Santarcangelo di Romagna (RN)

L'attenzione verso la situazione energetica nazionale e le sue ricadute locali è sempre alta a Santarcangelo. Le prese di posizione a più livelli contro la costruzione della centrale suscita ancora strascichi polemici in coloro che non si sono riconosciuti nel comitato e non hanno partecipato alla pubblica assemblea a Palazzo Marcosanti.

CENTRALE TERMOELETTRICA:
informazione agli aderenti al Comitato CCTSA

Nel corso dell’anno 2002, a tutto il 22 luglio, sono state rilasciate le seguenti autorizzazioni: 4 in Lombardia (Tavazzano, Voghera, Ferrera Erbognone, Ponti sul Mincio), 1 in Friuli (Torviscosa, 800 MW),1 in Liguria (Vado Ligure, trasformazione a ciclo combinato), 1 in Toscana (Livorno, modifica per adeg. ambientale), 1 in Puglia (Candela), 1 in Calabria (Altomonte, 800 MW). 
Le richieste di autorizzazione per centrali termoelettriche che nello stesso periodo hanno concluso, con esito favorevole, la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), riguardano le seguenti Regioni: 7 in Piemonte, tra le quali quella di Livorno Ferraris (800 MW) richiesta dalla E.On Italia Produzione, la stessa che vorrebbe costruire quella di Santarcangelo; 9 in Lombardia; 4 nel Veneto; 1 in Friuli V.G.; 1 in Liguria; 4 in Emilia-Romagna (Sarmato, PC; Parma; Forlì; Ravenna); 1 in Toscana; nessuna nelle Marche; 2 in Abruzzo; 2 nel Molise; 1 in Umbria; 10 nel Lazio, anzitutto quella di Guidonia Montecelio (800 MW) richiesta dalla E.On Italia Produzione; 6 in Campania; 5 in Puglia; 2 in Calabria; 1 in Basilicata.
Non sarebbe male che i consiglieri azzurri della Comunità Montana Valmarecchia aggiornassero le loro informazioni (in buona compagnia con il Sottosegretario Tortolì, che sembra saper contare sino a 5, in particolare la capogruppo Salvi che nella penultima riunione consiliare ci ha accusato di aver fatto “dell’allarmismo a buon mercato” creando “tensione ad arte per poi accampare meriti fra qualche anno”. Consigliera dalle certezze assolute: “Così come è ridicolo, se non fosse preoccupante per la sua insipienza, credere o pretendere (indipendentemente da chi guida il Paese) che un problema di carattere nazionale (qual’è la produzione dell’energia, ma anche altri problemi della stessa portata) possa essere bloccato da qualunque comunello (anche quello di Roccacannuccia di pochi abitanti) con un ipotetico veto non sancito da nessuna legge”. Probabilmente i “cattivi maestri” prima o poi la convinceranno anche sulla bontà delle fusioni dei piccoli comuni?
Se i Comuni non hanno alcun potere di veto - come in effetti non hanno in materia -, come potrà la Comunità Montana “garantire quell’equilibrio ecologico della vallata, ed eventuali rischi siano preventivamente ed attentamente valutati e contenuti con precise misure di tutela”?
D’altronde, anziché elogiare il comportamento del proprio Sindaco, Antonio Valli, la consigliera di Forza Italia ha ritenuto “non corretta la corsa alla dissociazione preventiva, come qualche Sindaco ha fatto contestando in questo qualche suo collega che era in ‘ritardo’, per poi essere a sua volta scavalcato dal secondo”, non valutando quanto costi poco fare dietrofront per cercare di salvare un residuo di immagine, nella consapevolezza di quanto poco conti, con la legge vigente, un diniego dettato dallo stato di necessità politica.
Per il rappresentante di Rifondazione Comunista, Capobianco, noi del Comitato siamo eccessivamente apprensivi (il suo Partito, a livello nazionale, lo è ancor più di noi): “Il comitato di cittadini non è che si debba sciogliere, ci mancherebbe altro, è tutta fatica vostra, è tutta attività vostra, ben venga un minimo di campanello di allarme, però vi inviterei a non essere così apprensivi più di tanto... Molti hanno detto che la centrale non è fattibile, anche se non ci sono elementi tecnici credibili al 100%, però attenzione che al posto di una centrale termoelettrica venga fuori una bella speculazione edilizia... Per fortuna non sono venuto a Palazzo Marcosanti e hanno fatto bene anche i dirigenti dell’azienda Unicem a non venire, perché voi volete sentire solo quello che vi fa comodo e vi fa piacere... Se dobbiamo dire semplicemente ‘no’, beh, io se volete metto anche la firma, mettiamo ‘no’, però è cosa puerile e di basso livello politico, non ha senso”.
Francamente a Palazzo Marcosanti non c’eravamo accorti dell’assenza, presi com’eravamo a valutare le centinaia e centinaia di presenze, a differenza di altre iniziative di vallata dove i presenti non arrivavano a cinque.
Il Comitato, comunque, che non intende prestare il fianco ad alcuna suggestione, tanto meno a giochi politici di dubbia trasparenza, mantiene intatte le proprie apprensioni, che non traggono linfa da generici “sentito dire”, non concedendo alcuna attenzione (e non la merita) a chi al Consiglio comunitario ha sostenuto che la nostra sarebbe una contrarietà precostituita e s’impegna a continuare ad informare non solo i cittadini dei quattro Comuni della Valmarecchia, ma anche quelli di Rimini, San Marino, Savignano, Borghi, Sogliano, Longiano, Roncofreddo, Gatteo e Bellaria, assicurando che non ci faremo trovare impreparati qualora le cose evolvessero in senso contrario ai desideri della popolazione.
Mirella Canini Venturini - CCTSA