16.00 del giorno seguente, il 2 ottobre.
Cominciai a preparare materiale per l'incontro. Copiai su un foglio la parte dell'albero genealogico riguardante i legami di parentela con Rachele. Appuntai aneddoti e racconti: lo zio prete, mio padre e Rachele, tutto ciò che poteva servire per interessare "Il Comandante".
Alle ore 16.00 del 2 ottobre 1996 il cancello di Villa Carpena si aprii per fare entrare me e mia moglie Marina con uno splendido mazzo di rose rosse. Sento ancora l'emozione di quel momento. Il giardino ricco di tanti ricordi storici: lapidi, statue, busti marmorei e tanto altro. L'incontro con la Signora Monica Mussolini. La sua sincera e spontanea cordialità e gentilezza. L'ingresso nella Villa. Il salotto con grandi quadri del Duce e di Rachele appesi alle pareti. L'attenzione e simpatia che Monica dimostrò immediatamente nei nostri confronti. Improvvisamente si udì un fischio. Così Vittorio richiamava l'attenzione di Monica. L'incontro con Vittorio. Il suo sorriso gentile non riusciva a nascondere la sua sofferenza fisica. Nonostante tutto mi aveva concesso di incontrarlo. Di conoscerlo. Ci presentammo. Gli esposi le ragioni del mio desiderio di conoscerlo. Dimostrò immediato interesse per i rapporti di parentela con sua mamma. Lui seduto in una poltrona, io al suo finco, emozionatissimo, gli spiegavo lo schema genealogico. Guardava incuriosito il foglio dove risultava la discendenza di sua madre dai Raineri-Biscia e il legame con mio padre. Qualche domanda di chiarimento e poi staccò lo sguardo dal foglio, mi guardò fisso negli occhi e mi chiese dove abitavo. Alla mia risposta, con tono scherzoso, disse: "Non sapevo di avere dei parenti in Forlì". Poi, visibilmente commosso, raccontò di quando sua madre diceva in famiglia di discendere da una famiglia nobile, i conti Raineri-Biscia di Salto, e come suo padre e fratelli non credevano a questa storia, giocandoci e scherzandoci sopra. Dopo tanti anni, ciò che sosteneva Rachele e su cui la famiglia scherzava, veniva documentato come vero. Vittorio mi parlò di un libro sulla sua famiglia che stava ultimando di scrive. Disse che intendeva integrarlo con le notizie dei Raineri-Biscia e sua madre. Mi chiese copia dell'albero genealogico originale. Mi fissò un altro appuntamento per il giorno seguente. Stessa ora. Accosentì ad una foto ricordo scattata da mia moglie. Io, ancora visibilmente emozionato, non osai stringergli la mano in quell'occasione. Ci salutò cordialmente, raccomandandomi di non dimenticare la copia dell'albero genealogico per il giorno seguente.
Monica ci fece visitare la casa. Ovunque ricordi del passato. Lo studio del Duce. Tanti libri. Scattai qualche foto. Foto che mi ritrae seduto alla scrivania del Duce con Monica al mio fianco. Alle spalle una gigantesca foto di Bruno, il fratello di Vittorio morto il 7 agosto 1941 precipitando nelle vicinanze di Pisa mentre collaudava un areo. Monica mi fece omaggio di un libro scritto da Vittorio Mussolini: "Mussolini e gli uomini nel suo tempo". Poi i saluti e l'arrivederci al giorno seguente.
Rientrato a casa, smontai l'albero genealogico dalla cornice dorata. La mattina seguente ne feci fare non una ma due copie. Con grande sorpresa, attorno alle ore 15.00 telefonò Monica per ricordarmi dell'appuntamento e della copia promessa. Mi precipitai, sempre accompagnato da Marina, a Villa Carpena. Altro incontro con Vittorio. Altre domande e chiarimenti. Appariva visibilmente soddisfatto e felice delle informazion che provavano la discendenza "nobile" di sua madre. Disse che desiderava incontrarci ancora. Propose una serata. Mi sentivo già della famiglia.

   Poco dopo l'indimenticabile incontro, le condizioni di salute di Vittorio si aggravarono. Il giorno 12 giugno 1997, "Il Comandante" venne a mancare. Il 17 giugno a Predappio si svolsero i funerali. Ora "Il Comandante" riposa nella tompa di famiglia nel cimitero di San Cassiano di Predappio. Ricordo la strada alberata che dalla Chiesa di S. Antonio porta al Cimitero, addobbata con bandierine tricolori con sopra scritto: "COMANDANTE - VITTORIO MUSSOLINI - PRESENTE - 12.06.97". Non ho resistito alla tentazione. Da quel giorno, una di quelle bandierine fa parte dei miei ricordi più forti presenti nel mio studio.

   Non ho saputo più nulla del libro che Vittorio stava ultimando sulla sua famiglia. Ho sentito Monica al telefono alcune volte nei mesi successivi. L'ho incontrata al "Circolo della Scranna" di Forlì in occasione di una serata con Romano Mussolini e la sua orchestra jazz. Sia in quell'occasione, che quando ha suonato in piazza Saffi a Forlì, mi sono presentato a Romano. In entrambi i momenti ho cercato timidamente di raccontargli i legami delle nostre famiglie senza, però, suscitare in lui alcuna curiosotà.

   Oggi "Villa Carpena" è diventata un museo (Casa dei Ricordi Mussoliniani). Recentemente mia moglie ed io siamo ritornati in quella casa. L'addetto al servizio che ci descriveva i vari ambienti, non poteva immaginare che le sue erano parole al vento: Marina ed io eravamo intenti a rivivere quell'indimenticabile incontro del 2 ottobre del 1996 con Vittorio e Monica.

Maggio 2002- Bruno Raineri  



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Oggi museo
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Con Vittorio MussoliniCon Monica Mussolini
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