A
partire dalla fine del mese di settembre e per 3 settimane del mese di
ottobre si sono svolte le ricerche e lo scavo archeologico promosso
dall'Amministrazione Comunale di Nogara in collaborazione con
l'Università di Padova - cattedra di Archeologia Medievale. Il progetto
di ricerca, nel primo anno di attività, mirava ad individuare lo stato
dei depositi archeologici e le loro caratteristiche. Gli studi
precedenti all'intervento di quest'anno possono essere sintetizzati come
segue: si sapeva dell'esistenza nell'area di alcuni insediamenti
altomedievali (Aspo, Rovescello, Due Roveri, Tilloano), seppur essi non
fossero mai stati localizzati con precisione.
Era nota indubbiamente anche
la posizione del castello di Nogara, comunque distante alcune centinaia
di metri dall'area oggetto dell'indagine e fondato nel 906 ad opera del
diacono Audiberto. Ritrovamenti e ricerche condotte negli anni passati
avevano evidenziato l'importanza della zona presa in esame dallo scavo,
posta tra il corso del Tartaro (rettifica d'età moderna) e il Fosso
Scolmatore (coincidente in parte con l'area del paleoalveo del Tartaro).
Da quest'area erano emersi infatti materiali ceramici, frammenti di
pietra ollare e reperti che sembravano mostrare una frequentazione
dell'area a partire dal IX/X secolo sino al XIII.
L'equipe di ricerca
dell'Università Patavina - dopo questi presupposti - ha proceduto a
delimitare l'area dove è probabile si conservi in migliore condizioni
il deposito archeologico. Una lunga trincea ha attraversato il terreno
scelto per l'indagine (si ringrazia vivamente il proprietario Stevanin
Zelino per l'eccezionale disponibilità dimostrata) individuando le aree
più adatte alle ricerche del primo anno. Si è quindi proceduto
all'apertura di due aree. Nella prima si è potuto notare - almeno in
termini preliminari, visto che le analisi sono ancora in corso - che
l'area venne bonificata con riporti di terreno già nel corso
dell'VIII/IX secolo d. C., quindi anticipando di circa un secolo la
fondazione del castello. Una volta bonificata, l'area fu soggetta a
nuove sistemazioni e vi si svolsero attività (sono stati individuati i
resti di un focolare), che dovranno essere indagate con il proseguire
delle ricerche.
Questo settore sembra essere
stato abbandonato in un momento imprecisato del medioevo, forse per ora
inquadrabile tra l'XI e il XII secolo. Nella seconda area scavata,
invece, si sono individuati i resti di strutture in legno -
probabilmente pertinenti ad un pontile - anteriori al XIII secolo. Si
tratta in sostanza di una parte di palificazione perfettamente
conservata, obliterata da uno spianamento e da una copertura di
materiale da costruzione ascrivibile, all'incirca ad un periodo compreso
tra il XIII e il XV secolo. E' probabile, quindi, che si tratti del
porto pertinente al castello di Nogara, sebbene siano ancora molti i
quesiti da risolvere intorno alle dimensioni delle strutture e alla loro
esatta cronologia. I reperti sono in corso di studio presso
l'Università degli Studi di Padova- Laboratorio di Archeologia e una
prima parte dei risultati verrà presentata alla popolazione in una
conferenza stampa nel mese di Marzo.
Fabio Saggioro