RIFERIMENTI

Rif. 1 - Coscienza critica e cultura di massa - Relazione svolta R. Bertagnolio in occasione della 3° giornata europea di               studio sulla "Cultura funzionale ed educazione permanente" nel X° anniversario dell'U.P.B. 21-06-1986.

Rif. 2 - Prolegomeni a una psicoepistemologia storico dialettica di Roberto Ettore Bertagnolio ( studio dattiloscritto ).

Rif. 3 - Jean Pierre Changeux - L'uomo neuronale. Campi del sapere. Feltrinelli Milano 1983.

Rif. 4 - Antonio R. Damasio - L'errore di Cartesio. Adelphi Milano 1995.

Rif. 5 - Appendice VIII Università Popolare di Biella, Ieri e oggi, a cura di Rabaglio e Zamprotta, Ed. Giovannacci 1986, Biella.

 


Ho intenzione di sviluppare neuroscientificamente alcuni punti    freudiani, secondo gli schemi di Jean-Pierre Changeux (Rif. 3).

 

Visualizzazione schematica del meccanismo freudiano inerente al concetto di Sublimazione assunto da me essenzialmente con valenza COGNITIVA, avendo  sempre  lo  sguardo  rivolto al   processo  sovrastrutturale  sviluppato  dal MATERIALISMO STORICO DIALETTICO.
Elemento quest'ultimo in grado di formulare un'epistemologia atta a spiegare il collegamento tra cervello, l'intero sistema nervoso e la base materiale dentro la quale è collocato l'intero CORPO.
L'elemento neurologico, con caratteri e valenze trasversali, è la memoria che instaura nella sovrapposizione di schemi neurologici nei riguardi del concetto di "coscienza" freudiano, la logica PARENTELA NEURALE tra le immagini in presenza dell'oggetto e le immagini esenti dall'oggetto.
Tutto questo si esprime schematicamente così:
SCHEMA N° 1

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il piacere e il dolore sono, a mio avviso, i regolatori essenziali della catena finale degli O.M. (oggetti mentali) dalla quale nasce prima il pensiero poi il prodotto culturale.

L'elemento basilare condizionante è la struttura su cui poggia l'intero individuo e, di conseguenza, il limite cognitivo di quest'ultimo.

 

 
                                                                                                                                                                        

 

Convegno Nazionale di Pavia organizzato nel quadro delle       celebrazioni per il centenario della morte di Darwin (Rif. 5).

APPENDICE VIII

"SULLA CONOSCENZA IN GENERALE E SUL RAPPORTO CONOSCENZA - LIMITE IDEOLOGICO NELL'AMBITO  DELLA PRODUZIONE ARTISTICA"

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(Comunicazione presentata al Convegno Nazionale di Pavia organizzato                                nel quadro delle celebrazioni per il centenario della morte di C. Darwin - 1982)

 

 

 
Il mio contributo è da intendersi nell’ambito della dialettica negativa, quale recupero del ruolo necessario della Filosofia. Tale dialettica dovrà varcare il limite di concetti astratti e raggiungere il piano concreto di analisi dei materiali specifici, al fine di individuare, attraverso il limite ideologico, il complesso meccanismo "gnoseologico" di classe insito nell’"IO – OSSERVATORE".

Questa relazione è assai limitativa rispetto al lavoro che intendo condurre, desidero che essa venga considerata come una proposta metodologica che tende ad evidenziare le reali contraddizioni dell’io-conoscente contemporaneo e, con esse, le ragioni materiali da cui prende avvio la parcellizzazione della "cultura" insita nella "Gnosi" idealistico-positivistica.

Desidero far presente che lo specifico nel quale opero è quello "Estetico" e che di conseguenza la metodologia tenderà ad essere in primo luogo applicata alla produzione artistica, sia essa letteraria sia essa scultoreo-figurativa, tuttavia, di poter mettere in evidenza la possibilità di estensione di tale dialettica "storicizzante" a qualsiasi linguaggio "parcellizato" non escluso quello che sta alla base della scienza, cioè matematico.

Il problema sembra essere al momento quello gnoseologico; la concezione positivistica della cultura, della parcellizzazione della conoscenza non solo non è in grado di giustificare la "Totalità" ma neppure la specificità delle parti, poiché, paradossalmente, la pretesa specificità non può reggersi che attraverso risultati sconfinanti da essa e che la pongono in discussione; in altre parole, la realizzazione piena dello "specifico" coincide con la sua crisi.