Stendardo del re di
Danimarca come sovrano d'Islanda, adottato il 5 ottobre 1903 e durato
fino alla proclamazione della repubblica nel 1944. Proporzioni circa
3/4 (esatte 18/25). Vessillo uguale allo stemma dell'epoca, d'azzurro
al falco d'argento, adottato nella stessa data, con in più la
corona. Il falco islandese è nella tradizione locale e compare
in molti sigilli di capi dei clan islandesi.
Repubblica d'Islanda, Lýðveldið Ísland,
dal 1944
Stendardo del presidente
decretato l’8 giugno 1944, in vigore dal 18 luglio successivo.
Corrisponde alla bandiera di stato. Proporzioni 9/16. Lo stemma fu
adottato nel 1944 apportando modifiche su una precedente versione del
1919. Consiste nello scudo con la croce islandese sostenuto da quattro
peculiari supporti: un toro, un gigante, un avvoltoio e un drago.
Trattasi dei mitici “spiriti guardiani” del paese, che secondo la
leggenda, nel X secolo avrebbero protetto l’Islanda da un tentativo
d’invasione del re danese Harald. Lo scudo poggia su una tavola di
basalto che simboleggia l’isola.
Bandiera della capitale
islandese, bianca con stemma al centro. Lo stemma, risalente alla fine
del XVIII secolo, mostra le colonne di Ingolf Árnarson, mitico
re dell'Islanda. Secondo la leggenda, furono gli dèi a trarre i
due pilastri dalle onde del mare e a trascinarli a riva. In quel punto
Ingolf fondò la città di Reykjavík e
utilizzò i pilastri per sostenere il suo trono.
Bibliografia
W. Crampton, "Guida illustrata alle bandiere", 1991 -
J. Louda, "European Civic Coats of Arms", 1966