torna alla pagina degli itinerari Spiegazione delle schede tecniche

 Ogni itinerario è accompagnato da una sintetica scheda tecnica di valutazione così strutturata:

 - Partenza: sono indicati il luogo in cui lasciare la macchina e il relativo tragitto per arrivarci da uno dei centri principali della valle (Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano e Bormio). Ad esempio la stringa Sondrio - Montagna Centro - Cà Vervio - S.Maria - alpe Mara (m 1749) significa che la partenza è dall’alpe Mara, raggiungibile da Sondrio seguendo l’itinerario stradale che tocca Montagna Centro, Cà Vervio e S.Maria.

- Via : sommaria descrizione del tracciato seguito.

- Tempo intero giro/alla vetta quel giorno: quanto ho impiegato. Non fateci troppo affidamento: talvolta ho tenuto andature folli.

 - Attrezzatura richiesta: cosa dovreste avere con voi.

 - Condizioni meteo: il tempo che ho trovato.

 - Difficoltà del giorno: prodotto delle difficoltà reali, delle condizioni meteo e di eventuali errori di tracciato. Ho evitato di inserire itinerari molto impegnativi per rendere condivisibili a ogni buon alpinista queste mie esperienze. La valutazione è riferita al caso in cui non si utilizzi alcuna forma d’assicurazione, se non la corda di sicurezza nell’attraversamento di ghiacciai crepacciati. E’ misurato in gradi della scala Beno, quella mia personale, sintetizzata qui di seguito.

0 Ottimo anche per anziani non più autosufficienti o addirittura sprovveduti turisti di città. Ideale per la camporella, anche per le coppiette meno esperte.

1 Si comincia a dover stare attenti alle storte, alle cavallette carnivore e nello zaino è meglio mettere qualche provvista e qualche vestito.

2 Itinerario abbastanza lungo, ma senza particolari difficoltà alpinistiche.

3 Le scarpe da ginnastica cominciano ad essere sconsigliate (d’obbligo abito da sera e mocassini). E’ meglio stare attenti a dove si mettono i piedi. Vertigini vietate!

4 E’ richiesta una buona conoscenza delle montagne, discreta capacità di arrampicare e muoversi su ghiacciaio e terreni friabili come la pasta sfoglia.

5 Montagna divertente, itinerario molto lungo e ricco di insidie di varia specie, sconsigliato a tutti gli appassionati di montagna non esperti e non dopati.

6 E’ una valida alternativa al suicidio. Consigliata solo a persone con un’ottima preparazione fisico-atletica, buona esperienza alpinistica e sprezzo del pericolo. - Giudizio guide serie: giudizio tecnico secondo la scala alpinistica tradizionale con breve spiegazione di eventuali difficoltà.

 

Giudizio guide serie : giudizio tecnico secondo la scala alpinistica tradizionale con breve spiegazione integrativa di eventuali difficoltà.

- Bilancio: con tre voci su scale graduate da 0 a 3 esprime la bellezza, la durezza e la pericolosità dell’itinerario nella giornata in cui l’ho percorso. Tutti i parametri sono perciò fortemente influenzati dalle condizioni meteo che ho trovato. 

 


Itinerari e consigli

Molti degli itinerari proposti, se svolti nella loro completezza, richiedono ottima preparazione fisica, e, talvolta, buona tecnica alpinistica. Ho perciò ritenuto utile assegnare tempi, dislivelli e difficoltà ai singoli tratti significativi, perché chiunque possa decidere di compiere o meno i passaggi più difficili. I tempi segnalati per ciascun tratto dell’itinerario non sono quelli miei del giorno, ma quelli normalmente previsti, riferiti al caso di condizioni meteo ideali e calcolati con riferimento agli standard di 1h per 3,5 km o 400 metri di dislivello, più mezz’ora di pausa ogni 2 ore. Eventuali tratti con difficoltà alpinistiche sono stati presi in considerazione maggiorando questi tempi.

Gli schizzi allegati danno un’idea indicativa del tracciato. E’ bene, però, rifarsi alle mappe turistiche della Kompass: i miei disegni spesso sono sproporzionati e incompleti! Fatta eccezione per le gite di difficoltà E (escursionistica), in tutti gli altri casi è opportuno essere adeguatamente equipaggiati con:

 - scarponi: devono essere impermeabili e di buona qualità. Mai troppo rigidi se non avete i piedi già abituati;

- pantaloni lunghi: comodi, caldi e che permettano ampi movimenti;

- pantaloncini: se fa molto caldo vi eviteranno una sauna;

 - magliette e calze di ricambio;

- un pile o un maglione pesante;

- giacca a vento impermeabile o giacca a vento più impermeabile;

- guanti leggeri e berretta;

- pila o frontalino: non si sa mai che per un imprevisto la marcia debba proseguire nelle ore di buio;

- coltellino multifunzione, accendino, carta per accendere il fuoco;

- cappellino, occhiali e crema da sole, se volete evitare spiacevoli ustioni;

- bevande: in genere calcolo mezzo litro ogni ora di cammino. Se lungo il percorso ci sono possibilità di rifornimento (acqua potabile) è bene stare con lo zaino leggero ed eventualmente portarsi bustine di bibite solubili e una borraccia dove miscelarle con l’acqua. Se il clima si prospetta rigido suggerisco un thermos con tè caldo e ben zuccherato;

- cibo: non fatevi mai mancare dei dolci (cioccolato, caramelle, brioche…), per il resto scegliete alimenti non troppo ingombranti, che riuscite a digerire bene e con il giusto apporto di proteine e zuccheri. Io di solito prediligo tonno, carne in scatola, affettati, pane, mele, banane (non mettetele sul fondo perché si schiacciano), frutta secca, formaggio e panùn;

- barba lunga per non patir freddo alla faccia;

- cartina della zona e bussola. Se ci sono tratti su ghiacciaio, non dimenticatevi scarponi pesanti, ghette, piccozza, imbracatura, ramponi, corda, guanti pesanti e impermeabili. Per casi specifici basta rifarsi alle singole schede tecniche.

Scegliete uscite sottodimensionate rispetto alla vostra attuale preparazione tecnico-atletica e calcolate l’ora di partenza in modo d’avere un buon margine di luce al ritorno (non disdegnate mai la levataccia, come fanno certi miei amici pigri… vedi Roby L.!). Ascoltate sempre le previsioni meteo prima di mettervi in marcia (le tipe che presentano il meteo sulla TSI sono tutte molto carine!). Lasciate detto a qualcuno dove andate. Come si sa, in montagna il brutto tempo può rendere difficile anche l’escursione più facile. Usate sempre la prima mezz’ora di cammino come riscaldamento (le andature devono essere particolarmente ridotte), poi aumentate gradualmente il passo fino ad arrivare a regime. Tirare a freddo provoca le cosiddette “gambe di ghisa” e può compromettere l’intera uscita.

La stanchezza non è solo fisica, ma nella maggior parte dei casi pure psicologica. Monitorate sempre le vostre condizioni per non trovarvi mai “al gancio” e nell’impossibilità di proseguire. Qualora sentiate lo spettro della morte che si avvicina con la sua inquietante falce, fate una sosta per rifocillarvi. Se siete in un tratto pericoloso dell’ascensione, portatevi velocemente in una zona sicura, riposate e valutate di ridiscendere dalla via meno rischiosa. Tante volte ciò significa proseguire fino in vetta e prendere un altro itinerario per la discesa. Ad esempio, per un’ascensione che prevede una prima parte di avvicinamento piuttosto lunga, quindi la salita di una parete abbastanza impegnativa, ci si dovrebbe rifare allo schema seguente (al centro c’è un’immagine del 1500 con ovvio significato!).

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