Sommario. Colombo
toccò le coste dell’odierno Venezuela nel 1498 durante il suo
terzo viaggio e Vespucci, avendo trovato sul lago Maracaibo villaggi
indigeni su palafitte, gli
dette il nome che significa “piccola Venezia”. Conquistato dagli
spagnoli,
il territorio venne amministrato insieme alla Colombia e si pose
all’avanguardia nella guerra per l’indipendenza le cui prime concrete
avvisaglie si ebbero nel 1806 col generale Miranda. Dopo la prima
dichiarazione d’indipendenza del 1811 nell’ambito della Grande
Colombia, il Venezuela avrebbe seguito le vicende di quest’ultima fino
al 1830, quando si separò e costituì uno stato a
sé stante.
Repubblica del Venezuela, República de Venezuela,
1830-1836
Bandiera di stato
adottata il 14 ottobre 1830
e modificata il 20 aprile 1836. Dopo il distacco dalla Grande Colombia, il Venezuela ne mantenne la
bandiera fino al 1836 , differenziandola però con l'aggiunta di
un emblema centrale accompagnato dal nome dello stato. Esso era molto
simile a quello che la Colombia usava sulle bandiere militari
distinguendosi per le due cornucopie che apparivano capovolte.
Repubblica del Venezuela, República de Venezuela,
1836-1863
Stati Uniti del Venezuela, Estados Unidos de Venezuela,
1942-1954
Bandiera di stato,
nazionale e mercantile, adottata il 20 aprile 1836 e durata fino al
1863, salvo una breve parentesi nel 1859 (quando furono aggiunte le
stelle sulla striscia gialla). Ripristinata - almeno in teoria - dal 22
giugno 1942 al 17 febbraio 1954. Il modello a strisce diseguali,
già della Grande Colombia, fu cambiato in
quello con le strisce di pari altezza perché tale sarebbe stato
il vessillo originale di Francisco Miranda, alzato nel marzo del 1806.
Sono state fatte varie ipotesi sulle origini della bandiera, tuttavia
le
fonti d’ispirazione di Miranda restano incerte. Secondo la tradizione
corrente il giallo e il rosso sono i colori spagnoli e l’azzurro
rappresenta
l’oceano che divide la Spagna dal nuovo mondo.
Federazione del Venezuela, Federación Venezolana, 1859
Bandiera nazionale e di
stato apparsa nel 1859 per un breve periodo, dal 25 febbraio al 15
giugno. L’uso, già
consolidato, di rappresentare stati o provincie con stelle,
trovò
applicazione anche sulla bandiera venezuelana per la prima volta nel
1859,
allorché si tentò di costituire uno stato a struttura
federale.
Qui le sette stelle rappresentano le sette province originarie che si
ribellarono
al dominio spagnolo.
Stati Uniti del Venezuela, Estados Unidos de Venezuela, 1863
-1905
Bandiera introdotta il
29 luglio 1863 e modificata nella disposizione delle stelle nel 1905.
Nonostante qualche tentativo di aumentare le stelle sulla bandiera di
conserva all’aumentare degli stati federati, si preferì mantener
fisso il loro numero a sette, quello delle province originarie, che
erano Caracas, Cumana, Barinas, Barcelona, Margarita, Mérida e
Trujillo. Generalmente si assume che la bandiera di stato (nacional)
rechi anche lo stemma, mentre quella nazionale e mercantile (civil)
ne sia priva.
Stati Uniti del Venezuela, Estados Unidos de Venezuela,
1905-1930
Bandiera con le sette
stelle tutte in circolo, in uso dal 28 marzo 1905 al 15 luglio 1930.
Stesse considerazioni relative al precedente modello: bandiera di stato
(nacional) con lo stemma, quella nazionale e mercantile (civil)
senza.
Stati Uniti del Venezuela, Estados Unidos de Venezuela, 1863 e
1930-1942
Repubblica del Venezuela República de Venezuela, 1954-1999
Repubblica Bolivariana del Venezuela, República Bolivariana
de Venezuela, dal 1999
dal 2006
Bandiera nazionale e
mercantile, apparsa per pochi mesi nel 1863 (dal 20 aprile al 29
luglio), ripristinata dal 15 luglio 1930 al 22 giugno 1942 e di nuovo
ripresa il 17 febbraio 1954, allorché lo stato assunse il nome
originario di "Repubblica del Venezuela", recentemente (1999) ritoccato
in "Repubblica Bolivariana del Venezuela" in onore dell'eroe nazionale.
Ancora un diverso arrangiamento delle sette stelle, poste ad arco. La
legge approvata il 7 marzo 2006 ha introdotto l'ottava stella, in
rappresentanza dello stato della Guyana; il nuovo disegno mostra le
stelle in orientazione radiale.
Stati Uniti del Venezuela, Estados Unidos de Venezuela,
1930-1942
Repubblica del Venezuela República de Venezuela, 1954-1999
Repubblica Bolivariana del Venezuela, República Bolivariana
de Venezuela, dal 1999
Bandiera di stato e da
guerra in uso
dal 15 luglio 1930; dal 22 giugno 1942 al 17 febbraio 1954 era
ufficialmente senza le stelle e
lo stemma. Lo stemma di stato, che era presente anche sulle bandiere
precedenti, risale al 1836. Il covone rappresenta l’unione degli stati
in federazione, il trofeo di spade e bandiere sta per l’indipendenza e
il cavallino scalpitante simboleggia la libertà. Lo scudo
è affiancato da un ramo
di lauro e uno di palma legati da un nastro tricolore, con due date
cruciali, le parole Independencia e Federación e
il nome ufficiale (EE UU de Venezuela fino al 1942, República
de Venezuela dal 1954); sopra lo scudo sono posate le cornucopie
dell’abbondanza. Lo
stemma dovrebbe essere in teoria riservato alla bandiera nacional,
vale a dire, secondo la terminologia ispanica, alla bandiera di stato.
In
realtà anche la bandiera civil, impiegata dai privati,
assai
di frequente ha lo stemma.
dal 2006
Il 7 marzo 2006 l'Assemblea nazionale del Venezuela ha approvato alcune
modifiche ai simboli della repubblica, entate in vigore il 10 marzo con
la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il cambiamento più
evidente sulla bandiera è l'aumento delle stelle da sette a
otto: come
si è detto, esse
rappresentano gli stati originari e ora entra nel computo anche la
Guyana. Altre modifiche riguardano lo stemma; oltre a vari ritocchi nel
disegno e nelle scritte, il cavallino ora procede verso la sinistra di
chi guarda e non rivolge più la testa all'indietro e, inoltre,
il numero delle spighe aumenta a 24, di pari passo con quello degli
stati odierni.
Bibliografia
Francisco
A. Vargas, "Los Símbolos Sagrados de la Nación
Venezolana", 1981 - Flag
Data Archives, I:21 e I:22, 1974; I,25, 1975 - Opere a carattere
generale - Archivio CISV, schedaro generale - Testo della legge,
2006