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La speleologia in Piemonte La speleologia ha vita difficile, di essa si parla poco, fa poco "audience" non è "visibile"; rischia così di risultare poco interessante per il grande pubblico, inoltre i media se ne interessano solo a seguito di terribili incidenti.
Attilio Eusebio
(Presidente Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi ONLUS)
In queste occasioni giornalisti e affini scoprono allora che esistono altri mondi, si rendono conto che una collettività strana frequenta, studia e documenta questi ambienti bui e misteriosi.
L'immagine che emerge dai max-media non è quasi mai corretta, ed il quadro è tendenzialmente negativo ed un po' demodé; a dare manforte ci pensa ancora l'immaginario collettivo che, nei secoli passati, ha collocato nelle caverne draghi, streghe e quasi tutto "il male del mondo"; pellicole fantascientifiche vi hanno messo a dimora mostri dormienti ed alieni divoratori di uomini.
D'altra parte anche la scuola si
avvicina mediamente al
fenomeno carsico con
"stile ottocentesco", naturalistico,
con un approccio "magico e
misterioso" e non sempre è
presente il rigore scientifico necessario; così il ricordo più classico si ferma alle stalattiti e stalagmiti.
Risulta così difficile in questo contesto condividere e consolidare una propria identità, presentare gli aspetti tecnici e scientifici che accompagnano l'esplorazione delle cavità e delle aree carsiche delle nostre montagne.
Più facile è presentare, in ambiti ristretti e specifici, l'immagine de "l'esploratore degli ultimi spazi liberi", dove ognuno crede nel suo piccolo di essere un Fitzcarraldo, un "testimone del sublime" che risale fiumi su zattere improvvisate, o ricerca animali sconosciuti alla scienza
o ancora vie dell'acqua finora ignote a tutti.
Questo è solo uno degli aspetti della moderna speleologia; l'immagine dell'esploratore degli abissi terrestri, o marini, o delle vertiginose pareti certamente attira e può essere la molla iniziale che fa avvicinare il giovane. Ma questa è solo una parte, relativamente piccola e parziale, anche se affascinante, per il grande pubblico.
In realtà la speleologia di oggi è soprattutto una scienza che opera sul territorio e presenta molteplici aspetti
legati alle discipline madri (geologia,
paleontologia, fisica, biologia,
ed altre ancora), dove esiste
una parte dedicata alla
ricerca, alla documentazione
ed alla divulgazione.
Oggi, più che mai è inoltre
necessaria una particolare
attenzione per gli aspetti legati
alla protezione ed alla
valorizzazione dell'ambiente
carsico, delle grotte e dei beni che esse contengono e forniscono, in primis: l'acqua.
Pochi sanno infatti che l'acqua che tutti beviamo, e soprattutto berremo nel futuro, proviene, e lo sarà ancora di più prossimamente, per più del 60% da zone carsiche. Un bene inestimabile dunque che va conosciuto e gestito.
Nell'ambito dello sviluppo di queste conoscenze, di comune intesa con la Regione Piemonte ormai da oltre vent'anni, esce questo numero speciale di Piemonte Parchi che ha l'obiettivo di presentare al grande pubblico il fenomeno carsico della Regione, le sue problematiche, le scoperte e l'organizzazione che si è data in questi anni.
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