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AWMR Italia - Associazione Donne della Regione Mediterranea

Libro bianco della società civile mediterranea
sul futuro dell'Europa
(un contributo alla Conferenza Intergovernativa del 2004)
Spagna - Valencia 13-15 dicembre 2002

Convención para la realización del libro blanco de la sociedad civil del mediterráneo

Il 14 dicembre 2002 a Valencia, in Spagna, l'Awmr-Italia ha partecipato alla tavola rotonda del progetto “Libro bianco della Società civile mediterranea sul futuro dell'Europa. Un contributo alla Conferenza Intergovernativa del 2004”, sostenuto dalla Fondazione della Comunità Valenziana Istituto Mediterraneo degli Studi Europei (IMEE) e finanziato dalla Comunità Europea.

Insieme ad altri enti e associazioni provenienti da diversi paesi dell'Europa e del Mediterraneo, la nostra associazione, indicata come rappresentante della società civile mediterranea, è stata invitata a contribuire alla realizzazione del “Libro bianco della società civile mediterranea”, che dovrà essere pronto entro il prossimo giugno 2003. Tra le delegate e i delegati delle associazioni presenti, il cui elenco sarà di seguito allegato, vi erano Anissa Smati dell'AWMR-Algeria e Khadija Alfeddy dello HERD.

Questo progetto parte dalle dichiarazioni delle conferenze di Barcellona e, soprattutto, di Laeken, di cui è bene ricordare gli argomenti essenziali.

La dichiarazione di Barcellona ( del 27/28 nov 1995) considera di primaria importanza il ruolo strategico del Mediterraneo e suggerisce alcune soluzioni ai problemi economici, politici e sociali che l'Europa e il Mediterraneo dovranno affrontare insieme.

Lo strumento d'azione che viene indicato è il “partenariato” che deve essere adottato tra i paesi di questa regione.

Il modello economico, che Barcellona propone, prevede un'economia di mercato che si vuole fondata su uno sviluppo economico e sociale sostenibile, sulla cooperazione economica e finanziaria regionale e la creazione di una “zona di libero scambio” in cui vi sia la liberalizzazione dei prodotti agricoli e dei servizi. Un modello di sviluppo che privilegia il settore privato e nel contempo si propone di “attenuare” le conseguenze sociali negative di questa economia, di combattere la povertà e garantire il diritto alla proprietà intellettuale.

L'obiettivo politico riguarda prima di tutto il problema della sicurezza nella regione mediterranea, affinché si possa creare “uno spazio di pace e stabilità nel Mediterraneo”. Si promuovono il dialogo e la risoluzione pacifica dei conflitti, il rispetto della dichiarazione dei diritti dell'umanità e la Carta ONU, il rispetto della libertà e della sovranità dei popoli, la partecipazione delle donne allo sviluppo economico e sociale. Per favorire la sicurezza regionale, si aderisce ai trattati contro il nucleare e contro tutte le armi di distruzione di massa, mantenendo negli arsenali le armi convenzionali necessarie per la legittima difesa, mentre si richiede la cooperazione tra gli stati membri contro la criminalità e per far fronte all'immigrazione clandestina. Per l'Unione Europea, che viene fuori dalla dichiarazione di Barcellona, i cittadini europei sono coloro che appartengono agli stati membri.

La Conferenza di Laeken (15 dic 2001) si concentra in modo particolare sulle riforme politico istituzionali che l'Europa deve affrontare in vista dell'allargamento dell'unione a dieci nuovi stati membri, avendo anche la volontà di avvicinare maggiormente i cittadini alle istituzioni. A tal proposito dopo il Consiglio di Laeken è stata creata una Convenzione per le riforme, presieduta dal presidente Giscard d'Estaing, composta dai rappresentanti dei governi e dei parlamenti nazionali degli stati membri dell'Unione, del Parlamento europeo e della Commissione europea, dai delegati degli stati candidati, e rappresentanti della società civile e dei Comitati regionali nella funzione di osservatori, che ha il compito di redigere un documento che costituirà il piano di lavoro della Conferenza Intergovernativa del 2004. E' stato inoltre creato un Forum per la partecipazione delle organizzazioni sociali, economiche, etc... alla discussione.

La Convenzione ha il compito di dare delle risposte alle questioni che riguardano il ruolo di ciascuna istituzione europea e le loro competenze rispetto agli Stati nazionali per le quali valga il principio di sussidiarietà, affinché l'Europa sia meno “burocratica”, più efficiente e trasparente. Quale politica estera, quale economia, quale difesa? Come creare uno “spazio pubblico europeo”? Quali valori devono essere inseriti nella futura Carta Costituzionale per l'Europa e quale peso deve avere la Carta dei diritti umani dell'Unione Europea per costruire un'Europa riconosciuta legittima, democratica, stabile e in crescita?.

A Laeken il cittadino europeo è il soggetto attorno cui si intende costruire l'Europa democratica e difensora dei diritti nel mondo, “una potenza che vuole inserire la globalizzazione entro un quadro etico, ancorarla ad un contesto di solidarietà e sviluppo sostenibile”. Si vuole creare un'Europa stabile in un mondo “multipolare”.

La tavola rotonda si è quindi soffermata sull'analisi di queste tematiche.

Dopo l'inaugurazione della seduta, il dibattito sul futuro dell'Europa è stata affidato al sig. Josly Piette, vicepresidente del gruppo II ( dei lavoratori) del Comitato Economico e Sociale(CES) che fa parte della Convenzione nel ruolo di osservatore. Il sig. Piette ci ha informato sia sulle raccomandazioni che il CES, espressione delle organizzazioni sociali ed economiche degli stati membri dell'Unione Europea, ha presentato alla Convenzione, sia sulle critiche che lo stesso CES ha fatto alla bozza del trattato della Convenzione. Qui brevemente vengono riportate.

Per il CES, in un Europa di pace, solidale e democratica, è fondamentale promuovere una società che abbia al centro del suo sviluppo i valori umani, dove vi sia “un equilibrio tra le diversità culturali e l'unità politica”, per la quale valga la doppia cittadinanza cioè quella nazionale e quella europea nel rispetto delle identità socioculturali. Nella futura Costituzione europea devono essere presenti i principi contemplati nella Carta dei diritti umani dell'Unione Europea e lo strumento della “democrazia partecipativa” affinché anche i rappresentanti della società civile possano partecipare ai lavori delle istituzioni comunitarie, in particolar modo nelle questioni economico-sociali. A tal proposito lo stesso Comitato auspica che gli sia riconosciuto nella Carta Costituzionale lo statuto di istituzione.

Il CES preme perché tra gli Stati membri vi sia maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità per quanto riguarda il miglioramento delle politiche sull'immigrazione, la giustizia e la lotta alla criminalità. Inoltre, contrariamente alla Convenzione, ritiene politicamente importante rafforzare l'istituto della Commissione perché abbia un ruolo di garante politico contro “gli egoismi nazionali”. Auspica la creazione di una economia solidale competitiva, che punti su uno sviluppo continuo che abbia come obiettivo il pieno impiego, obiettivo purtroppo ignorato dalla Convenzione, e che tenga in considerazione il ruolo dei servizi sociali di interesse generale.

Il CES propone un metodo di lavoro il MOC, le Méthode Ouverte de Coordination, da utilizzare nei diversi settori economico-sociali di intervento per migliorare i risultati, basato su due pilastri: lo scambio di informazioni e di azioni positive e la sorveglianza multilaterale.

All'intervento del sig. Piette hanno fatto seguito quelli del dr. Jorge Cardona Llorens e della dr. Begogna Pérez Chulia, entrambi dell'IMEE, i quali hanno presentato il dossier su cui lo stesso Istituto ha già lavorato come proposta per la stesura del libro bianco, copie del quale sono state distribuite ai partecipanti, e nel quale si trovano diversi temi per la costruzione di una nuova Europa politica che abbia una stretta connessione e relazione con la società mediterranea. Tra gli obiettivi che l'IMEE propone: l'estensione della democrazia e il rispetto dei diritti umani nei paesi terzi del mediterraneo; la creazione del libero commercio nell'area euromediterranea; l'analisi dell'integrazione europea, delle strutture politiche ed economiche dei paesi membri UE e dei paesi terzi del mediterraneo; sviluppare l'analisi del processo di pace in Medio Oriente; informare i rappresentanti della società civile e invitarli a preparare le raccomandazioni da inserire nel Libro bianco, sui diritti umani, la cittadinanza europea, l'immigrazione, l'allargamento della Unione europea, la relazione con i paesi del mediterraneo, dando particolare significato all'incontro dei paesi del bacino orientale e del Medio Oriente, etc....

L'IMEE ci invita all'analisi delle competenze istituzionali, della relazione e della politica con i paesi terzi del bacino del Mediterraneo, della partecipazione dei cittadini alle problematiche socio-economiche, dei diritti, della cultura etc,...

Nella successiva discussione non sono mancate le critiche, soprattutto da parte dei delegati e delle delegate delle associazioni provenienti dalla Tunisia, dal Marocco e dall'Algeria, all'impostazione e alla dichiarazione di Barcellona che nel tempo ha privilegiato il capitolo sulla creazione dello “spazio di libero scambio” tralasciando le questioni sociali e umane. Si insiste su un maggiore coinvolgimento di tutta la società civile euromediterranea, per esempio nelle questioni di politica estera e per ciò che riguarda la pace, per superare Barcellona e, attraverso l'educazione e la cultura, costruire uno “spazio umano” con lo scopo di allargare i diritti umani e di creare lo “spazio dei diritti umani” e della democrazia che coincida con lo spazio “euromediterraneo”. Per creare una solidarietà concreta e un partenariato che vadano oltre il mercato è necessario rafforzare la visibilità della società euromediterranea in cui vi sia una più forte presenza della società civile dei paesi della riva sud del Mediterraneo contro ogni forma di eurocentrismo istituzionale, e per ridefinire il concetto di cittadinanza euromediterranea dalla parte degli immigrati.

Si è discusso anche sullo schema del dossier dell'IMEE e sono stati lanciati dei suggerimenti accolti dallo stesso istituto che in una recente comunicazione propone di suddividere il lavoro nelle seguenti tre grandi aree tematiche:
  1. cambiamenti immediati:
    definizione, concretizzazione e cambiamento del sistema istituzionale europeo per migliorare la sua funzione generale
  2. aspetti proposizionali:
    1. i valori fondamentali a base del rapporto tra Unione Europea e società civile europea (cittadinanza, solidarietà,sicurezza,difesa,politica estera, etc...)
    2. aspetti relativi alla società civile europea: il futuro, definizione dei suoi domini politici, come considerare la mondializzazione, la violenza e la lotta armata, i conflitti internazionali, l'interculturalità e la multiculturalità, il futuro della non violenza, etc...
  3. società civile e spazio euromediterraneo:
    rapporto tra le differenti società civili, come rivendicare la mediterraneità, interpretazione della mediterraneità, costruzione di agende per la pace, per lo sviluppo e la collaborazione nel Mediterraneo, etc.
L'Istituto ci invita a contribuire con nostre prospettive alla realizzazione definitiva del libro bianco.

Viviana Ingrosso.

Libro Bianco della società civile euromediterranea

Raccomandazioni AWMR-Italia
Viviana Ingrosso
La conferenza di Barcellona considera il ruolo strategico del Mediterraneo e suggerisce alcune soluzioni ai problemi economici, politici e sociali che questi insieme all'Europa avrebbe dovuto affrontare attraverso lo strumento del "partenariato". Negli anni, le questioni economiche e la creazione di una "zona di libero scambio" hanno prevalso su quelle sociali e umane, tra cui la creazione di "uno spazio di pace e stabilità nel Mediterraneo".

L'appuntamento di Valencia è stato occasione di confronto e di dialogo da cui è derivata la volontà e la necessità di un maggiore coinvolgimento di tutta la società civile euromediterranea, per costruire uno "spazio dei diritti umani" e della democrazia. AWMR-Italia vuole partire da queste considerazioni per fare le sue raccomandazioni all'Unione Europea.

  • Creare lo spazio euromediterraneo

    In questo raccordo l'Europa deve incoraggiare la multiculturalità e i diritti per una globalizzazione "popolare" e progettare la formazione di uno spazio euromediterraneo. La costruzione di questo spazio potrebbe essere un azzardo a causa dei forti contrasti e delle molte differenze che sono proprie di quest’area, ma durante la conferenza che AWMR ha tenuto questa estate a Marrakesch, in Marocco dal 12 al 14 luglio, abbiamo avuto la testimonianza della creazione della zona euromagrebina, dove l'inevitabile processo di integrazione porterà alla formazione di famiglie "multinazionali" che dovranno considerare sia la tradizione islamica che la cultura europea. Naturalmente per una "società multinazionale" sono necessarie delle regole inserite nel quadro della democrazia e della cittadinanza che rafforzeranno il ruolo delle donne, in particolare dei paesi della riva sud del Mediterraneo.

    Per questo l'AWMR-Italia chiede all'Europa politica che si va costituendo di porre al centro dei suoi interessi i cittadini e le cittadine, come previsto a Laeken, e che nella sua Carta Costituzionale inserisca la Carta Europea dei Diritti Umani per la quale rimangano prioritari i diritti alla sicurezza, alla vita e alla libertà (come contemplato anche nell'art.3 della Dichiarazione Universale dei diritti umani) e attraverso la quale questi vengano estesi a tutto lo spazio euromediterraneo, la democrazia sia partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine e il partnenariato prima di essere economico sia politico.

  • Diritto alla pace e diritto di cittadinanza delle donne

    Convinte che la cittadinanza delle donne sia possibile solo nella pace, raccomandiamo che nella sua Carta Costituzionale l'Europa inserisca un' articolo in cui si ripudi la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, come già nella Costituzione italiana all'art.11.

    La globalizzazione economica, l'imperialismo del profitto e il fondamentalismo religioso, che sempre più spesso vi si connette, esasperano negativamente le posizioni e i conflitti. Opprimono la regione mediterranea che va dalla ex-Jugoslavia al Medio Oriente con il loro carico di violenza e di morte soprattutto contro le donne. Il rischio è l'aumento della militarizzazione della società e l'allargamento dei conflitti.

    Il diritto alla sicurezza deve essere garantito attraverso il dialogo, la prevenzione dei conflitti e il disarmo, il rispetto della vita, della libertà e dell'autodeterminazione dei popoli.

    E per questo che la risoluzione 1325, adottata unanimemente dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite costituisce una grande conquista per le donne perché riconosce la necessità della sensibilità di genere nei negoziati di pace e nelle missioni di peace-keeping. Al punto 13 afferma "il fondamentale ruolo delle donne nella prevenzione e risoluzione dei conflitti e nella costruzione della pace e sottolinea l'importanza della eguale partecipazione e del pieno coinvolgimento delle donne in tutti gli sforzi per il mantenimento e la promozione della pace e della sicurezza", puntando maggiormente sulla presenza delle donne nei processi decisionali in tutti i livelli istituzionali e nei meccanismi di prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti, attraverso anche l'utilizzo di quote di partecipazione.

    In situazioni di conflitto le donne sono colpite dalla recrudescenza della violenza di cui anche in situazioni di pace sono vittime, dagli stupri, considerati crimini di guerra, quindi crimini di genere dal Tribunale Penale Internazionale, alle pressioni fisiche e psicologiche, alla povertà che alimenta il traffico di schiave.

    Sono necessarie delle politiche che garantiscano un livello di sicurezza sociale che prevenga la violenza contro le donne già nella vita domestica e sociale, che impedisca lo sfruttamento dei loro corpi e la loro tratta che sta crescendo in tutta l'Europa.

    Chiediamo all'Europa un'azione politica che favorisca il CEDAW (la convenzione ONU per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) perché abbiano e continuino ad avere un'istruzione libera e gratuita, l'accesso ad una sanità efficiente e solidale, un'indipendenza economica. La pace è l'unica condizione per rendere visibile la già debole azione politica delle donne e il rispetto dei loro diritti umani.

    Vogliamo che l'Europa espliciti meglio la questione della cittadinanza femminile, cioè il nostro diritto di avere diritti di donne. Oltre alla lotta alla discriminazione sessuale, chiediamo il riconoscimento di essere soggetti aventi dignità di genere e accedere ai diritti civili di cui l'Europa si deve fare carico nel mainstreaming gender e nell'empowerment in tutti i settori della vita politica, economica e sociale.

  • Nella politica istituzionale nazionale e internazionale

    raccomandiamo lo sviluppo di politiche che favoriscano l'avanzamento delle donne nella partecipazione attiva alla vita istituzionale, visto l'endemica assenza in tutta l'area euromediterranea di un'adeguata e degna rappresentanza delle donne e delle loro urgenze, chiediamo l'eguaglianza sessuale perché ci siano pari opportunità di partecipazione rispetto agli uomini anche attraverso l'introduzione dello strumento delle quote.

  • Nell' economia

    La globalizzazione capitalistica esaspera il conflitto sociale, la crescita della proprietà privata e della sua concentrazione e gli incentivi al consumo a detrimento dei servizi sociali distruggono il welfare state fondato sulla solidarietà e la cooperazione.

    Per arrestare questo fenomeno chiediamo maggiori politiche sociali, l’affermazione dei diritti delle lavoratrici e la lotta alla precarietà e alla crescente povertà che colpisce in particolar modo le donne. L'economia che rallenta pone il problema di come sostenere il potere d'acquisto dei salari e i livelli occupazionali.

    Vogliamo politiche sociali ed economiche che garantiscano i lavoro alle donne ed eliminino la discriminazione salariale, riforme che sostengano l'uguaglianza sessuale delle scelte e che costruiscano un sistema di protezione sociale di cui le donne possano avere beneficio.

    Chiediamo la promozione di uno sviluppo economico locale e relazioni di "eguaglianza, solidarietà e cooperazione" tra i diversi stati.

  • La società civile

    Per creare una solidarietà concreta e un partenariato che vadano oltre il mercato bisogna rafforzare la visibilità della società euromediterranea tutta e delle donne in particolare, promuovere reti "transnazionali" di donne capaci di superare conflitti e contraddizioni, favorire le ONG e le associazioni femminili affinché abbiano la possibilità di fare lobby a livello europeo e mediterraneo.

    Contro ogni forma di eurocentrismo istituzionale, insistiamo sulla necessita di stabilire un forum permanente delle società civili dell'intero bacino.

  • Livre Blanc de la société civile mediterranéenne

    Recommandations AWMR-Italia
    Viviana Ingrosso
    La conférence de Barcelone considère le rôle stratégique de la Méditerranée et elle suggère quelques solutions aux problèmes économiques, politiques et sociaux que l'Europe aurait dû affronter à travers l'instrument du "partenariat."

    Dans les ans, les problèmes économiques et la création d'un « espace d'échange libre » ont prévalu sur ceux-là sociaux et humaines entre lesquels la création de "une place de paix et stabilité dans la Méditerranée."

    Le rendez-vous de Valencia a été occasion de comparaison et de dialogue duquel elle est dérivée la volonté et la nécessité de la plus grande implication de toute la société civile euromediterranéenne, pour construire un " espace des droits humains" et de la démocratie. L'AWMR-Italie veut partir de ces considérations pour faire ses recommandations à l'Union Européenne.

  • Créér la zone euromediterranéenne

    Dans ce raccordement l'Europe doit encourager la multiculturalité et les droits pour une globalisation "populaire" et projeter la formation d'une zone euromediterranéenne.

    La construction de cet espace peut être un hasard à cause des contrastes forts et des nombreuses différences que lui sont propres, mais pendant la conférence que AWMR, en collaboration avec HERD, a tenu cet été au Marrakesch, au Maroc du 12 au 14 juillet, nous avons eu le témoignage de la création de la zone euromagrebine, où le procès inévitable d'intégration portera à la formation de familles "multinationales" qui devront considérer soit la tradition islamiste que la culture européenne. Naturellement pour la création d'une "société multinationale" elles sont nécessaires des règles insérées dans le cadre de la démocratie et de la citoyenneté qui renforceront le rôle des femmes, en particulier des pays du bord sud de la Méditerranée.

    Pour ça, l'AWMR-Italie demande à l'Europe politique constituant de mettre au centre de ses intérêts les citoyens et les citoyennes, comme prévu au Laeken, et que dans son Traité Constitutionnel elle y insère la Carte Européenne des Droits Humains pour laquelle restent prioritaires les droits à la sûreté, à la vie et à la liberté, comme aussi prévu dans l'art.3 de la Déclaration Universelle des Droits Humains , et à travers laquelle ces droits viennent étendus à toute la zone euromediterranéenne, la démocratie soit participation active des citoyens et des citoyennes et le partenariat, avant d'être économique, soit politique.

  • Droit à la paix et droit à la citoyenneté des femmes

    Convaincues que la citoyenneté des femmes soit possible seulement dans la paix, nous recommandons, fortement, que dans son Traité Constitutionnel l'Europe insère une règle dont on répudie la guerre comme instrument de résolution des conflits, comme déjà elle est présente dans la Constitution Italienne à l'art.11.

    La globalisation économique, l'impérialisme du profit et le fondamentalisme religieux, qu'il y se rapporte de plus en plus souvent, ils exaspèrent les positions et les conflits négativement. Ils oppriment la région méditerranéenne qui va de l'ancienne Yougoslavie au Proche Orient avec leur charge de violence et de mort surtout contre les femmes. Le risque est l'augmentation de la militarisation de la société et l'élargissement des conflits.

    Le droit à la sûreté doit être garanti à travers le dialogue, la prévention des conflits et le désarmement, le respect de la vie, de la liberté et de l'autodétermination des peuples.

    Et pour ça que la résolution 1325 unanimement adopté par le Conseil de Sûreté des Nations Unies elle constitue une grande conquête pour les femmes parce qu'elle reconnaît la nécessité de la sensibilité de genre dans les négociations de paix et dans les missions de peace-keeping. Au point 13 elle affirme "le rôle fondamental des femmes dans la prévention et résolution des conflits et dans la construction de la paix et elle souligne l'importance de la participation égale et de l'implication pleine des femmes en tous les efforts pour l'entretien et la promotion de la paix et de la sûreté", en misant le plus sur la présence des femmes dans les procès décisionnels en tous les niveaux institutionnels et dans les mécanismes de prévention, gestion et résolution des conflits, à travers aussi la jouissance d'apports.

    En situations de conflit les femmes sont frappées par la recrudescence de la violence dont aussi en situations de paix elles sont victimes, des viols, crimes considérés de guerre et de genre du Tribunal Pénal International, aux pressions physiques et psychologiques, à la pauvreté qui alimente le trafic d'esclaves. Ils sont donc nécessaires des politiques qui garantissent un niveau de sûreté sociale qui prévienne la violence contre les femmes à partir de la vie domestique et sociale, des politiques qui empêchent l'exploitation de leurs corps et leur traite qui est en train de grandir en toute l'Europe.

    Nous demandons à l'Europe une action politique qui favorise le CEDAW ( la convention ONU pour l'élimination de toutes les formes de discrimination contre les femmes), parce qu'elles aient et continuent à avoir une instruction libre et gratuite, l'accès à une santé efficace et solidaire, une indépendance économique.

    La paix est la seule condition indispensable qui rend visible l'action politique des femmes qui est déja faible et le respect des droits humains des femmes. Cela nous porte à demander à l'Europe de mieux expliciter le problème de la citoyenneté féminine, c'est-à-dire notre droit d'avoir droits de femmes. Au-delà de la lutte à la discrimination sexuelle, nous demandons la reconnaissance d'être sujets qui ont dignité de genre et l'accès aux droits civils dont l'Europe doit se faire charge dans le mainstreaming gender et dans l'empowerment en tous les secteurs de la vie politique, économique et sociale.

  • Dans la politique institutionnelle nationale et internationale

    Nous demandons le développement des politiques qui favorisent l'avancement des femmes dans la participation active à la vie institutionnelle, vu l'absence endémique, en toute la zone euromediterranéenne, d'une représentation proportionnée et digne des femmes et de leurs urgences. On demande l'égalité sexuelle parce qu'il y ait égal opportunité de participation par rapport aux hommes aussi à travers l'introduction des apports.

  • Dans l'économie

    La globalisation capitaliste exaspère le conflit social, les processus de privatisation e de concentration dans l'économie et les incitations à la consommation au détriment des services sociaux, ils détruisent le système social fondé sur la solidarité et la coopération.

    Pour arrêter ce phénomène, nous demandons de grandes politique sociales où les droits des travailleuses soient affirmés, la précarité et la pauvreté croissante, qui frappe en particulier les femmes, elles soient combattues.

    La récession économique met le problème de comment soutenir le pouvoir d'achat de salaires et les niveaux occupationnels. Ils sont nécessaires des politiques sociales et économiques qui garantissent le travaille aux femmes et éliminent la discrimination salariale, des réformes qui soutiennent l'égalité sexuelle des choix et construisent un système de protection sociale dont les femmes puissent avoir bénéfice. Nous demandons la promotion d'un développement économique local et des relations de "égalité, solidarité et coopération" entre les différents pays.

  • La société civile

    Pour créer une solidarité concrète et un partenariat qui aille au-delà du marché il est nécessaire de renforcer la visibilité de toute la société euromediterranéenne et des femmes.

    Il faut encourager des réseaux "transnationaux" des femmes, lesquelles soient experts à dépasser les conflits et les contradictions. Il faut favoriser les ONG et les associations féminines pour qu'elles aient la possibilité de faire lobby au niveau euroméditerranéen. Contre chaque forme d'eurocentrisme institutionnel, nous insistons sur le besoin d'établir un Forum permanent des sociétés civiles du bassin entier.

  • Convention pour la réalisation du livre blanc de la santé civile de la mediterannee

    Recommandations AWMR-Algeria
    Anissa Smati
    -Pour étoffer le chapitre 18 ou rajouter un autre chapitre sur la situation des emigres et de leurs citoyennete

    -Pour que l'Europe puisse avoir des relations de paix et de bon voisinage avec les pays du sud de la mediterannee il conviendrait d'étudier deux axes :
    1. Prendre avec plus de considération la citoyenneté des migrants - En effet la citoyenneté des immigres est confronte a des situations qui sont de plus en plus difficiles .en effet et surtout pas les evennements terroristes qui ont secoue le monde (Algérie en particulier)et les USA(11septembre) les droits des émigres ont beaucoup régresse ,comme la liberté de circulation ,les droits humains et culturels contestes ;aussi les gouvernements des pays d'accueil ne garantissent plus a ces personnes leurs droits qu ils soient économique et sociaux ,droits démocratiques qui sont consacres dans les constitutions et dans l'universel démocratique dont ils de réclament

      -C'est pourquoi ils serait utile que les pays d'accueil posent un certain nombre de règles pour permettre l'application de règles démocratiques en direction de cette population

    2. Propositions de développement des pays du sud

      -Les paragraphes 18 et 20 devraient être étoffés et précisés, particulièrement sur les relations avec la société civile euro-mediteraneene (particulièrement dans la défense des intérêts communs )

      Une proposition qui protégerait la societé civile des pays de la rive sud de la mediterannee serait d'obliger leurs états a respecter ce qui serait contenu dans le livre blanc par le biais du droit international et particulièrement de la clause de conditionnalité politique.

      Car il serait vain de vouloir accorder des droits a des personnes qui ne pourrait pas les exercer .

    Libro Blanco de la sociedad civil mediterránea sobre el futuro de Europa 2002/2003

    Recomendaciones AWMR-Italia
    Viviana Ingrosso
    La Conferencia de Barcelona, considerando el papel estratégico del Mediterráneo, sugirió algunas soluciones a los problemas económicos, políticos y sociales que Europa debería afrontar a través del instrumento del « partenariado ».

    Con los años, los problemas económicos y la creación de un espacio « de libre comercio » han prevalecido sobre los sociales y humanos, entre los que destaca la creación de « un sitio de paz y estabilidad en el Mediterráneo ».

    La reunión de Valencia fue una ocasión para contrastar y dialogar, de la que derivó la voluntad y la necesidad de conseguir una mayor implicación de la sociedad civil euromediterránea, con el objeto de construir un « espacio de derechos humanos » y de democracia.

    L'AWMR-Italia quiere partir de estas consideraciones para realizar sus recomendaciones a la Unión Europea.

  • Crear la zona euromediterránea

    Bajo este recordatorio, Europa debe reforzar la multiculturalidad y los derechos para una globalización « popular », proyectando la formación de una zona euromediterránea.

    La construcción de este espacio puede estar condicionada por los fuertes contrastes y las numerosas diferencias inherentes al mismo, pero durante la Conferencia que AWMR, en colaboración con HERD, tuvo este verano en Marrakesch (Marruecos del 12 al 14 de julio), fuimos testigos de la creación de una zona euromagrebí, donde el proceso inevitable de integración conllevará la formación de familias « multinacionales » que deberán considerar tanto la tradición islamista como la cultura europea.

    Naturalmente, para la creación de una « sociedad multinacional » es necesario insertar una serie de normas en el marco de la democracia y de la ciudadanía que reforzarán el papel de las mujeres, en particular de los países de la orilla sur del Mediterráneo.

    Por ello, la AWMR-Italia solicita a la Europa política que incluya entre sus intereses los ciudadanos y las ciudadanas, tal y como estaba previsto en Laeken, y que en su Tratado Constitucional se incluya la Carta Europea de Derechos Humanos para la que son prioritarios los derechos a la seguridad, a la vida y a la libertad, tal y como está previsto en el art. 3 de la Declaración Universal de Derechos Humanos, y a través de la cual estos derechos deben abarcar toda la zona euromediterránea, la democracia que antes de ser económica, debe ser política o de participación activa de los ciudadanos y de las ciudadanas y el partenariado.

  • Derecho a la paz y derecho a la ciudadanía de las mujeres

    Convencidos de que la ciudadanía de las mujeres solo es posible en la paz, recomendamos, vigorosamente, que en el Tratado Constitucional Europa incluya una norma que repudie la guerra como instrumento de solución de conflictos, tal y como se encuentra ya reflejado en el art. 11 de la Constitución Italiana.

    La globalización económica, el imperialismo y el fundamentalismo religioso, que aparacen relacionados cada vez con mayor frecuencia, exasperan las posiciones y los conflictos de forma negativa. Estos oprimen la región mediterránea que va desde la antigua Yugoslavia hasta Oriente Próximo, con un alto grado de violencia y de muerte, principalmente, entre las mujeres. La militarización de la sociedad y la ampliación de los conflictos es un riesgo que va en aumento.

    El derecho a la seguridad, la prevención de conflictos y el desarme, el respeto a la vida, a la libertad y a la autodeterminación de los pueblos deben garantizarse a través del diálogo.

    Y por ello, la resolución 1325, adoptada unánimemente por el Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, constituye un gran hito para las mujeres, dado que reconoce la necesidad de mayor sensibilidad en estos temas en las negociaciones de paz y en las misiones de mantenimiento de paz. En el punto 13, la resolución afirma « el papel fundamental de las mujeres en la prevención y resolución de conflictos y en la construcción de la paz, subrayando la importancia de la igual participación y de la plena implicación de las mujeres en todos los esfuerzos para mantener y promocionar la paz y la seguridad » , enfatizando la presencia de las mujeres en el proceso decisional a todos los niveles institucionales y en los mecanismos de prevención, gestión y resolución de conflictos, a través incluso del disfrute de aportaciones.

    En situaciones de conflicto, las mujeres se encuentran sometidas al recudrecimiento de la violencia, e incluso son víctimas en situaciones de paz, siendo objeto de violaciones, de crímenes considerados de guerra y de este tipo por el Tribunal Penal Internacional, de presiones físicas y psicológicas, de situaciones de pobreza que alimenta el tráfico de esclavos. Resultan, pues, necesarias políticas que garanticen un nivel de seguridad social que prevenga la violencia contra las mujeres partiendo de la violencia doméstica y social, así como políticas que impidan la explotación de su cuerpo y su trato que aumenta en toda Europa.

    Solicitamos a Europa una acción política que favorezca la CEDAW ( Convención de la ONU para la eliminación de todas las formas de discriminación contra las mujeres), dado que estas tienen y continúan teniendo una instrucción libre y gratuita, un acceso a la salud eficaz y solidario, y una independencia económica. La paz es la única condición indispensable que visibiliza la acción política de las mujeres, que ya es lo suficientemente débil, y el respeto de los derechos humanos de las mujeres. Ello nos lleva a solicitar a Europa que especifique mejor el problema de la ciudadanía europea, es decir el derecho de las mujeres a tener derechos. Más allá de la lucha contra la discriminación sexual, solicitamos el reconocimiento de ser sujetos que tienen dignidad y derechos civiles de los que Europa debe ocuparse en el mainstreaming gender y en el empowerment en todos los sectores de la vida política, económica y social.

  • En la política institucional nacional e internacional

    Solicitamos el desarrollo de políticas que favorezcan el progreso de las mujeres en la participación activa de la vida institucional, dada la ausencia endémica, en toda la zona euromediterránea, de una representación proporcionada y digna de las mujeres y de sus necesidades. Se solicita la igualdad sexual para que haya igualdad de oportunidad de participación en relación a los hombres, al igual que a través de la introducción de aportaciones.

  • En la economía

    La globalización capitalista, el proceso de privatización y de concentración en la economía y las incitaciones al consumo exasperan el conflicto social, en detrimento de los servicios sociales, destruyendo el sistema social basado en la solidaridad y la cooperación. Para parar este fenómeno, se solicita grandes políticas sociales en las que los derechos de las trabajadoras sean reafirmados, y en las que la precariedad y la pobreza creciente, que afecta particularmente a las mujeres, sean combatidas. La recesión económica plantea el problema de como sostener el poder adquisitivo de los salarios y los niveles ocupacionales.

    Resultan necesarias las políticas sociales y económicas que garanticen el trabajo a las mujeres y que eliminen la discriminación salarial, así como reformas que sostengan la igualdad sexual de opciones y construyan un sistema de protección social del que puedan beneficiarse las mujeres. Solicitamos la promoción de un desarrollo económico local y de relaciones de « igualdad, solidaridad y cooperación » entre los diferentes países.

  • La sociedad civil

    Para crear una solidaridad concreta y un partenariado que vaya más allá del mercado, es necesario reforzar la visibilidad de toda la sociedad euromediterránea y de sus mujeres.

    Es necesario promocionar las redes « transnacionales » de mujeres, que sean expertas en superar los conflictos y las contradicciones. Resulta imprescindible favorecer las ONG y las asociaciones femeninas para que tengan la posibilidad de hacer lobby a nivel euromediterráneo. Contra cada forma de eurocentrismo institucional, insistimos en la necesidad de establecer un Foro permanente de sociedades civiles de toda la cuenca.

  • Libro Blanco de la sociedad civil mediterránea sobre el futuro de Europa 2002/2003

    Recomendaciones AWMR Argelia
    Anissa Smati
    - Para ampliar el capítulo 18 o insertar un nuevo capítulo sobre la situación de los emigrados y de su ciudadanía

    - Para que Europa pueda mantener relaciones de paz y buena vecindad con los países del sur del Mediterráneo, sería conveniente estudiar dos ejes:

    1. Tomar con mayor consideración la ciudadanía de los migrantes
      - En efecto, la ciudadanía de los inmigrantes se enfrenta a situaciones que son cada vez más difíciles. En efecto y sobre todo por los acontecimientos terroristas que han sacudido al mundo (Argelia en particular) y los Estados Unidos (el 11 de septiembre), los derechos de los emigrados se han visto reducidos, como la libertad de circulación, o confrontados como los derechos humanos y culturales; asimismo, los gobiernos de los países de acogida ya no garantizan más a estas personas los derechos que sean económicos y sociales, los derechos democráticos que están consagrados en las constituciones y en el universo democrático que ellos reclaman.

      - Por ello, sería beneficioso que los países de acogida establecieran un cierto número de normas que permitieran la aplicación de las reglas democráticas dirigidas a esta población.

    2. Elaborar propuestas de desarrollo de los países del sur

      - Los párrafos 18 y 20 deberían ser más sustanciosos y precisos, particularmente sobre las relaciones con la sociedad civil euro-mediterránea (en concreto, en la defensa de los intereses comunes). Una propuesta que proteja a la sociedad civil de los países de la rivera sur del Mediterráneo llevaría a obligar a los Estados a respetar lo contenido en el libro blanco por la vía del Derecho Internacional y particularmente por la vía de la cláusula de condicionalidad política. Sería en vano reconocer derechos a personas que no los pudieran ejercer.

    Enti partecipanti, Provenienza, Delegati
    IEMed. - Institut Europeu de la Mediterrània,
    Barcellona, Helena Olivan

    MEDEA - European Institute for Research on Mediterranean an Euro-Arab Cooperation,
    Bruxelles, Carme Garcia Audi

    tapri - Tampere Peace Research Institute,
    Marsiglia, Tuomo Melasuo

  • CODENAF, Siviglia, Mustapha el Kakri, Email:codenaf@terra.es

    FMES - Fondation Méditerranéenne d'Etudes Stratégiques,
    Marsiglia, Roger Peiffer, email:info@fmes-France.org

    European Institute of Cluny
    Parigi, Francesco Marchi

    Arco Latino
    Barcellona, Francisca Santonja

  • AMAL ANDALUZA, Siviglia, Touria el Jebari, email:amal-andaluza@terra.es

    IREMAM - L'Institut de recherches et d'Études sur le Monde arabe et musulman
    Marsiglia, Jean Robert Henry

  • HERD, Marocco, Alfeddy Khadija, email:kh_alfeddy@hotmail.com

  • CENTRE FOR EUROMEDITERRANEAN, The University of Reading
    Neville Waites, email:n.waites@reading.ac.uk

  • CECRI, Atene, Cristina Retta Sivolella von Romer, email:cliourug@hotmail.com

    IUEE - Institut Universitari d'Estudis Europeus - Universitat Autònoma de Barcellona
    Barcellona, Eduard Soler Lecha

    CC.OO. - Comisiones Obreras
    Valencia, Juan Ortega Alborch

  • AMNESTY INTERNATIONAL, Valencia, David Montero

    UNISCI - Unidad de Investigación sobre Seguridad y Cooperación Internacional
    Madrid, Antonio Marquina

    INSTITUTO DE LA PAZ Y LOS CONFLICTOS - UNIVERSIDAD DE GRANADA
    Granada, Mario Lopez, email:mariol@ugr.es

    VNIVERSITAT DE VALÈNCIA
    Valencia, Rosario Serra

    UNIVERSITÉ DE ROUEN
    Rouen, Abdelwahab Biad

  • LEGA TUNISINA DEI DIRITTI DELL'UOMO, Tunisia, Alì Zedinni

    Conseil National Pour Les Libertés en Tunisie
    Tunisia, Aberraouf Ayadi

  • AWMR-ALGERIA, Algeria, Anissa Smati Bellashene

    AWMR-Italia
    Italia, Viviana Ingrosso

  • Fundación de la Comunidad Valenciana
    IMEE - Instituto Mediterráneo de Estudios Europeos
    Valencia (España)
    E-mail: imee@imee.es
    http://www.imee.es
    Convención para la realización del libro blanco de la sociedad civil del mediterráneo

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