Cronaca - Finale Emilia

 

Articolo pubblicato sul numero di agosto di Piazza Verdi, mensile di Finale Emilia.
 

La centrale elettrica a Finale

Si chiama Southern Company, è una multinazionale che costruisce impianti a gas naturale in tutto il mondo, e dal depliant informativo che ho davanti agli occhi si propone come azienda leader, efficiente, pulita, che in seguito alla liberalizzazione della produzione dell’energia elettrica può costruire impianti anche in Italia, per un massimo di sei: uno di questi dovrebbe sorgere a Canaletto. Cosa promette questa gente? Energia meno inquinante, con riduzione di emissioni di CO2 rispetto agli impianti esistenti; moderne tecnologie che minimizzano gli impatti e massimizzano rendimenti e sicurezza.

A tutt’oggi, 18 luglio, a Finale non si parla molto di questo grosso insediamento, dei suoi rischi (certi) e dei suoi vantaggi (incerti). Ne parlano di più a Crevalcore, dove la Southern Company ha già fatto la sua proposta, e dove il sindaco ha informato la cittadinanza, che si è subito mobilitata formando un comitato per il "no", che ha un suo sito Internet, molto ben fatto e anche divertente; vi invito a visitarlo http://digilander.iol.it/benicomunali/.Vi si legge, tra l’altro:

" Principale elemento a sfavore dell'insediamento è la sua vicinanza al centro abitato, situazione che comporterebbe disagi e rischi per la salute della popolazione causati da maggior inquinamento atmosferico (...) maggior inquinamento idrico, maggior inquinamento elettromagnetico, (...) situazione sicuramente non compensata da una bolletta elettrica meno cara (forse) e da un aumento di una trentina di posti di lavoro".

A Finale ne ha parlato "Il Mancino", voce della sinistra giovanile, con un pezzo a firma Marco Perboni, nel quale si fa candidamente notare che "le multinazionali spesso guardano più agli interessi economici che non a quelli dei lavoratori e dei cittadini che coinvolgono". Il Perboni però conclude dicendo che la centrale è "un’occasione unica da non sottovalutare perchè potrebbe rappresentare una tappa importante nello sviluppo ed il futuro di Finale". La nostra amministrazione comunale non si è ancora espressa ufficialmente; attende, mi dicono, di avere in mano dati più certi; spero che i cittadini saranno informati al più presto e che verrà indetto un referendum. Nel frattempo, consiglio ai miei concittadini di raccogliere informazioni e di cercare di farsi un’idea personale.

Cosa ne penso, io?

Penso che, sebbene sia doveroso che l’entità di ‘sto famoso impatto ambientale venga valutata da esperti in materia, si può star certi fin da ora che l’impatto ci sarà eccome, e che se verrà costruita una centrale (anche ammesso che vada solo a gas e non anche, saltuariamente, a gasolio) l’aria di Finale sarà comunque meno respirabile di quanto lo sia ora. Penso che l’offerta di nuova occupazione (peraltro scarsa e incerta) non sia di alcun interesse, perché nella nostra zona non c’è penuria di posti di lavoro. Penso che sia ora di diminuire i consumi di energia, non di aumentarli, e di cominciare a lavorare per la diffusione di energie alternative rinnovabili e non inquinanti, come si sta facendo altrove (in Germania, per esempio); e se qualcuno mi risponde che per ora le energie alternative non sono diffuse come quelle basate sul consumo di petrolio o di metano, ribatto che non per questo dobbiamo sorbirci la convivenza con una centrale a gas che prima non c’era e che nessun finalese si era sognato di richiedere. Penso che costruire una centrale elettrica a metano nei pressi di un centro abitato, in una zona dove non tira una bava d’aria per molti mesi all’anno, non sia un’idea felice per chi in questa zona ci abita; e spero che, se riusciranno a costruire la loro centrale elettrica (ora di pretendenti ce ne sono addirittura due) lo facciano lontano dal Panaro e dalle nostre falde acquifere. Penso altre cose, ma prima di dirle voglio avere anch’io qualche dato in più.

Concludo con una semplice domanda, che è, in questo come in tanti altri casi simili, la prima ed ultima che dobbiamo porre a noi stessi e a chi ci fa queste proposte: la nuova centrale migliorerà o no la nostra vita?

Maurizio Goldoni

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