Bianconiglio
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ARCHEOLOGIA TELEMATICA (del BianConiglio) | Contatore delle visite dal 29/12/2009: | |
Correva il 1994: il mio primo modem era uno UniAutomation mod... boh, non ricordo: grande come una scatola da scarpe, predisposto per linea dedicata a quattro fili, con un pannellino anteriore dotato di alcuni switch e LED. Per poterlo collegare ad una linea commutata a due fili, occorreva una "forchetta" RFD, e persi qualche giorno per reperire lo schema dei collegamenti da effettuare tra la forchetta ed il telefono: sì, perchè il modem non era particolarmente intelligente, capiva solo ATH0 (hang-up): e come si faceva a connettersi? Semplice: si prendeva il telefono, si componeva il numero del servizio desiderato, si attendeva il fischio del modem remoto e si commutava un interruttore sul pannello del modem da voce a dati... preistoria, o almeno, neolitico... non ho mai affrontato i paleolitici accoppiatori acustici. Il PC era governato da un sw di comunicazione sotto DOS: ai tempi i due che andavano per la maggiore erano Telix e Terminate: io preferivo il primo, dotato di meno funzioni, ma per questo più semplice e compatto. E a cosa ci si connetteva? Ma ai BBS amatoriali, no? Internet esisteva già, ma era dedicata al mondo universitario, fondamentalmente (non era più ARPAnet, ma non era ancora il tempo dei primi provider come VOL e IOL)... il web non esisteva ancora come lo intendiamo oggi, ed i servizi disponibili erano e-Mail, FTP, Gopher ed altri, ognuno con un proprio client non grafico, o semigrafico. Nel mondo amatoriale la grafica esisteva, ma era la grafica ANSI, che sfruttava i colori ed i caratteri speciali delle code tables del DOS. E vi era tutto un proliferare di BBS, Bulletin Board Systems, server che permettevano fondamentalmente l'upload/download di files e lo scambio di messaggi. A quei tempi, bisognava saper usare un computer, sia per configurarlo come client che, tanto più, come server. Per restare ad un client tipico, anzi già un po' avanzato, di un BBS, come hardware serviva un modem, e come software occorrevano un programma di comunicazione, un editor di testo, un mailer ed un compressore. La mia rosa era formata nell'ordine dal già citato Telix, dal compattissimo TED3, dallo stranoto BlueWave e dal classico PKZip/PKUnzip. Una volta montato il modem, opportunamente "ponticellato" se interno, per non andare in conflitto con le seriali, si configurava il sw di comunicazione con la malefica init string del modem (e giù a tirar fuori i codici Hayes più strani), poi si configurava il mailer in modo che si interfacciasse regolarmente con il sw di comunicazione, l'editor ed il compattatore... e poi, mano alla rubrica, si era pronti a tentare la connessione... e ripeto, tutto sotto DOS, senza multitasking, con 640 KB di RAM!!! Connessi e registratici al BBS, si poteva operare online per caricare/scaricare files (e valevano le quote... per avere bisognava a volte dare), per leggere/scrivere messaggi (nel modo più dispendioso e dispersivo) o, nei BBS con più di una linea telefonica, per tentare di chattare. Con Internet la chat è fin troppo abusata, nei BBS era sconsigliata perché impegnava la linea per troppo tempo... in molti BBS esistevano i livelli di accesso (quote) in base o alla fedeltà dell'utente, o all'abbonamento (un rimborso spese per il sysop, il gestore della BBS), e gli utenti avevano solo un tempo limitato a disposizione: dai 15 minuti ad un'ora al giorno, mediamente. Per comunicare efficacemente con gli altri utenti, il sistema di posta elettronica era estremamente avanzato, per l'epoca: i BBS potevano essere isolati od organizzati in reti (FIDOnet copriva buona parte del pianeta): nel primo caso si poteva comunicare solo con gli altri utenti dello stesso BBS, nel secondo con quelli di tutti i BBS connessi in rete... rete commutata, naturalmente!!! Ad una certa ora il BBS chiudeva temporaneamente i battenti ed effettuava il polling dei messaggi da/verso un altro nodo, con una struttura gerarchica che portava nell'arco di qualche ora allo scambio della posta fra tutti i nodi. E per leggere e rispondere ai messaggi, sia privati che pubblici (l'equivalente delle e-mail e dei newsgroup) entravano in gioco mailer, editor e compressore. Ed evito di parlarvi dei Point e dei litigi per far funzionare un FOSSIL :-) Il sistema BlueWave (BW) era analogo agli attuali forum di Internet: era composto da un server sito sul BBS (la cosiddetta Door), sulla quale configurare la prima volta le aree messaggistiche di interesse ed il tipo di compressore da utilizzare (zip, arj, arc e tutti quelli che c'erano...), dopo di che si impartiva il comando di impacchettamento dei messaggi, e si scaricava sul proprio PC un file che conteneva la configurazione della Door ed i messaggi scaricati. A questo punto ci si sconnetteva e si potevano leggere i messaggi offline. Tutte le sessioni successive erano così composte: si attivava il proprio mailer BW, si poteva modificare la configurazione della Door (che sarebbe stata uploadata al primo collegamento) e si potevano scrivere nuovi messaggi, nonchè leggere e rispondere a quelli ricevuti (BW si preoccupava di caricare in shell l'editor), il tutto con potenzialità di risposta a più utenti, forwarding, blind copies, file attachment ecc.ecc... e soprattutto quoting, ovvero citazioni del messaggio a cui si risponde, con controllo della percentuale di quoting (gli utenti di Internet hanno perso l'abitudine al quoting...). Una volta finito si assemblava il pacchetto di upload (e BW richiamava in shell il compressore) e ci si connetteva con il sw di comunicazione (ovviamente richiamato in shell da BW). Richiamata la Door, si caricava il pacchetto appena creato e si scaricava quello con i messaggi nel frattempo caricati dagli altri, al che ci si poteva sconnettere... bello, vero? Beh, adesso con il Web 2.0 e la potenza degli attuali personal computer, è un gioco da ragazzi essere connessi con il mondo attraverso portali di servizi sempre più avanzati, ma una ventina di anni fa il pionierismo aveva il suo fascino... netiquette e rispetto delle policies compresi... E tutto questo, lo svolgevo con Frankie, un PC IBM con processore 8088 di cui parlo nel Museo Informatico, che vide "attaccati" alla sua seriale, od al suo bus, nell'ordine l'UniAutomation a 1200 bps, poi uno sconosciuto modem/fax interno a 2400 bps, poi un bellissimo Digicom esterno a 9600 bps con pannellino LCD, ed infine un Philips a 14400 bps... quest'ultimo mi seguì in ufficio, dove feci i primi esperimenti con Internet e IOL, nel 1997, con un computer Olivetti M380/XP5... il resto, compreso un modem a 28800 bps dal quale passai poi alla ADSL, si stempera nella sempre più paradossalmente dimenticata attualità... |
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