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Quarto
appuntamento della rassegna "Nogara nel Rinascimento… dalla corte
alla villa". "Villa Marogna...architettura
cinquecentesca nella Bassa Veronese". ***** Biografia Micaela Panarotto dopo aver ottenuto la maturità Classica si laurea presso la Facoltà di Udine in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo 'beni mobili storici artistici e architettonici'. Dopo varie ricerche storiche e archivistiche si laurea nel 1994 presentando una tesi su "Architettura del cinquecento veronese : villa Marogna a Nogara". Ha collaborato e tuttora collabora con alcuni storici dell'arte nell'ambito veronese tra cui la Dott.ssa Zumiani con la quale ha effettuato alcune ricerche storico-archivistiche sui palazzi di Verona. Dopo aver attentamente studiato degli affreschi ritrovati in palazzo San Bonifacio in via Leoncino in Verona ha occasione di esporre le proprie ricerche durante il Convegno su Verona Rinascimentale.
Grazie alla collaborazione con il Prof. Fiocco presidente dell'Associazione Amici dei Beni Culturali ha avuto modo di studiare l'opera di Paolo Farinati in Villa Nichesola a Ponton. ***** Villa Marogna Il mio lavoro di ricerca si è prefissato di risalire ai committenti - per altro già individuati - attraverso la consultazione dei documenti di archivio e di tentare con un'analisi tipologica di focalizzare l'ambiente culturale di appartenenza dell'artefice del progetto della villa. Dall'esame dei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Verona e presso gli attuali proprietari è stato possibile ricavare solo la datazione del portale da sempre attribuito al Sanmicheli, ma probabilmente eseguito in epoca posteriore tra fine Cinquecento e inizio Seicento. La penuria di materiale informativo ha orientato gli studiosi verso l'indagine dei singoli elementi partecipanti alla composizione architettonica e verso il confronto di questi con le altre strutture di uguale entità e di paternità certa. Se la critica ascrive villa Marogna nel numero delle cosiddette 'probabili' ville sanmicheliane, non parimenti si può dire che l'analisi degli elementi architettonici presi singolarmente abbia permesso di enunciare la medesima conclusione. Colui infatti che ha progettato la villa di Nogara ha attuato una mediazione tra forme architettoniche quattrocentesche (portico loggiato) e forma cubica sanmicheliana nettamente separata dagli edifici di servizio - probabili preesistenze di rustici -, come si può ricavare dalla lettura di alcuni disegni conservati presso l'Archivio di Stato di Venezia che riproducono una struttura rusticale a L, interrotta solo da una torre colombara, e un edificio segnalato come 'ospedale di Nogara'. Inoltre nella composizione unitaria delle quattro facciate il portico con l'uso di un ordine appartenente alla tradizione quattrocentesca - come risulta nel capitello a foglia rampante - sembra costituire un'incongruenza per l'utilizzo di paraste tuscaniche nei portali di accesso alla sala del piano terra. Quanto detto conferma l'intenzione dell'architetto della villa di mantenere le parti dell'edificio preesistente e di inserirle in un linguaggio cinquecentesco, che permei tutta la costruzione e accolga anche influssi mantovani nei bizzarri mascheroni sotto il cornicione a mensola dentellata sui quattro angoli della villa, nelle cariatidi che conducono a un piccolo giardino situato a fianco della residenza padronale, e negli Atlanti che inquadrano il pozzo disposto a lato del fronte sulla corte. Dal momento che la villa presenta un'unità architettonica relativa, è probabile che quest'ultima fosse accentuata dalla decorazione ad affresco. Forse si potrebbe inserire villa Marogna in quella tradizione assai diffusa in tutto il territorio della Serenissima che prevede decorazioni murali esterne, atte a evidenziare particolari 'momenti' degli edifici, come gli angoli, o a riprodurre tendaggi e tappezzerie. Nel corso del XV e XVI secolo, con sempre maggiore frequenza , fregi con motivi geometrici, vegetali, animali e antropomorfici contornavano portali e finestre, sottolineavano profili di gronde, creavano marcapiani, incorniciavano stemmi nobiliari e insegne. Lungo tutto il perimetro di villa Marogna corre un fregio monocromo ripreso dal mezzanino che, da pochi frammenti ancora visibili, doveva originariamente essere affrescato. Purtroppo il processo di degrado che ha investito ovunque le decorazioni pittoriche ha colpito anche la facciata di villa Marogna. E' probabile tuttavia che di questa fosse affrescato anche il piano nobile: fino a pochi anni fa infatti si intravedevano le forme di una figura femminile gigantesca e ancora oggi, con condizioni di luce estremamente favorevoli, mi è stato possibile vedere capitelli ionici - finora non segnalati da alcuno - al di sopra delle finestre più centrali e tangenti alla cornice sottofinestra del mezzanino; il che fa supporre una partizione del piano nobile a colonne o pilastri che forse inquadravano più figure. La decorazione ad affresco ritornava anche probabilmente nella parte superiore del portale d'ingresso costruito posteriormente al complesso padronale, come dimostra una tavola del Trezza del 1791. L'elemento pittorico, quindi, più di quello architettonico doveva caratterizzare originariamente villa Marogna per quell'integrazione di cultura e scultura che sembra essere presente nella cultura veronese di villa. |
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