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Ora sei solo. Fuori la città non ti aspetta come sempre, non ha più le braccia aperte e le gambe allargate per te. Apri la finestra con lentezza e nel silenzio di un alba che sta per giungere ti lasci sprofondare nei tuoi pensieri.

E' stato il tuo errore più grave, l'errore fatale, ma è un errore di un sapore così squisito che avresti commesso quel peccato in eterno se solo te l'avessero concesso. Tanto lo sapevi, sapevi che quello era il tuo punto debole, sapevi che sarebbero arrivati a lui e te l'avrebbero tolto.

Hai fatto quanto potevi ed hai fallito. Ed ora? Ora sei davvero solo. Ma non come lo fosti la prima volta, non solo come come quando guardasti la notte con gli occhi di un predatore perchè qualcuno ti aveva fatto un dono che non volevi.
No, diversamente solo. Nemmeno avresti potuto immaginare che ti sarebbe mancato così tanto. Forse il suo sapore? Forse il suo sangue, così misto al tuo, aveva per il tuo palato una sfumatura che non conoscevi in altri.

E poi c'è lei, i suoi capelli rossi che tante volte hai pensato. Lei, piccola e splendida mosca nella ragnatela che tu andavi tessendo, una mosca tanto splendida che non avresti mai mangiato. O forse il ragno era lei... ma ora non conta più nulla.

Perchè lui è morto.

Che eri uno sciocco sentimentale l'hai sempre saputo, ma ora ne hai la certezza. E proprio questo ti ha distrutto, questo ti ha condotto fin qui.
Quando te lo riportarono ferito e senza un occhio, come te un occhio in meno che ti costò così tanto allora e ti costa ancora di più adesso, quando te lo riportarono tu piangesti lacrime di sangue, nemmeno credevi fosse possibile farlo, e quando lo abbracciasti ti fu chiaro che tu saresti morto per lui.

Perchè amavi. Un vampiro non lo può fare, un vampiro non può che simulare i sentimenti che per lui sono come i cocci rotti di un vaso bellissimo. Ma lui, ancora ti chiedi come, ricostruì quel vaso e tu lo dipingesti di troppi colori.
Cercasti di liberartene, ma fu inutile. Non vi era abiezione che non commettesti, ma tornavi sempre a lui come una rondine torna al suo nido. Ed ora quel nido è bruciato.

Ora l'alba è prossima, la stanchezza ti assale ma con passi calmi e lenti sai cosa devi fare.

Porti le catene, le catene che usavate sempre. Catene ben forti, catene che hanno visto svariati e violenti amplessi e cha hanno sempre resistito alla tua ed alla sua forza.
Ora ti leghi come legavi lui al vostro letto, l'aria del mattino ti attraversa le narici, il sole sta per fare capolino.

Ma tu non le senti nemmeno perchè pensi a lui.

Sarà un attimo, un attimo solo ed il sole lo rivedrai e sarà così bello che rimarrai fermo a morire perchè non vi è niente di più sublime di questo. Tu, così umano, tu belva della notte che hai ritrovato un cuore che credevi perso, tu morirai.

Domani, con noncuranza qualcuno passeggerà sul tuo balcone e noterà quella polvere grigia e penserà cosa hai fatto. Le catene penzoleranno senza vita ed il tuo ricordo sarà perso per sempre. Ma almeno avrai smesso di soffrire no?

Chissà, chissà se quelle persone sulle cui suole ora la tua cenere resta attaccata, chissà se penseranno che si possa amare così tanto.

Addio Guglielmo addio.

 

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