Malta assolata, polverosa e così mediterranea, coi suoi curiosi innesti architettonici e linguistici di britannico e d'italiano su un tronco profondamente arabo, ha ospitato il 19 e 20 settembre la prima conferenza internazionale nella quale è stata formalmente costituita l'Associazione delle Donne della Regione Mediterranea.
C'erano donne provenienti da nove paesi rivieraschi, in rappresentanza di una ventina di organizzazioni coinvolte nel progetto.
La conferenza aveva per tema i "Diritti delle donne, diritti nazionali, diritti regionali" e si proponeva di essere un punto di passaggio importante di un percorso abbastanza lungo e spesso incerto iniziato sette anni fa e segnato da tappe significative come gli incontri mediterranei di Atene nell'86, di Cipro nell'89 e di Malta nel '90. In quest'ultima occasione fu avanzata la proposta di costituirsi in Associazione e fu eletto un gruppo operativo che l'anno successivo s'incontrò a Tunisi per definire il progetto e formulare le proposte di statuto e di programma per il 1992.
Non è superfluo ricordare che negli ultimi tre anni ci si è mosse in un contesto profondamente mutato di grandi sconvolgimenti mondiali e che l'intera regione mediterranea è stata attraversata dalla guerra del Golfo che ci ha segnate tutte, donne europee e arabe delle diverse sponde. E non è facile dire quanto le nuove difficoltà determinate da questi eventi e dalle loro conseguenze (la prima e la più grave, l'imposizione del "nuovo ordine mondiale" dell'Impero) abbiano interferito con il nostro progettare. Sta di fatto che, nel corso della conferenza, si sono respirati momenti di acuta tensione, di cui sarebbe bene che ci dessimo pienamente conto e che sciogliessimo, per poter continuare il cammino intrapreso.
Ad ogni modo, ora l'Associazione è costituita sotto lo sguardo della Grande Madre di pietra ed il futuro ci dirà se le ombre che hanno attraversato il cielo della sua nascita saranno dissipate. Tanto più che uno dei primi obiettivi che l'Associazione si propone è di "operare per raggiungere la soluzione giusta e pacifica dei conflitti": a cominciare da quelli fra le stesse donne.
Fra le altre volontà che le presenti hanno voluto elencare nello statuto, segnalo: lavorare per superare le barriere economiche, di genere, culturali, sociali, razziali, nazionali, etniche, religiose, politiche e di qualsiasi altra natura, che ostacolino la cooperazione pacifica tra le persone ed i popoli; promuovere gli autentici valori culturali delle donne e l'educazione all'autodeterminazione, all'uguaglianza e giustizia sociale, alla pace; operare per abolire le discriminazioni sessiste, l'oppressione, lo sfruttamento, ed ogni forma di violenza contro le donne; impegnarsi, in autonomia e in cooperazione con altre organizzazioni nazionali, regionali ed internazionali di donne, per smilitarizzare e denuclearizzare la regione mediterranea e difenderne le acque, le terre e l'aria da ogni forma d'inquinamento e di sfrenata distruzione delle risorse, per un futuro libero dai conflitti armati e dagli armamenti, da ogni forma di sfruttamento, dominazione e discriminazione.
I materiali della prima conferenza annuale dell'Awmr si trovano parzialmente tradotti in italiano sul n.2/92 di Iride.
I testi in inglese possono essere richiesti alla segreteria dell'AWMR di Cipro.