Gazzetta
di Reggio
venerdì 12 aprile 2002
BRESCELLO. Mercoledì sera la Sala Prampolini era ornata da
bandiere di Legambiente, scesa in forze in riva al Po per «dare
manforte» al neonato circolo locale. Risultato? «Brescello
non ha bisogno di megacentrali come questa di Ansaldo». «Vogliamo
centrali a energia ecocompatibile». «Anche a Brescello
non si calcola mai il costo in salute delle centrali». Il
senatore leghista Sergio Agoni cita una delibera del 18 luglio
2001 nella quale la giunta comunale si dice «interessata al
progetto». Polemica col sindaco Coffrini. La Regione prepara il
ricorso alla corte costituzionale contro la legge «sbloccacentrali».
Daniele Vecchi ha introdotto gli ospiti; e ha dato la parola per
prima a Claudia Castaldini, di Legambiente. «L'Italia è il
fanalino di coda della ricerca e dell'utilizzo delle fonti
energetiche alternative ecocompatibili - afferma -. Del resto si
spende molto per sviluppare la ricerca sui sistemi alimentati con
combustibili fossili, quali carbone, olii combustibili. Mentre la
spesa in ricerca di nuove fonti rinnovabili è limitata».
SALUTE. «E' necessario chiarire che al costo di produzione
dell'energia con centrali tradizionali, va aggiunto il costo
sociale per la cura di malattie indotte dagli impianti, che è
alto per le centrali alimentate da combustibili fossili, si
abbassa per le idroelettriche ed è quasi nullo per l'energia
solare e eolica. A Brescello non serve una centrale da 800 Mgw».
E' stata poi la volta di Domenico Massi, dirigente Eni fino al
'96: «E' fondamentale capire il carico ambientale preesistente
qui - spiega - e sommarlo alle previsioni non solo della centrale,
ma di tutto l'indotto che fiorirà intorno all'impianto».
EFFETTI. «Attenzione poi al ripetto dei parametri di legge - dice
Massi -, bisogna tutelare la salute della popolazione prima ancora
di rispettare la legge e le emissioni dichiarate. Ultimo fattore
che ho notato nelle aree dove esistono impianti di un certo peso:
il valore di terreni e immobili decade drasticamente».
Prende poi la parola Luigi Rambelli, responsabile regionale di
Legambiente: «Il governo ha detto che bisogna costruire nuove
centrali elettriche. Le centrali, ma anche le discariche, vengono
posizionate nei Comuni dove l'amministrazione si dice disposta ad
accettare l'impianto - spiega Rambelli -. A Porto Tolle
esiste una centrale termoelettrica che brucia gasolio e olii
combustibili, ma paga al Comune 20 miliardi di lire. Ora vogliono
alimentare la centrale con sottoprodotti pericolosi e provenienti
dal Sudamerica.
Il consiglio comunale di Porto Tolle ha già accettato, per paura di perdere l'introito derivante dalla
centrale». |