PROLEGOMENI.........

                                      Si deve in particolare capire come il sitema neuronale funzioni a livello di midollo  spinale e di sensazioni epidermiche legate al piacere e al dolore e come, queste  ultime, concorrano prima alle tensioni cerebrali, poi al sistema psicologico e infine, come precipitato in rapporto alle universalizzazioni
matematiche da un lato e dall'altro all'elemento creativo espresso dalla tensione
e non presente in alcun modo nell'intelligenza artificiale.
 
Un altro discorso interessante è comprendere i  limiti storici  della  conoscenza,
legati non soltanto ad un'epoca particolare ma anche ad un determinato momento dialettico e ad una determinata posizione materiale ben specifica, la
quale  per giustificarsi ha bisogno, come Marx insegna, di universalizzazioni
concettuali.
 
Un problema non facilmente risolvibile che si pone è quello dell'interpretazione, che è conosciuto nella storia del pensiero, come
problema ermeneutico.
 
Tali quesiti negli  ultimi decenni sono  stati in  parte  irrisolvibili, in  particolare
questo si è verificato all'interno del materialismo storico dialettico.
Un esempio per tutti è il concetto di "Classe", che non si può estrapolare in modo  adialettico dalla  teoria   marxiana  senza rischiare,come  molti  intellettuali  dalla coscienza sporca hanno fatto, di relegare il marxismo ad un'arcaica teoria ormai centenaria.
 
 A proposito di questo concetto io, nei miei "prolegomeni", ho preferito inventare la sigla
  G.S.R.E. (gruppo sociale a reddito elevato) da usare solo in questo caso, o nel caso opposto
 G.S.R.B. ( a livello di classe a reddito basso).
Tra i due poli opposti, attualmente, esiste una situazione molto complessa. Io la definirei: situazione a
ventaglio con tendenza a volte trasversali.
Alcuni problemi emersi  dalla mia   psicoepistemologia  vanno  verso una  visione  neuroscientifica   in
funzione di una teoria della conoscenza.
Sono più che convinto che il problema da risolvere riguardi una comprensione della coscienza a livello
neuroscientifico.
Ho preso atto del dibattito avvenuto nelle Università americane sulla necessità di spiegare la coscienza in questo senso. Cito a tal proposito la sintesi fatta da John Horgan, nell'articolo apparso su "Le scienze"/
quaderni n.101 del 1998 o sul saggio riassuntivo "Il mistero della coscienza" di John R. Searle ed. Raffaello Cortina Editore del 1998.
 
          
      Disegno di un neurone, cellula nervosa, con i suoi prolungamenti:
       cilindrasse e dendriti.      

           

Ho  intenzione di sviluppare  neuroscientificamente  alcuni punti  freudiani, secondo gli schemi di
Jean-Pierre Changeux ( Rif. 3 ):
1) in rapporto al problema posto da Freud sul meccanismo percezione-coscienza (PC), vorrei verificare se  è possibile in futuro un approfondimento neuroscientifico secondo le teoria che distingue fra       immagini  mentali nell'assenza dell'oggetto, distinte  dalle  sensazioni o  percezioni, le quali  hanno luogo in  presenza dell'oggetto.
2) vorrei  approfondire   l'importanza  del  sistema nervoso a livello di formazione del pensiero, tenendo   conto  del  risvolto anticartesiano espresso da Damasio dell'University of Iowa ( Rif. 3 ), soprattutto       quale  sia il  ruolo nella  formazione   degli  oggetti mentali e, di  conseguenza, il  piacere   e  il  dolore      percepiti dalle terminazioni sensoriali specialmente nella pelle e nelle viscere.
La risposta a questo quesito avvalora a mio avviso la tesi enunciata dal Marx giovanile (pre-Capitale),       la quale va nel senso che i limiti della conoscenza sono legati al ruolo materiale del corpo all'interno     di un determinato punto strutturale, storico-dialettico della realtà.
3) chiarire i contenuti del concetto di sublimazione freudiana slegandoli da una prospettiva strettamente    psicoanalitica e recuperandoli all'interno di una prospettiva materialistica, storico-dialettica in funzione     di una teoria neuroscientifica della conoscenza.
Solo in questo  modo si può  far luce, a fine  secolo, di un  problema importante per lo sviluppo della      scienza quale il rapporto cervello-mente-conoscenza-pensiero-prodotto culturale.