TIBET
© Roberto Breschi
Sommario. Una potente monarchia dominò sul Tibet fin dal VII secolo; periodi di decadenza si susseguirono a periodi di splendore e si affermò col tempo il predominio anche politico della religione buddista. Nel XVII secolo, con l’aiuto dei mongoli calati dal nord si instaurò nel paese il governo del Dalai Lama, massima autorità religiosa di una setta buddista a cui i mongoli si erano convertiti. Neppure quando il Tibet entrò a far parte dell’impero cinese (secolo XVIII) l’autonomia del Dalai Lama fu messa in discussione. Nel 1912, la nuova repubblica cinese perse i suoi diritti sul Tibet il quale fu di nuovo indipendente, pur sotto una specie di tutela britannica esercitata dalla vicina India; ma dal 1951 la Cina popolare, ripreso il controllo sul paese, limitò sempre più l’autonomia fino a provocare la fuga in esilio del Dalai Lama per la prima volta dopo tre secoli.


Bod Yul, Xizang, 1920-c. 1925


Bandiera nazionale e di stato, adottata verso il 1920, attestata nella primavera di quell'anno e descritta da un documento trovato negli archivi del ministero degli esteri francese. Sostituita dopo pochi anni (il Flaggenbuch tedesco del 1926 riporta già un nuovo disegno). Proporzioni 5/6. La raffigurazione, piuttosto ingenua, mostra il leone di montagna, simbolo della potenza del Dalai Lama, con lo sguardo rivolto ai soli elementi a lui superiori, il sole, la luna e le stelle, dai quali il Dalai Lama è illuminato. Le montagne sullo sfondo rappresentano l'inviolabilità del territorio, e la sfera circondata da fiamme presso le zampe del leone mostra la volontà del Dalai Lama di difendere il Tibet dai nemici. Si tratta del primo emblema particolare del Tibet moderno; sembra che da circa il 1912 al 1920 fosse sporadicamente alzata la vecchia bandiera imperiale cinese.


Bod Yul, Xizang, da c. 1925





La complessa bandiera entrata in uso dopo il 1920 e prima del 1926, che sventolò sul paese sino al 1959 - e continua a sventolare in esilio - è densa di simboli. I due leoni di montagna (kilin) rappresentano i poteri temporale e spirituale; essi reggono la ruota dello yin yang, vale a dire il principio infinito di causa ed effetto. Più in alto, fiammeggianti, i tre gioielli supremi del buddismo, il Budda, il dharma (la legge) e il sangha (i monaci, custodi della legge). Il tutto è inscritto in un triangolo bianco, che ricorda una montagna innevata, cioè lo stesso Tibet. Il sole sorgente è simbolo di gioia: esso diffonde sei raggi rossi in un cielo blu scuro, che rappresentano le sei stirpi originarie del popolo tibetano (Se, Mu, Dong, Tong, Dru e Ra). Il bordo dorato su tre lati del drappo simboleggia il diffondersi dell’insegnamento del Budda, che è come l’oro puro. Prima degli anni ’70 la bandiera presentava disegno e proporzioni leggermente diversi dagli attuali, pur contenendo le medesime raffigurazioni simboliche.


> CINA

Bibliografia
Flag Bull., XII:1, 1973 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1996 - Vexilla Italica, 58, 2004 - Docum. personale (cortesia M. Dalceri e P. Paddeu)







TAIWAN  (FORMOSA)
© Roberto Breschi
Sommario. La bandiera di Chiang Kai Shek continua a sventolare sull’isola di Formosa, o Taiwan, dove i nazionalisti si erano arroccati dal 1949, ed ha occupato un pennone davanti al palazzo della Nazioni Unite per molti anni, fino al 1971, allorché l’unico seggio riservato alla Cina passò alla Repubblica Popolare. Formosa (che mantiene il nome ufficiale di “Repubblica di Cina”) aveva già conosciuto una breve indipendenza nel 1895, durante la guerra cino-giapponese. Una libera repubblica di Formosa fu proclamata dagli abitanti che si opponevano all’annessione al Giappone, ma tutto finì nel giro di poche settimane.


Repubblica di Formosa, Taiwan, 1885



Bandiera nazionale alzata il 23 maggio 1885 quando gli abitanti dell'isola, ribellandosi alla cessione al Giappone, proclamarono la repubblica indipendente. Repubblica e bandiera durarono soltanto fino al giugno successivo, cancellate dalle truppe giapponesi. Sulla bandiera, ricostruita secondo le illustrazioni dell'epoca, il disegno della tigre appare di tipo occidentale, ma, verosimilmente, era in stile cinese. Il drappo era triangolare, azzurro con bordo giallo-arancio.


Repubblica di Cina, Taiwan, Chunghua Min-kuo, dal 1949








La bandiera del "sole bianco nel cielo azzurro sulla terra rossa", estromessa dalla Cina comunista insieme a Chiang, riapparve nel dicembre 1949 a Formosa ove il leader nazionalista si era rifugiato. Rappresentò legittimamente la Cina presso le Nazioni Unite fino al 1971, quando l'unico seggio disponibile passò alla repubblica popolare. Anche la bandiera mercantile, con le strisce a zig-zag nel campo rosso, e quella da guerra con il sole al centro, già in uso sul continente dal 1930 e abolite nel 1949, continuarono  a sventolare sull'isola.



ALTRE BANDIERE

Bandiera presidenziale
Bandiera di bompresso
Bandiera della capitale e delle principali città

> CINA

Bibliografia
Flag Bull., XVII:3, 1968 - NAVA News, XXVIII,6, 1995 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1996


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