Sommario. Verso
la fine del 1911, la Mongolia esterna, estesa sugli altopiani
semidesertici tra i monti Altai e il deserto del Gobi e popolata da
nomadi allevatori, approfittando della caduta dell’impero, si
staccò dalla Cina e costituì un regno teocratico
buddista. Il regno dovette però accettare la tutela russa e,
dopo la rivoluzione d’ottobre, il ruolo dei sovrani locali (kutuktu)
fu ridotto a pura formalità. Nel 1924 fu finalmente proclamata
la repubblica popolare. I vessilli mongoli sono costantemente
caratterizzati dal soyombo, il “segno che si spiega da
sé”.
Mongolia Esterna, Mongol Ulus, 1911-1919
Bandiera del regno
teocratico buddista staccatosi dalla Cina alla fine del 1911. Abolita
il 1° dicembre 1919. Il drappo aveva i bordi fiammati alla maniera
cinese e portava al centro il soyombo, emblema lamaistico, vero
e proprio compendio di figure simboliche posto spesso in chiusura dei
testi filosofici, che avrebbe caratterizzato tutte le successive
bandiere mongole. Il suo nome, dal sanscrito, significa "segno che si
spiega da sé". La fiamma (l'etere) è auspicio di
prosperità; il sole e la luna rappresentano la vita, lo yin
yang è il simbolo delle forze contrapposte e complementari
dell'universo; i triangoli ricordano le punte di freccia a difesa dei
nemici e i rettangoli simboleggiano la probità e l'indipendenza.
Mongolia Esterna, Mongol Ulus, 1921-1924
Bandiera di stato
introdotta con la costituzione del governo popolare il 13 marzo 1921 e
durata fino alla proclamazione della repubblica il 26 novembre 1924.
Sotto il governo rivoluzionario provvisorio di Sukebator, la monarchia
mongola era ridotta a pura formalità.
Anche la bandiera assunse un aspetto "sovietico", rossa con simboli
gialli.
Questi ultimi, la luna e il sole, era due superstiti elementi del soyombo
ed erano posti di solito nel cantone o, talvolta, al centro del drappo.
Repubblica Popolare di Mongolia, Bügüd Nayramdaq Mongol Arad Ulus, 1924-1940
Bandiera nazionale e di
stato adottata il 26 novembre 1924 e modificata dalla nuova
costituzione del 30 giugno 1940. Proporzioni 1/2. Il soyombo
appariva in blu, per intero, e aveva in basso anche il fiore di loto
(assente su bandiere di altri periodi), figura dai molteplici
significati, ricorrente nella simbologia orientale, in genere segno di
purezza e di rinascita. Con alcune modifiche, la bandiera fu ripresa
nel 1945 dall'effimera Repubblica Popolare della Mongolia Interna, che oggi fa parte della
Cina.
Repubblica Popolare di Mongolia, Bügüd Nayramdaq Mongol Arad Ulus, c. 1924-1940
Bandiera mercantile
introdotta probabilmente insieme a quella nazionale nel 1924 e abolita
nel 1940. Proporzioni 1/2. Per un
paese lontanissimo dal mare, un'insegna mercantile, pur essendo
legittima,
è piuttosto singolare. La sua esistenza è tuttavia
attestata
da una fonte autorevolissima, il dottor O. Neubecker.
Repubblica Popolare di Mongolia, Bügüd Nayramdaq Mongol
Arad Ulus, 1940-1991
Repubblica di Mongolia, Mongol Ulus, 1991-1992
Bandiera di stato e
mercantile adottata con la costituzione del 30 giugno 1940 e confermata
il 23 febbraio 1949. Modificata nel 1992. Proporzioni 1/2. Con la
striscia centrale azzurro-cielo fu dato risalto al colore nazionale dei
mongoli. È naturale che un popolo
ancor oggi in gran parte nomade abbia considerato per secoli il colore
del
cielo come un simbolo. Il socialismo, oltre che dal rosso delle strisce
laterali, era rappresentato dalla stella gialla sopra il soyombo,
abbinamento invero alquanto stridente.
Repubblica di Mongolia, Mongol Ulus, dal 1992
Bandiera di stato e
mercantile adottata con la costituzione del 14 gennaio 1992.
Proporzioni 1/2. A seguito della crisi
mondiale del comunismo, la Mongolia, dopo aver tolto l'appellativo
"popolare"
dal nome ufficiale (22 novembre 1991), ha provveduto ad eliminare la
stella
gialla sopra il soyombo, restituendo all'antico emblema il suo
aspetto
originale.
Bibliografia
Flaggenbuch
der Oberkommandos der deutschen Kriegsmarine, 1939 - Vexillinfo, 12 e
13, 1981 - Embl. et Pavillons, 32, 1992 - Flagmaster, 70, 1992