La zona di trasferimento presenta una circolazione saltuaria, in funzione degli apporti atmosferici e caratterizzata da un deflusso che avviene generalmente lungo percorsi verticali o a baionetta, impostati lungo pozzi e meandri o in corrispondenza di fratture e fessure ancora poco carsificate. In mancanza di apporti diretti solo veli acquei ricoprono le pareti delle cavità mentre in seguito ad apporti infiltrativi si instaura una circolazione più o meno abbondante. Progressivamente, scendendo in profondità il reticolo carsico è in genere più organizzato; incomincia a delinearsi una circolazione perenne (zona di ruscellamento) con una serie di collettori più o meno importanti ed un andamento delle cavità caratterizzato da percorsi meno verticali, con tratti suborizzontali. Legata all'evoluzione temporale del sistema carsico, questa zona può impostarsi in corrispondenza di antichi livelli scavati in regime di pieno carico. Si osservano quindi forre o gallerie che presentano una caratteristica evoluzione da forme di carso profondo (condotte), approfondite o collassate, percorse da correnti perenni. In situazioni stratigrafico-strutturali differenti, in genere caratterizzate dalla presenza di un basamento o di livelli impermeabili localizzati al di sopra della quota delle sorgenti, il flusso sotterraneo è ovviamente condizionato dalla geometria di questi orizzonti: la rete di drenaggio è quindi strutturata con una serie di importanti collettori impostati in corrispondenza di tale limite, come quelle presenti nel sistema di Piaggia Bella o nei grandi sistemi francesi e pirenaici. In alcuni sistemi la zona non satura può comunicare direttamente con l'area di emergenza per l'assenza o spessore limitato della zona satura.
Grotta della Donna Selvaggia foto M. Paradisi
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Condotta forzata - foto B. Vigna
In molti sistemi carsici si osservano importanti livelli di gallerie a sviluppo prevalentemente orizzontale con morfologie tipiche dei condotti scavati a pieno carico, formatesi in corrispondenza della zona satura. Tali gallerie, che vengono chiamate fossili o inattive sono del tutto prive di scorrimento idrico e possono essere localizzate anche a centinaia di metri al di sopra dell'attuale livello di saturazione. Esse sono il risultato della complessa evoluzione dei sistemi carsici, caratterizzati in genere da una serie di approfondimenti progressivi dell'intero reticolo di drenaggio condizionati dai numerosi eventi geodinamici che nel tempo interessano la superficie terrestre. Sollevamenti del massiccio, approfondimenti dei valloni principali legati a fenomeni di erosione fluviale o glaciale, modificano la posizione delle sorgenti e con esse, di conseguenza, la geometria del reticolo carsico. Le gallerie fossili possono presentare le morfologie primarie intatte, essere colmate in parte da depositi terrigeni o concrezionali, mostrare approfondimenti o crolli che obliterano quasi del tutto la loro genesi. I riempimenti, localmente molto estesi, sono costituiti da sedimenti sabbioso-siltosi o ciottolosi, a volte cementati sulle pareti, suggeriscono l'esistenza di più fasi di riempimento e svuotamento legate alle variazioni climatiche quaternarie.
Anche nella zona di trasferimento verticale si riconoscono vie completamente abbandonate dalle acque: numerosi sono i pozzi e meandri o anche estesi sistemi che risultano essere totalmente inattivi a causa di fenomeni di cattura da parte di nuove vie di drenaggio. Tali tratti di cavità spesso non vengono esplorati in quanto risultano essere non facilmente individuabili o raggiungibili. Spesso durante un'esplorazione sono seguite le vie più verticali, che diventano attive anche in seguito ad un violento temporale e che conducono in molti casi a vie giovani e poco carsificate che vengono chiamate ringiovanimenti.
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