La protesta
ambientalista adesso corre on line
Il paese di
Crevalcore in provincia di Bologna lancia su Internet una campagna contro la costruizione
di una centrale elettrica a energia 'pulita' da parte di una multinazionale americana
FIRENZE, 20 LUGLIO - Braccio di ferro on line tra la popolazione di Crevalcore, piccolo
comune in provincia di Bologna, e la Southern
Company, multinazionale americana intenzionata a costruire nella zona una centrale
elettrica a gas metano da 370 Mwatt.
Oggetto della contesa via Internet, un impianto che dal progetto risulta uno dei
più grandi d'Europa e che dovrebbe sorgere a Beni Comunali, sobborgo con un centinaio di
abitanti a 2 km da Crevalcore, bruciando 69mila metri cubi di metano ogni ora.
A destare la preoccupazione dei residenti, il timore di vedere aumentare, con
l'arrivo dello stabilimento, l'effetto serra e la concentrazione di polveri inquinanti
nella zona. Grande la mobilitazione dei residenti: l'ambientalista Graziano Ardizzoni
riferisce che si è costituito il comitato "Centrale
elettrica. No grazie" che ha avviato una campagna di raccolta firme cui hanno
aderito oltre 2500 persone: "Pare che con la liberalizzazione dell'energia elettrica
conseguente alla fine del monopolio di stato e le agevolazioni sul prezzo del metano per
questo tipo di impianti - spiega Ardizzoni - ci siano varie cordate di gruppi industriali
interessate a costruire nuove centrali, scaricando sulla collettività i costi materiali e
sociali di queste operazioni. Per questo abbiamo deciso di muoverci anche attraverso il
web".
Attivi nel costante aggiornamento di un sito colorato, ricco di informazioni e
approfondimenti, i membri del comitato sono stati raggiunti da numerose e-mail contenenti
notizie e consigli utili a bloccare il progetto americano. Ci sono testimonianze su casi
analoghi provenienti dagli States, precisazioni in materia legislativa e perfino pareri di
esperti in medicina.
Inevitabile dunque che nel giro di due mesi le polemiche coinvolgessero anche l'amministrazione
comunale di Crevalcore, dove il sindaco Novello Lodi ha deciso di scrivere una lettera
ai cittadini "per dare una corretta informazione sullo stato delle cose". Nel
documento si legge che i contatti tra Southern Company e Comune risalgono al marzo scorso:
"Dalla Giunta è nata la proposta di insediare un tavolo tecnico/politico con la
partecipazione dei gruppi consiliari di Crevalcore, dei sindaci del Persicetano e Finale
Emilia (altro Comune cui è stata proposta la centrale Southern), dell'assessorato
all'Ambiente della provincia di Bologna e degli esperti della Regione,
dell'Agenzia
regionale per l'ambiente (Arpa), della Provincia
e del Comune". Lo scopo? "Raccogliere il maggior numero di elementi tecnici atti
a consentire una seria valutazione della proposta di insediamento".
"Credo che il problema non sia tanto installare o meno in paese una centrale a
energia 'pulita' - sostiene il vicesindaco di Crevalcore Bruno Romagnoli - quanto
piuttosto confondere sull'onda dell'emotività un impianto tecnologico dell'ultima
generazione con qualcosa di pericoloso. Siamo in attesa dei dati Arpa sull'impatto
ambientale della centrale nella zona, ma non è detto che la presenza dello stabilimento
sia necessariamente devastante".
Dietro l'arrivo della Southern Company in Emilia-Romagna ci sono infatti interessi
di tipo economico come il potenziamento dell'industria e la forte accelerazione dello
sviluppo del territorio: "Sconcerta la decisione del Consiglio comunale di tacere in
attesa del responso dei tecnici - denuncia Ardizzoni - perché si preclude ai cittadini la
possibilità di acquisire informazioni da altri esperti. In particolare, è necessario
valutare l'impatto ambientale considerando la somma complessiva degli impatti ambientali
sul territorio".
Purtroppo sembra che l'Emilia-Romagna non abbia ancora un piano energetico né una
mappatura ecologica complessiva: "Il problema non si risolve neppure spostando la
centrale di qualche chilometro - sottolineano al comitato - perché lo stabilimento avrà
una torre fumaria alta 64 metri che diffonderà le polveri di combustione su un'area molto
più ampia".
Dal Comune trapela che la Southern Company ha contattato altre amministrazioni
della zona per il medesimo progetto, presentando loro la cosiddetta richiesta di
'gradimento'. Impianti di questo genere vanno tuttavia oltre la semplice competenza
locale, perché presuppongono una valutazione di impatto ambientale (Via) a livello
interministeriale. In altre parole, una volta ottenuto il 'gradimento', la società
americana presenta a Roma una serie di dati e statistiche sulle eventuali conseguenze
ambientali della centrale elettrica, procedura questa che comporta per l'azienda circa un
miliardo di spesa.
"Prima di pronunciarci - annuncia il vicesindaco Romagnoli - attendiamo i dati
dell'Arpa, che dovrebbero essere pronti tra pochi giorni. La scadenza ultima che ci siamo
dati è il mese di settembre". Intanto la campagna ambientalista infuria via
Internet: "Due negozi di Crevalcore2 - si legge sul sito del comitato - e tre del
centro storico hanno chiesto l'esclusiva per la vendita di maschere a gas, mascherine
antitossiche, tendine ossigenanti e filtri di ricambio". Se l'operazione va in porto,
si calcola un giro d'affari di un centinaio di milioni: la centrale elettrica deve ancora
arrivare, ma evidentemente già inizia a rendere.
di Cristina Belvedere
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