Grande opera del pittore Boatto nel soffitto di S.Marco a Pordenone di LUCIANO PADOVESE
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Scriviamo queste note sul grande dipinto che, a ricordo del Giubileo del Duemila, ornerà per sempre l'alto soffitto del duomo concattedrale S.Marco di Pordenone,con ancora l'emozione dell'operazione che ha portato 43 mq di tela a decine di metri di altezza. Una sorta di ascensione che ha fatto trattenere il fiato al pittore Antonio Boatto autore dell'opera,agli adetti all'operazione e a pochissimi di noi che eravamo presenti. Emozione soprattutto nel cogliere l'effetto- gioioso, grandioso e armonico insieme- di un grande quadro finalmente collocato al suo posto dopo che l'avevamo seguito in tutte le sue fasi di nascita, nei bozzetti dl pittore; di crescita, nel suo studio; e finalmente prima a terra e quindi in alto, a constatare l'abilità oltre che l'ispirazione dell'artista sanstinese. Innanzitutto l'abilità e competenza ricca di conoscenze ed esperienze per poter rendere- con una leggibilità dal basso all'alto- una sequenza che si coglie, noi diremmo, quasi magicamente a rovescio, entrando dalla porta maggiore. Un omaggio alla Santissima Trinità, come è stata la volontà dei committenti, nell'anno ad Essa dedicato; e pure, un omaggio a S.Marco, titolare della Concattedrale. Una non facile impresa, anche dal profilo contenutistico, che Boatto ha affrontato con grande profondità ed efficacia |