Sommario. Nel
1517 l’Hegiaz, l’emirato comprendente
le due città sante, che si estendeva lungo la costa orientale
del
mar Rosso, cadde sotto sovranità turca e fu ridotto a semplice
provincia
ottomana, anche se tra il 1820 e il 1840 riuscì a recuperare una
relativa
indipendenza. L’hascemita Hussein capeggiò la decisiva
ribellione
del 1916 contro i turchi e fondò il regno dell’Hegiaz.
L’ambizione
di Hussein di formare una grande nazione araba trovò un ostacolo
insormontabile
negli interessi delle potenze europee (Francia e Gran Bretagna) in
quella
regione, e suscitò la reazione dei sauditi del Neged che nel
1925
conquistarono l’Hegiaz. Per alcuni anni (1926-32) l’Hegiaz
continuò
ad esistere come regno - ma solo sulla carta essendo in realtà
ormai
integrato nel Neged di Ibn Saud.
Bandiera dell'emirato
autonomo adottata dopo la cacciata dei sauditi dalla Mecca ad opera
degli egiziani. Abolita nel 1840 quando l'Hegiaz tornò ad essere
soltanto una provincia ottomana. I tre crescenti simboleggiavano la
diffusione dell'islam. Superfluo aggiungere che il verde è il
colore prediletto dai mussulmani.
Stato dell'Hegiaz, Al-Hakumat al-Hegiaziya, 1916-1917
Bandiera nazionale e
mercantile, adottata in via provvisoria subito dopo la rivolta del
maggio 1916 contro i mussulmani e resa nota il 24 giugno. Sostituita il
30 maggio 1917. Proporzioni probabili 1/2. Il rosso, caratteristico del
frutto dell'albero del jujuba era il colore di distinzione
della nobiltà della Mecca.
Regno Hascemita dell'Hegiaz, Al-Mamlaka al-'Hegiaziya al-Hashimiya,
1917-1920
Bandiera nazionale, di
stato e mercantile, detta "della rivolta araba", adottata il 30 maggio
1917, nel primo anniversario dell'inizio della lotta per l'indipendenza
araba. Modificata nel 1920 per trasposizione del bianco col verde.
Proporzioni 1/2. Il primo progetto di una bandiera nazionale araba
risale al 1909/11 ed è dovuto ad un gruppo di giovani
intellettuali arabi di Istanbul: un semplice drappo in
quattro strisce nei colori cantati dal poeta medioevale Safiy ad-Din
al-Hilli (bianco, nero, verde e rosso) poi detti "panarabi". Più
tardi, nel 1914, un altro sodalizio giovanile di Beirut, propose una
bandiera nero-verde-bianca, colori associati dalla tradizione alle
dinastie degli Abbasidi, Fatimidi e Ommayadi rispettivamente. Hussein,
tenne conto di quei vessilli nell’adottare nel 1917 la bandiera
dell’Hegiaz e inserì sul tricolore nero-verde-bianco un
triangolo all’asta nel colore rosso della sua famiglia. Per un certo
periodo sventolò non solo sull'Hegiaz, ma anche su tutte le
terre arabe conquistate dagli hascemiti (vedi Arabia).
Regno Hascemita dell'Hegiaz, Al-Mamlaka al-'Hegiaziya al-Hashimiya,
1920-1926
Nuova bandiera
nazionale, di stato e mercantile introdotta nel 1920 e abolita nel
1926, dopo la fuga di Alì Ibn Hussein in Iraq presso il fratello
Feisal, all'epilogo della controffensiva saudita. Proporzioni 1/2. Lo
scambio di posizione del bianco col verde rispetto
all'originale venne deliberato per rendere più chiaro, anche a
distanza,
il disegno della bandiera. La stessa cosa avvenne anche negli altri
regni
hascemiti, ma in più furono introdotti, prima o dopo, ulteriori
elementi
distintivi.
Regno dell'Hegiaz, Al-Mamlaka al-'Hegiaziya, 1926-c. 1932
Bandiera alzata nel 1926
dopo la conquista saudita e abolita probabilmente nel 1932. Fino a tale
anno Ibn Saud non si decise a integrare l'Hegiaz nel Neged e l'8
gennaio 1926 fu proclamato re anche dell'Hegiaz, diventando sovrano di
due stati distinti in unione personale e ciascuno con un proprio
vessillo. Questa bandiera presenta almeno due aspetti di difficile
spiegazione: il riaccostamento delle strisce nera e verde e
l'introduzione
della striscia gialla al posto di quella bianca. Si è ipotizzato
anche
un errore, ma le fonti concordano.