Fra uno sparuto gruppo di donatori di sangue spezzini un giorno di sessanta anni fa vi furono persone che decisero la costituzione ufficiale dell'A.V.I.S. nella nostra provincia.
L'esempio fu dato dal Dott. Vittorio Formentano che nel 1927 fondò l'Associazione a Milano per poi, diventato Presidente Nazionale, espanderla gradatamente in tutte le città italiane.
Il suddetto gruppo avisino spezzino era composto dai soci: Dott. Leopoldo Paita, Artioli Renata Bezzenghi, Bellosi Enrico, Biscarini Giuseppe, Bizzi Mario, Borgheni Sergio, Lucarini Romeo, Lucchinelli Enrico, Meschini Giulio, Tavilla Anna, Vergassola Carlo, che si riunirono per la prima volta nel laboratorio attiguo alla Farmacia Bezzenghi-Artioli ancora oggi sita in Piazza Ramiro Ginocchio e quindi in pieno centro storico. il motivo decisionale era quello di organizzare, sono la sigla associativa, una campagna di proselitismo tendente a reclutare più volontari per fronteggiare anche allora le necessità di sangue. il Dott. Leopoldo Paita, nativo di Piana Battolla e Primario della Divisione Chirurgica del nostro Civico Ospedale, si faceva primo interprete di queste esigenze improrogabili. La sua alacre attività nel nostro sodalizio gli valse la nomina di Presidente Fondatore seguita poi, dopo la scomparsa, alla titolazione della Sezione a suo nome.
Un'esatta statistica donazionale dei primi pionieri donatori dell'A.V.l.S. non è mai stata scritta ma, dalle loro cartelle cliniche e tesserini personali, si è potuto accertare quante migliaia di donazioni di sangue avessero fatto. Elenchi individuali andavano dal minimo di cento con punte massime che superavano le duecento.
Tali cifre possono sembrare esagerate, invece erano vere per diversi motivi: essendo uno sparuto gruppo non superiore alle trenta unità, la donazione periodica, in mancanza di una legge che indicasse gli intervalli fra una e l'altra, si succedeva a distanza di giorni; fino alla metà circa degli anni `50 non esistevano nel Civico Ospedale della Spezia, tantomeno in quello di Sarzana, nè emoteche nè contenitori per la conservazione del sangue. Agli ammalati degenti e a quelli domiciliari veniva trasfuso con il cosiddetto metodo del "braccio a braccio", cioè il donatore sdraiato a fianco del ricevente per fare defluire il prezioso liquido da una vena all'altra.
A quell'epoca tutto era realizzato, anche a costo di sacrifici di tempo ed economici: giornate di lavoro defalcate dalla busta paga per assenze in fabbrica, alzate da letto per chiamate notturne, trasferte diurne e notturne anche intercomunali dove necessitavano urgenti trasfusioni, alimentazione scarsa dovuta alla tessera annonaria nel periodo bellico e postbellico. il "sempre - ovunque - subito" era il motto che si era dato fin da allora il donatore di sangue. Una sola ricompensa, dopo la donazione braccio a braccio: il grazie sussurrato dall'ammalato e quello di commozione e gioia del suoi familiari.
Terminiamo così di scrivere sulle memorie pionieristiche ed entriamo nel vivo delle esperienze vissute dal 1947 ad oggi. In una domenica mattina di quell'anno fui invitato, allora ventenne dipendente delle Tranvie Elettriche, dal mio compagno di lavoro Enrico Lucchinelli a partecipare ad un'assemblea di donatori organizzata presso l'ufficio di direzione sanitaria del Civico Ospedale della Spezia.
Fummo accolti con gli onori di casa dal compianto Prof. Dino Tartagli che, oltre ad essere il Primario di Divisione Radiologica, era assiduo collaboratore della nostra Associazione. In quella riunione fu eletto il nuovo Consiglio Direttivo e la presidenza affidata al Comm. Enrico Bellosi con il Dott. Milani Franco quale Direttore Sanitario dell'associazione.
Il mandato durò fino al 1952 che portò alla presidenza il Cav. Sauro Batini, prima operaio congegnatore, poi capo operaio dell'Arsenale M.M. della Spezia.
Con lui e il nuovo consiglio direttivo si entrò in un periodo di nuova svolta nel campo operativo donazionale. Vi era la necessità di creare il primo Centro Trasfusionale nel Civico Ospedale della Spezia ma i soldi, per acquistare le attrezzature, mancavano. L'A.V.I.S. fin dalla sua nascita faceva fronte alle indispensabili spese con le sole quote dei soci sostenitori assieme a regalie di alcuni enti locali.
Il Centro Trasfusionale, gestito e diretto dall'A.V.I.S., fu possibile realizzarlo quando la Cassa di Risparmio, per intercessione del suo Consigliere Bezzenghi, regalò un frigorifero con piatti girevoli e a tre piani, un'autoclave e altri strumenti. Altre attrezzature necessarie furono frutto di ingegno di alcuni donatori arsenalotti. Con il Centro Trasfusionale terminò la trasfusione diretta rimpiazzata dal prelievo, conservazione e distribuzione delle unità di sangue in flaconi di vetro.
Direttore del Centro e Sanitario dell'A.V.I.S. fu per molti anni il Dott. Claudio Giaume.
La gestione volontaria del Centro Trasfusionale, oltre a segnalare lo sviluppo numerico dei donatori avisini, portò l'inizio del decentramento degli stessi secondo le loro residenze abitative. Come un albero che cresce con i suoi rami, così nacquero le prime Sezioni Comunali nella Provincia: Lerici e Sarzana nel 1952, Levanto nel 1960, Vezzano Ligure nel 1961, Arcola nel 1963, Ortonovo e S.Stefano Magra nel 1966. A Sarzana, presso il suo Ospedale Civile si era dato vita ad un primo Centro Fisso di Raccolta dove si avviavano a donare i residenti della Vallata del Magra.
La Sezione del Comune capoluogo di Provincia dava il via alla costituzione dei Gruppi Aziendali. L'allora FI.TR.A.M. fu la prima a costituirlo nel 1961, un anno dopo la Società Termomeccanica Italiana S.p.A. seguita poi dal Cantiere Navale I.N.M.A. e dalle Poste e Telegrafi.
Altro fiore all'occhiello si aggiunse all'organizzazione spezzina: la prima autoemoteca, oggi chiamata Centro Mobile, costruita su OM Tigrotto che fu in servizio, fino al 1992, per raccogliere unità di sangue non solo alla Spezia, ma su tutto il territorio provinciale. Qualsiasi cittadino non iscritto all'A.V.I.S. ma desideroso di donare poteva farlo per la prima volta salendo su questo mezzo mobile. Accolto da personale medico e infermieristico volontario. Considerato come "donatore occasionale" gli veniva poi inviato a domicilio un tesserino riportante il suo gruppo sanguigno e fattore RH. Pratica che tutt'oggi ancora vige (si riferisce naturalmente al 1994, oggi le cose sono cambiate n.d.r.) per chi dona per la prima volta sui mezzi mobili dell'A. V.I.S.
Gli anni 1962 - 1965 videro il gemellaggio del Comune e dell'A.V.I.S. Comunale della Spezia con la città e donatori di Tolone. Fu uno scambiarsi reciproco di visite di delegazioni ospiti in una e nell'altra città. L'ultimo incontro fu nel 1965 alla Spezia e in quell'occasione fu inaugurato il monumento al Donatore di Sangue in Piazza Caduti della Libertà. Opera marmorea, scolpita dall'artigiano "Il Pippa" di Marina di Carrara, che oggi sta patendo l'erosione del tempo, dello smog e purtroppo la disattenzione del Comune della Spezia a cui era stata donata.
Nel 1967, con la legge 592 che ha imposto il Servizio Immunoematologico e Trasfusionale a tutti gli Ospedali Civici Provinciali, cessò anche la gestione dell'A.V.I.S. Comunale nel nosocomio spezzino anche perché quest'ultimo due anni prima lo fece costruire in via M. Asso. Il nuovo servizio fu provvisoriamente diretto dal Prof. Matteo Lopez a cui succedette il Dott. Francesco Bernardi.
Le nuove elezioni nel 1968 portarono alla Presidenza Comunale e Provinciali dell'A.V.I.S. il sottoscritto e da allora iniziò il periodo di ulteriore sviluppo dell'associazione sul territorio provinciale e comunale. Nacquero cosi altre sezioni Comunali: Monterosso al Mare, Castelnuovo Magra, Calice al Cornoviglio e Ceparana di Bolano nel 1970; Ameglia, Riccò del Golfo e Sesta Godano nel 1971; Porto Venere nel 1972; Follo-Piana Battolla nel 1974. A distanza di anni videro la luce quelle di Riomaggiore, Borghetto Vara, Varese Ligure e buon ultima quella di Deiva Marina.
Il potenziamento organizzativo alla Spezia non dimenticò di far nascere altri Gruppi Aziendali come quelli a Maripermann, nell'E.N.E.L., nelle FF.SS., all'O.T.O. Melara, alla Fincantieri C.N.I., all'Ocean S.Giorgio, alla S.N.A.M. di Panigaglia, alla Nuova O.L.M.E.C. di Arcola, presso il Corpo dei Vigili Urbani.
Quella dei Gruppi Aziendali è stata una stratificazione organizzativa importante sotto tutti i punti di vista. Oggi, purtroppo, la crisi di lavoro, la cassa integrazione, i pensionamenti anticipati, la mobilità di mano d'opera, ecc., hanno colpito duramente anche questa nostra organizzazione di base le cui funzioni principali sono quelle del rapporto giornaliero e diretto con i lavoratori donatori.
Il 1974 vide il rinnovo degli organi direttivi a tutti i livelli. La Presidenza Comunale della Spezia fu affidata al Dott. Paolo Guastini e quella Provinciale a Mario Bartoletti, subito rimpiazzato da Alfredo Cattani.
In quell'anno un importante evento si avverò nell'A.V.I.S. Comunale della Spezia: la nuova sede sociale di via V. Veneto 155 a cui seguì, un'anno dopo, la locazione di un'altra sede sociale che ospita tutt'oggi il Consiglio Provinciale dell'A.V.I.S. (sempre nel 1994, oggi il provinciale condivide sede della Comunale, n.d.r.), quello dell'A.I.D.o. e del Gruppo Giovanile. Successivamente fu ospitata anche l'Associazione Giovani Medici Liguri.
Con la soppressione dell'E.N.P.I., decretata dopo la promulgazione della legge 833/78 detta Riforma Sanitaria che volle, fra l'altro, la cancellazione degli enti inutili, l'A.V.I.S. Comunale della Spezia, invitata da Ente Comunale, Unione Industriali e altri Enti interessati, si assunse il compito e l'onere finanziario dell'organizzazione di un Servizio di Medicina Sociale nelle diverse fabbriche e cantieri navali spezzini. Per il realizzo dell'operazione si rese necessario l'acquisto di un mezzo mobile contenente vari servizi di accertamento clinico, quali la radiologia polmonare e sviluppo istantaneo delle lastre; un elettrocardiografo; un apparecchio per le spirometrie polmonari; altre apparecchiature e personale medico, tecnico, infermieristico non volontario. L'iniziativa fu accolta favorevolmente nell'ambiente padronale e dai lavoratori loro dipendenti. anche perché tale servizio di prevenzione contro le malattie entrava, con il mezzo mobile, direttamente nelle fabbriche accorciando di molto il tempo perso nella produzione. Nel giro di tre anni tale servizio andò gradatamente a calare fino a cessare, lasciando all'A.V.I.S. Comunale della Spezia il gravissimo compito di far fede ad un mutuo bancario stipulato per l'acquisto del mezzo mobile.
Nel 1981 la Presidenza del Consiglio Comunale della Spezia fu affidata a Fiorino Sommovigo, e quella Provinciale ritornò al sottoscritto.
Quante Pagine di questa storica biografia avremmo Potuto aggiungere a quelle già scritte. Le iniziative prese e portate a termine sia sui compiti istituzionali della donazione di sangue, sia nel campo della cultura, della ricreazione, dello sport. Ci limiteremo a tratteggiare le più importanti. Fermo il merito di aver assicurato con centinaia di migliaia di donazioni l'autosufficienza di sangue per sessantanni agli ospedali della Spezia, di Sarzana e Levanto, aver contribuito al raggiungimento di quella regionale, altre iniziative sono gli incontri annuali con i ragazzi della scuola dell'obbligo e degli istituti superiori di tutta la Provincia. Molti diciottenni hanno poi donato per fa prima voila. Nel 1992 sono stati interessati anche i docenti attraverso un Convegno Provinciale che ha avuto luogo alla “Biblioteca Beghi” del Canaletto.
Sempre in direzione delle scuole dell'obbligo, nell'interno delle fabbriche dopo, sono state lanciate due campagne di prevenzione contro l'epatite virale durante le quali, assieme alla ricerca della determinazione del gruppo sanguigno e fattore Rh, sono stati effettuati quattromila prelievi complessivi in ottomila provette.
Feste locali e patronali, gite culturali, festival di partiti, sagre, feste danzanti dedicate ai giovani, hanno visto le A.V.I.S. Comunali, promotrici o partecipanti con tutta la loro forza organizzativa. Anche nello sport la nostra associazione da anni è partecipe e sponsor nelle varie discipline sportive come il calcio, il ciclismo, la Pallavolo, nelle marce competitive e non.
L'ematologia ha fatto passi da gigante. Oggi il sangue tende ad essere usato non più intero ma trasfuso, diviso nelle sue componenti a seconda della patologia diagnosticata all'ammalato. La deficienza d'Italia denunciata é quella della mancanza di emoderivati del sangue quindi il ricorso all'estero. Contro questa carenza i Servizi Immunoematologici e Trasfusionali ospedalieri si sono attrezzati di "separatori cellulari" cioè sofisticate apparecchiature elettroniche che hanno il pregio di dividere con un complesso di filtri, le componenti del sangue e trattenere quella da trasfondere all'ammalato.
Una rivoluzione scientifica se si pensa che, nel giro di cinque lustri, i donatori di sangue sono passati dalla trasfusione braccio a braccio, al prelievo in flacone di vetro, a quello in sacca di plastica, ora in discreto numero col separatore cellulare. Di queste esigenze terapeutiche il donatore si sta rendendo cosciente e ciò facilita il medico nell'applicazione della cosiddetta "trasfusione mirata".
L'A.V.I.S. Comunale della Spezia è stata una delle prime ad accogliere l'appello lanciato da illustri medici ematologi fra i quali quelli del Prof. Alberto Marmont - relatore ufficiale ad un Convegno sul tema: "Curiamo la Leucemia" - organizzato a Villa Marigola di Lerici; il secondo Convegno con il Dott. Giorgio
Reali - Primario del SIT dell'Ospedale Galliera di Genova e Direttore del Registro Nazionale dei Donatori di midollo osseo - relatore sul tema: " Il Trapianto di midollo osseo" organizzato recentemente nel salone della Camera di Commercio e dell'Agricoltura della Spezia.
Nel giro di pochi giorni, grazie ad un accordo preso con gli operatori sanitari del SIT dell'Ospedale Civile, ben oltre cento donatori avisini e cittadini sono diventati potenziali donatori di midollo osseo essendosi sottoposti al prelievo di sangue necessario alla loro tipizzazione e inviato al Galliera di Genova nella stessa serata.
Queste mie memorie, che nei periodi ricordati hanno omesso volontariamente altri episodi e obbiettivi di lavoro raggiunti, non possono terminare senza prima portare a conoscenza di altri grandi eventi succeduti durante i 60 anni della vita avisina in tutta la nostra Provincia e con particolare riferimento fino a questi giorni: la costruzione della sede sociale di Arcola, la prima sede sociale alla Spezia, quella di Sarzana, ultima e più grandiosa quella della costruenda sede sociale dell'A.V.I.S. Comunale della Spezia in località Favaro che sarà inaugurata, a detta del suo Consiglio Direttivo, nei mesi di ottobre o novembre di quest'anno (sempre il 1994, n.d.r.).
Realizzazione che sarà resa fattibile da un impegno grandioso che i donatori di sangue spezzini dovranno affrontare sul terreno operativo finanziario chiamando a collaborare anche tutti gli Enti cittadini pubblici e privati, la cittadinanza tutta, perché rafforzare la nostra organizzazione è garanzia per tutti nell'avvenire.
Cav. Franco Natali
con la gentile collaborazione della Professoressa Loriana Ferrato