Sommario. Una
potente monarchia dominò sul Tibet fin dal VII secolo; periodi
di decadenza si susseguirono a periodi di splendore e si affermò
col tempo il predominio anche politico della religione buddista. Nel
XVII secolo, con l’aiuto dei mongoli calati dal nord si instaurò
nel paese il governo del Dalai Lama, massima autorità religiosa
di una setta buddista a cui i mongoli si erano convertiti. Neppure
quando il Tibet entrò a far parte dell’impero cinese (secolo
XVIII) l’autonomia del Dalai Lama fu messa in discussione. Nel 1912, la
nuova repubblica cinese perse i suoi diritti sul Tibet il quale fu di
nuovo indipendente, pur sotto una specie di tutela britannica
esercitata dalla vicina India; ma dal 1951 la Cina popolare, ripreso il
controllo sul paese, limitò sempre più l’autonomia fino a
provocare la fuga in esilio del Dalai Lama per la
prima volta dopo tre secoli.
Bod Yul, Xizang, 1920-c. 1925
Bandiera nazionale e di
stato, adottata verso
il 1920, attestata nella primavera di quell'anno e descritta da un
documento trovato negli archivi del ministero degli esteri francese.
Sostituita dopo pochi anni (il Flaggenbuch tedesco del 1926
riporta già un nuovo disegno). Proporzioni 5/6. La
raffigurazione, piuttosto ingenua, mostra il leone di montagna, simbolo
della potenza del Dalai Lama, con lo sguardo rivolto ai soli elementi a
lui superiori, il sole, la luna e le stelle, dai quali il Dalai Lama
è illuminato. Le montagne sullo sfondo rappresentano
l'inviolabilità del territorio, e la sfera circondata da fiamme
presso le zampe del leone mostra la volontà del Dalai Lama di
difendere il Tibet dai nemici. Si tratta del primo emblema particolare
del Tibet moderno; sembra che da circa il 1912 al 1920 fosse
sporadicamente alzata la vecchia bandiera imperiale cinese.
Bod Yul, Xizang, da c. 1925
La complessa bandiera
entrata in uso dopo il 1920 e prima del 1926, che sventolò sul
paese sino al 1959 - e continua a sventolare in esilio - è densa
di simboli. I due leoni di montagna (kilin) rappresentano i
poteri temporale e spirituale; essi reggono la ruota dello yin yang,
vale a dire il principio infinito di causa ed effetto. Più in
alto, fiammeggianti, i tre gioielli supremi del buddismo, il Budda, il dharma
(la legge) e il sangha (i monaci, custodi della legge). Il
tutto è inscritto in un triangolo bianco, che ricorda una
montagna innevata, cioè lo stesso Tibet. Il sole sorgente
è simbolo di gioia: esso diffonde sei raggi rossi in un cielo
blu scuro, che rappresentano le sei stirpi originarie del popolo
tibetano (Se, Mu, Dong, Tong, Dru e Ra). Il
bordo dorato su tre lati del drappo simboleggia il diffondersi
dell’insegnamento del Budda, che è come l’oro puro. Prima degli
anni ’70 la bandiera presentava disegno e proporzioni leggermente
diversi dagli attuali,
pur contenendo le medesime raffigurazioni simboliche.
Sommario. La
bandiera di Chiang Kai Shek continua a sventolare sull’isola di
Formosa, o Taiwan, dove i nazionalisti si erano arroccati dal 1949, ed
ha occupato un pennone davanti
al palazzo della Nazioni Unite per molti anni, fino al 1971,
allorché l’unico seggio riservato alla Cina passò alla
Repubblica
Popolare. Formosa (che mantiene il nome ufficiale di “Repubblica
di Cina”) aveva già conosciuto una breve indipendenza nel
1895, durante la guerra cino-giapponese. Una libera repubblica di
Formosa fu proclamata dagli abitanti che si opponevano all’annessione
al Giappone, ma tutto finì nel giro di poche settimane.
Repubblica di Formosa, Taiwan, 1885
Bandiera nazionale
alzata il 23 maggio 1885 quando gli abitanti dell'isola, ribellandosi
alla cessione al Giappone, proclamarono la repubblica indipendente.
Repubblica e bandiera durarono soltanto fino al giugno successivo,
cancellate dalle truppe giapponesi. Sulla bandiera, ricostruita
secondo le illustrazioni dell'epoca, il disegno della tigre appare di
tipo occidentale, ma, verosimilmente, era in stile cinese. Il drappo
era triangolare, azzurro con bordo giallo-arancio.
Repubblica di Cina, Taiwan, Chunghua Min-kuo, dal 1949
La
bandiera del "sole
bianco nel cielo azzurro sulla terra rossa", estromessa dalla Cina
comunista insieme a Chiang, riapparve nel dicembre 1949 a Formosa ove
il leader nazionalista si era rifugiato. Rappresentò
legittimamente la Cina presso le Nazioni Unite fino al 1971, quando
l'unico seggio disponibile passò alla repubblica popolare. Anche
la bandiera mercantile, con le strisce a zig-zag nel campo rosso, e
quella da guerra con il sole al centro, già in uso sul
continente dal 1930 e abolite nel 1949, continuarono a sventolare
sull'isola.