Casarsa (UD)

dal Messaggero Veneto

Messaggero Veneto
mercoledì 31 luglio 2002
CASARSA
Affollato incontro pubblico 
E’ stata avviata una raccolta di firme
per dire no alla centrale a biomasse
Quali sono le biomasse da utilizzare per alimentare la centrale elettrica? E in quali zone si trovano? Chi ci assicura che il loro trasporto non sia fonte di inquinamento ambientale? Tutti dubbi che il comitato cittadino “La salute non ha partito e l’aria è di tutti”, sorto a Casarsa per manifestare la propria contrarietà al progetto di realizzazione della centrale elettrica a biomasse, nello stabilimento delle ex fornaci Ermacora di Arzene, ha sollevato nel corso del recente incontro tenutosi nella sala della Par San Zuan, a San Giovanni di Casarsa.
Numerosi i cittadini presenti all’appuntamento. «Oltre alla partecipazione di numerose persone esterne al comitato – sostiene la coordinatrice Loredana Morassutti – va segnalata anche l’adesione dell’intero gruppo consiliare “Una città per tutti”». Il primo passo del comitato, intenzionato in seconda battuta a promuovere una campagna di raccolta firme per dire no alla centrale, passa attraverso l’informazione dettagliata ai cittadini sul progetto. In questo secondo incontro il comitato ha rivolto l’attenzione alle potenziali difficoltà nel reperire il quantitativo di biomassa necessaria per alimentare la centrale elettrica.
«Non essendo un inceneritore che brucia le immondizie raccolte quotidianamente – sostiene la Morassutti – ha bisogno di essere alimentato da materiale particolare, per l’appunto le biomasse, che non si trovano facilmente nel nostro territorio. Si rende necessario, quindi, il recupero con appositi mezzi di trasporto, fonti inevitabili di inquinamento». Stando ai dati forniti dal comitato sul fabbisogno della centrale elettrica si può supporre che il problema non sia così di poco conto.
«Per funzionare l’infrastruttura necessiterebbe di 320 mila tonnellate di biomasse – riferisce la Morassutti – il cui recupero e trasporto comportano un viavai continuo di circa 2 mila camion». Dati che raffrontati ad altri offrono un quadro ancora più completo. «Supponendo inoltre che un ettaro di terreno contenga in media 16 tonnellate di biomasse, così come riferiscono gli esperti – afferma la Morassutti - per contenere le 320 tonnellate servirebbe una superficie di 20 mila ettari di terreno». «Un’area così vasta che, tanto per intenderci - specifica la coordinatrice del comitato cittadino - potrebbe estendersi da Sacile a Fagagna. Dove la troviamo nel nostro territorio? Si renderebbe necessario uno spostamento notevole per il recupero».
A.Fran.