Comunicati Stampa - Parco Delta Po Emilia-Romagna

Il Parco del Delta del Po dell’Emila-Romagna respinge il progetto dell’Enel di riconversione a orimulsion della Centrale di Porto Tolle

 

Il Consiglio di Amministrazione e il Comitato Tecnico Scientifico del Parco del Delta del Po dell’Emila-Romagna riunitisi congiuntamente nella seduta svoltasi oggi, 12 marzo 2002, per esaminare nel merito il progetto di ambientalizzazione della centrale termoelettrica di Porto Tolle, predisposto da Enel, lo hanno all’unanimità giudicato negativamente per i motivi di seguito esposti.
A fronte della necessità che il progetto di adeguamento della centrale tenga in prioritaria considerazione l’alta fragilità fisico-ecologica dei sistemi in cui la centrale stessa va ad inserirsi (sistemi costituiti dal territorio deltizio del Po, dotato di alti valori ambientali presidiato da ben due Aree Protette regionali, nonché dallo stesso Alto Adriatico, già soggetto ad un fortissimo impatto antropico), il progetto citato si basa quasi esclusivamente su valutazioni puramente economiche e di mercato funzionali solo alla stessa Enel; il progetto mira, al massimo, al perseguimento del minor impatto possibile in relazione alla convenienza economica del momento, non del minor impatto ottenibile in relazione al valore dei suddetti sistemi.
Lo stesso Studio di Impatto Ambientale predisposto da Enel-Produzione presenta, infatti, un approccio al problema che non pone come elemento centrale dell’analisi la peculiarità del “Sistema Delta” e la sua conservazione in un’ottica di sviluppo sostenibile, ne’ prende in considerazione le direttive in tema di SIC esistenti in zona.
In relazione al tipo di combustibile scelto, l’orimulsion, un prodotto di peso specifico simile a quello dell’acqua, particolarmente ricco di nikel e vanadio, il progetto ENEL non offre sufficienti garanzie di sicurezza  da possibili sversamenti accidentali, possibilità non aleatoria, se si considera che, nei 25 anni di prevista durata in esercizio della centrale, verrebbero movimentati almeno 125 milioni di tons, via mare fino a Porto Corsini, poi attraverso il territorio litoraneo mediante un oleodotto lungo circa 94 km.
Il progetto non offre sufficienti garanzie sulle possibilità di smaltimento dei materiali derivanti dai processi di combustione dell’orimulsion, processi che implicano un forte utilizzo di calcare e di urea e che porteranno, complessivamente, alla produzione di circa 860.000 tons di gessi, 20.000 tons di ceneri di arricchite in vanadio e nikel e 10.000 t/anno di fanghi; non vengono infatti previste alternative, ne’ luoghi di stoccaggio, per il caso non improbabile che, per ragioni di mercato o altro, i “riutilizzatori” considerati dovessero in futuro interrompere l’assorbimento di tali prodotti.
La movimentazione del suddetto materiale implicherà un significativo aumento nei livelli di traffico, con un impatto certamente notevole, dall’ENEL non valutato quantomeno in termini di interferenza con le esistenti zone SIC.
In funzione delle tecnologie adottate, il progetto implicherà la costruzione di nuovi manufatti che incrementeranno l’area edificata di ulteriori 53.000 m2 circa.
Un ulteriore macroscopico elemento di indeterminazione è infine dato dalla scarsa attenzione che lo studio esprime in merito alla perturbazione termina dell’acqua prodotta dalla riconversione della centrale, se realizzata.
Per non parlare, infine, della più grave provocazione contenuta nel progetto dell’Enel, laddove, con assoluta mancanza del senso del tragicomico, parlando di un’area costiera e protetta, si esalta il “potenziale attrattivo di un grande impianto industriale e la spettacolarità intrinseca alle sue dimensioni e al suo funzionamento”.
Nemmeno i Futuristi avrebbero osato tanto.
In conclusione, il Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, nell’esprimere parere negativo alla realizzazione del progetto in oggetto, caldeggia con forza la riconversione della Centrale Termoelettrica di Porto Tolle a gas metano, così come correttamente previsto dalla legge istitutiva del Parco Veneto del Delta del Po.

 

Comacchio, 12 marzo 2002

 

Il Parco chiede allo Stato e alle Regioni Veneto ed Emilia Romagna un esame integrato ambientale dei progetti energetici che interessano l’Alto Adriatico

Il Progetto di “Riconversione della centrale di Porto Tolle a Orimulsion ” è stato solo uno degli argomenti toccati nell’incontro svoltosi oggi, a Comacchio, tra il Parco del Delta del Po dell’Emilia Romagna e le organizzazioni di categoria dei lavoratori dipendenti ed autonomi di Ferrara e Ravenna.
La riflessione si è concentrata sull’insieme veramente preoccupante dei progetti energetici che oggi interessano l’Alto Adriatico. Oltre al già citato progetto vanno anche annoverati quello di Edison per la realizzazione di una piattaforma gasifera da realizzare a largo di Porto Levante di 1.500 metri quadrati di superficie e in grado di stoccare 4 milioni di metri cubi di gas metano riforniti da 8.00 bettoline all’anno e il progetto ENI per l’avvio delle estrazioni dell’enorme giacimento gasifero del Nord Adriatico con l’attivazione di numerosi pozzi di perforazione. 
Se realizzati, tutti questi tre progetti, minerebbero in maniera irreversibile i delicati equilibri ambientali, innanzitutto del Delta del Po, uno dei più importanti regni della biodiversità del pianeta, e più in generale del sistema costiero dell’Alto Adriatico, con gravissime ripercussioni sulle fiorenti industrie del turismo e della pesca.
Proprio per questo il Parco chiede la sospensione delle autorizzazioni a realizzare questi tre progetti per avviare un esame integrato, a tutt’oggi mancante, dei loro effetti congiunti sull’ambiente. 
E’ quindi quanto mai urgente l’attivazione di un “Tavolo istituzionale” tra Stato, Regione Emilia - Romagna e Regione Veneto i due Parchi del Delta del Po – versante emiliano – romagnolo e veneto – e le tre province direttamente interessate: Ferrara, Ravenna e Rovigo.

Comacchio, 20 febbraio 2002

 

Sul "Progetto di adeguamento ambientale della Centrale termoelettrica di Porto Tolle" proposto dall'ENEL

Si è svolto ieri, a Comacchio, l'incontro promosso dal Parco del Delta del Po per concordare tra gli enti locali del Parco una posizione comune sul progetto predisposto dall'ENEL per riconvertire la Centrale Termoelettrica di Porto Tolle utilizzando un combustibile di bassissimo costo come l'Orimulsion - un'emulsione di bitume naturale ed acqua - prodotto in Venezuela.All'incontro erano presenti anche tecnici dell'ARPA e delle Aziende USL di Ferrara e Ravenna.
Tutti gli intervenuti hanno espresso grande preoccupazione sulle ricadute totalmente negative per l'ambiente e l'economia complessiva del Delta che questo progetto, se realizzato, comporterebbe.
Proprio un progetto di ricerca (Externe) della Commissione Europea ha evidenziato come l'Orimulsion, per il suo alto contenuto di solfuri, sia comparabile ai combustibili pesanti e contenga, tra l'altro, concentrazioni di metalli pesanti quali il vanadio, il nickel e il mercurio (circa il doppio del petrolio) molto pericolosi per la salute umana.
Il contrario quindi di quanto si dovrebbe scegliere per un territorio così delicato e protetto come il Delta del Po.
La stessa Legge regionale istitutiva del Parco regionale Veneto del Delta del Po fa espresso divieto di usare questo tipo di combustibile.
Recentemente sia l'Inghilterra che la Florida hanno rifiutato analoghi progetti di riconversione di centrali a base di utilizzo di Orimulsion, per non parlare poi dell'assenza nel progetto ENEL di qualsiasi considerazione sulla dispersione del calore prodotto nel fiume Po che potrebbe comportare una tropicalizzazione delle acque del Delta con grave danno per le ricche attività ittiche che vi si svolgono o dei pesanti interventi infrastrutturali previsti sia a mare, sia a terra, molto impattanti sull'ambiente.
Al termine dell'incontro è stato deciso di proporre alla Regione Emilia - Romagna di farsi promotrice di un incontro con la Regione Veneto, le Province di Rovigo, Ferrara e Ravenna e i due Parchi per ricercare una comune e condivisa politica energetica ecocompatibile nel Delta del Po.
Il Parco riunirà nella giornata di venerdì 8 febbraio il suo Comitato Tecnico Scientifico per articolare e formalizzare alle istituzioni interessate la sua opposizione al progetto Orimulsion e il suo sostegno, invece, ad una riconversione a gas metano della Centrale Termoelettrica di Porto Tolle.
Il Parco, nei prossimi giorni, promuoverà una serie di incontri con le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e autonomi, le associazioni ambientaliste e i parlamentari per far crescere nel Delta un'ampia presa di posizione sociale e politica a favore di un vero sviluppo economico sostenibile.  

Comacchio, 1 febbraio 2002

 

da nerowolfe
notizia ANSA di lunedì 25 Febbraio 2002:
"Enel, minori costi per il carburante 
Non solo finanza nell'incontro con gli analisti. Franco Tatò ha illustrato le linee guida delle quattro divisioni del gruppo energetico. Forti investimenti nelle reti che dovranno portare maggiore efficienza, misurata dal tempo di attesa per l'interruzione del servizio che scenderà del 50% nel 2006. Nella distribuzione di acqua e gas l'obiettivo è la seconda posizione in entrambi i settori nel medio termine. Salirà del 60% la produzione di energia da fonti rinnovabili mentre centrali per 4.500 Mwatt diventeranno a ciclo combinato ed esprimere impianti per 5.200 Mwatt saranno trasformati a carbone e orimulsion. L'obiettivo è l'avvicinamento alla best pratice Europea a fine piano, per un'efficienza termica cresciuta del 9% ed un calo dei costi per il carburante del 30%. L'energia distribuita passerà da 35 milioni a 40 milioni di tonnellate di olio equivalente. In questo momento Enel sale dello 0,16% a 6,32 euro."

 

da associazioni/faroccat
Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 13 Marzo 2002:
[…]"Chissà qual è il sapore dei meloni che quel contadino coltiva a meno di 500 metri dalla centrale. E chissà il gusto del radicchio di Chioggia. In più, le bettoline che portano il combustibile dalle petroliere alla centrale sono un costante rischio per le acque della laguna. Fin qui, l'accusa. La difesa invece usa un'altro tipo di arma: il portafoglio. Il Comune di Porto Tolle incassa ogni anno 3.5 milioni di euro dalla centrale, sotto forma di Ici."[…]
"Possibile che non ci sia modo di controllare se la centrale, oltre a produrre energia, produce anche morte? Come no, basta istituire una commissione, che in Italia non si nega a nessuno. Detto, fatto: si stabilisce nero su bianco che un comitato verifichi le emissioni con gran dispiego di centraline e strumenti: a presiederlo sarà esprimere il sindaco di Porto Tolle, Paola Broggio. Il cui marito è un ex dipendente Enel. E qui saltano all'occhio altre singolari coincidenze: anche la figlia e il genero del vicesindaco sono dipendenti Enel. Così pure cinque consiglieri, di maggioranza e di opposizione, nel Comune di Porto Tolle: e altri hanno parenti vicini e lontani che lavorano grazie alla centrale. Quando si tratta di stabilire se i fumi che escono dalle ciminiere sono veleni o essenze di violetta, si attengono scrupolosamente a quanto stabilisce la legge, che chiede di verificare i valori di emissione media. Così, se per un mese esce la peste bubbonica, il mese dopo si fa un bel blocco degli impianti per manutenzione, la media si dimezza e scende sotto la soglia: tutti felici e contenti, anche se per un mese di fila si è respirato zolfo puro."[…]

da Il Resto del Carlino   30 aprile 2002 Cronaca di Rovigo
Inquinamento di idrocarburi nel porto 
Spettacolare intervento anti-inquinamento della squadriglia navale della Guardia di Finanza di Porto Levante nel porto di Albarella. 
L'altra sera alle 19.15 è pervenuta una segnalazione che avvertiva di uno sversamento di idrocarburi nel porto di Albarella. Intervenivano tempestivamente le due motovedette che si trovavano in zona e giungevano sul posto dopo circa un quarto d'ora. 
E' scattato così il piano anti-inquinamento del porto di Albarella. Con il personale dell'autorità marittina i finanzieri hanno identificato tutti i presenti chiedendo anche l'intervento dei Vigili del fuoco di Adria che hanno poi provveduto a calare in acqua all'ingresso del porto le apposite panne galleggianti assorbenti per evitare danni all'ecosistema della laguna. 
Bisogna dire che la prontezza dell'intervento è stata premiata. Infatti dopo appena 24 ore le acque del porto di Albarella erano già ripulite dagli idrocarburi inquinanti e maleodoranti. 
Sono comunque ancora in corso indagini per identificare i responsabili dello sversamento. […]