4 aprile 2002 - Un intervento sull'emergenza ambientale innescata dall'approvazione delle nuove centrali termoelettriche, con un'attenzione particolare a quella di Ferrara. Di seguito si cita l'articolo del Sole24Ore del 1 marzo sulla situazione energetica, corredato da una tabella.

 Da “Pollicino, briciole di verde”, periodico di Legambiente Ferrara
Numero di marzo-aprile 2002

Una, dieci, cento nuove centrali
di Francesca Noceti
Sono in tutto 646 i progetti di nuovi impianti elettrici da costruire sul territorio italiano. Stando ad alcuni dati recentemente resi pubblici, se questi progetti (presentati a partire dal 1999, anno di apertura del mercato elettrico ai privati) saranno realizzati, la potenza elettrica della rete nazionale aumenterà di 114mila 600 megawatt, più del doppio del fabbisogno massimo (52mila megawatt) del nostro Paese. E con la potenza aumenteranno le emissioni inquinanti e, in generale, l’impatto ambientale locale e globale. Un incremento che non possiamo certo permetterci visto che già oggi siamo “in debito” con gli impegni del protocollo di Kyoto: a fronte della necessità di diminuire le emissioni di anidride carbonica (CO2, il principale “gas serra”) del 6,5% entro il 2008-2012, in Italia le emissioni di CO2 sono invece aumentate, dal 1990, di più del 5%.
Secondo le stime dell’Enel, nel decennio 1990-1999 (cioè fino alla liberalizzazione del mercato) l’industria elettrica pubblica emetteva in atmosfera, ogni anno, circa 110 milioni di tonnellate di CO2. Proviamo a immaginare cosa accadrebbe con la costruzione delle nuove centrali. Dei progetti presentati, 174 prevedono la realizzazione di impianti termoelettrici alimentati da fonti non rinnovabili, cioè da combustibili fossili (i rimanenti 472 progetti, a combustibili rinnovabili, coprirebbero solo il 15% della potenza complessiva). In uno scenario ideale, in cui tutti i vecchi impianti a gasolio fossero dismessi ma non accadrà e sostituiti con nuove centrali a metano (il combustibile fossile che inquina di meno), si avrebbe una produzione annua di CO2 di 390 milioni di tonnellate, pari a circa tre volte e mezza le emissioni Enel del decennio scorso.
E non c’è solo la CO2. I nuovi progetti, la cui autorizzazione è oggi facilitata dalla recente approvazione del decreto “sblocca centrali”, potrebbero avere conseguenze ambientali negative e rilevanti anche a livello locale: aumento delle emissioni degli ossidi dell’azoto (tossici) e delle famigerate micropolveri (di cui sono stati recentemente documentati gli effetti mutageni e cancerogeni), aumento dell’inquinamento acustico, aumento dell’umidità dell’aria, aumento della temperatura nei corsi d’acqua dove andranno a finire gli scarichi delle centrali (l’acqua è necessaria per raffreddare gli impianti e non a caso le grandi centrali termoelettriche sono progettate nella vicinanza di fiumi e laghi), piogge acide (che impoveriscono i terreni agricoli e deturpano le facciate dei palazzi).
La centrale turbogas da 800 megawatt di Ferrara, per mesi al centro di aspre polemiche, ha ottenuto proprio in questi giorni l’autorizzazione dalla commissione per la valutazione d’impatto ambientale. Adesso manca solo la firma del ministro dell’ambiente Altero Matteoli, e poi la ditta costruttrice (Merloni-Foster Wheeler) avrà il via libera per iniziare i lavori di costruzione. La centrale sorgerà nell’area del polo chimico ferrarese, che dista solo quattro chilometri dal centro storico della città e altrettanti dal Po. La provincia di Ferrara è già sofferente per il pesante inquinamento locale (polo chimico), per l’impatto delle vicine zone industriali di Mantova e Ravenna e per la presenza della grande centrale Enel di Polesine Camerini (Porto Tolle) che, pur sorgendo in provincia di Rovigo, rovescia anche sulla campagna ferrarese polveri ed emissioni tossiche. Ma questo non sembra preoccupare i colossi dell’energia: oltre alla turbogas, esiste un progetto per un’altra centrale da 800 megawatt da realizzare a Ostellato, ai confini del Parco del Delta del Po.
In Emilia Romagna, sono stati poi presentati altri 17 nuovi progetti per centrali elettriche e inceneritori. Nel frattempo i cittadini, allarmati dalle prospettive ambientali, si aggregano per esprimere dubbi e preoccupazioni e, soprattutto, per chiedere un’informazione più trasparente e una gestione realmente partecipata dello sviluppo locale (a Ferrara, sull’onda dell’emergenza “turbogas”, si è costituito il “Comitato per una città sostenibile”e a Ostellato il “Comitato civico per l’energia pulita” agisce da oltre un anno). Chissà se saranno ascoltati o se, proprio come è successo a Ferrara (e come è stato riferito da un giornale locale), i titolari dei progetti minacceranno di querela tutti quelli che, avanzando critiche “sia a mezzo stampa che attraverso iniziative pubbliche”, rischiano di “danneggiare gravemente l'immagine del progetto e delle aziende”.



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Da Il Sole 24ORE del 1 marzo 2002
Il Gestore di rete: sono giunte domande per 114.600 megawatt
“Progetti per 646 centrali”
di Jacopo Giliberto

(sintesi) Il punto sull'energia è stato fatto dai responsabili del Gestore di Rete davanti ai deputati della commissione Attività produttive durante l’indagine conoscitiva della Camera. Occorre costruire nuove centrali e nuove linee di alta tensione, per scongiurare il rischio di black-out, che l'Italia ha corso l'11 dicembre (un picco di domanda di 52mila megawatt a fronte di una disponibilità complessiva di appena 54.700 megawatt). Sono 646 le richieste di connessione alla rete pervenute entro il 31 dicembre 2001 al Gestore di rete (La Spa pubblica che regola i flussi dell’alta tensione). Per 25 di queste è stata effettivamente avviata la procedura di impatto ambientale (15.600 megawatt), ma i progetti realmente candidati sono poco più di cento. Il nuovo piano triennale di investimenti sull’alta tensione prevede una spesa sui 1.400 milioni di euro dal 2002 al 2004.

l'articolo è accompagnato dalla seguente tabella:

CENTRALI PROGETTATE
Richieste di connessione al 31 dicembre

 

Impianti termoelettrici

Impianti da fonti rinnovabili Totale
  Numero MW Numero MW Numero MW
Nord* 68 38.540 19 430 87 38.970
Centro* 57 32.012 149 4.138 206 36.150
Sud 48 26.908 175 6.666 223 33.574
Isole 1 360 129 5.546 130 5.906
Italia 174 97.820 472 16.780 646 114.600


(*) Il gestore di rete classifica l’Emilia Romagna tra le regioni del Centro
Fonte: Gestore di rete