Premesse:
Dopo i vari tentativi di ricorso alla giustizia, iniziati in ottobre
2004, con richiesta di intervento di varie autorità, visto
che non vi era nessun risultato , pensammo dunque di cambiare
strategia e di provare con un "appello/denuncia" pubblico, e lo
facemmo attraverso una lettera aperta indirizzata a Mr Ciampi. La prima
lettera aperta al Presidente della Repubblica, con relativa
richiesta di aiuto, l'avevamo pubblicata in un sito web, che
conteneva altre informazioni: la pagina non era visibile e
raggiungibile dalla home page. Si poteva dunque accedere solamente con
in mano l'indirizzo esatto.
In questo periodo controllavamo se la pagina usciva nei motori di
ricerca con delle parole chiave. La nostra ricerca non ebbe mai esito
positivo. Probabilmente, pensammo si trattasse per il motivo descritto
sopra, ovvero che non era linkata alla home page. Facemmo pure un'altra
ipotesi: lo stesso sito, che conteneva la nostra lettera aperta non era
stato inserito in nessun motore di ricerca, perciò le
informazioni contenute nella homepage non erano raggiungibili da alcun
motore di ricerca.
Eravamo ancora a settembre 2005, quasi 11 mesi dopo dalla prima
richiesta di aiuto formulata alle autorità.
In un secondo tempo decidemmo di registrarci in uno spazio web
gratuito , anche perchè tale spazio veniva visitato
automaticamente dai motori di ricerca, entro alcuni giorni dalla
pubblicazione. Una volta pubblicato il nuovo sito abbiamo atteso i
tempi tecnici,
indicati in circa 10 giorni, ma passò più di un mese,
e poi anche due, e nei motori di ricerca non ve ne era alcuna traccia.
Abbiamo fatto il test con Google, Altavista, Yahoo... Nello stesso
tempo notavamo che altre
pagine contenute nello stesso server web, pagine di altre persone,
apparivano normalmente.
Casualmente un giorno scoprimmo che un nostro vecchio sito, relativo
alla nostra attività, si trovava ancora nelle pagine di
Google (si
trovava solamente nella memoria "cache" perché non era
più stato
rinnovato
il dominio, ovvero non esisteva più quel sito, ma Google ne
manteneva la memoria storica in cache e dunque vi erano pure le
relative pagine ). Da quel fatto
notammo un particolare importante: il nostro vecchio sito aveva
l'estensione ".com" ed era registrato su server americano,
contrariamente alle nostre pagine che erano su server italiani.
Ci venne l'intuizione di pubblicare una versione di queste pagine sotto
un dominio americano ".com". Decidemmo di provare a pubblicare le
pagine su un sito
gratuito e provammo con i servizi web di Yahoo. Per test
pubblicammo semplicemente la sola pagina principale, che
indirizzava i vari link al sito
italiano. Fu tramite
questo stratagemma, che il nostro sito di Autodifesa
cominciò ad
uscire su Google e su altri motori di ricerca, e sorpresa, proprio nei
primi risultati. In
pratica la pagina
"americana" di Yahoo aveva fatto da ponte per tutte le altre pagine, e
il motore
di ricerca entrando, dalla pagina americana, era andato ad analizzare
anche tutte le pagine correlate a questa, seppur contenute nel sito
italiano, che prima non appariva affatto! Fu così dunque che
"Autodifesa" usci libero e volò alto a "Mountain View" sulle ali
di Google.
La cosa non durò molto, perchè dopo qualche settimana il
nostro sito sparì nuovamente dal motore di ricerca. Per un certo
periodo di tempo le nostre pagine apparivano e scomparivano dal motore
di ricerca,
non
rimanendo nemmeno nella cache, non lasciando dunque nessuna memoria
storica . E questo fatto era veramente strano! Dunque le pagine
comparivano e scomparivano in una modalità particolare, come se
sui risultati finali fosse stato applicato un "filtro", ovvero questo
filtro applicato sui risultati finali decideva cosa doveva venire fuori
e cosa no, dalla nostra analisi emergeva che questo filtro
doveva essere a monte dei
risultati di ricerca, perchè eliminava selettivamente dai
risultati pure quelle pagine provenienti dalla memoria storica (cache).
L'ipotesi più semplice che fu fatta è che il filtro
eliminava dal set risultato tutte le pagine che provenivano da
determinati indirizzi inclusi in una lista o blacklist, nel
nostro caso tutte le pagine che erano contenute rispettivamente dentro
"digilander.libero.it/memorie" e "digilander.libero.it/autodifesa".
Vi era poi un elemento importante in questi eventi, le pagine
continuavano ad esistere in internet ma scomparivano dai
risultati dei motori di ricerca. Di questa censura non vi era nessuna
traccia, ovvero nessuno ci aveva informato che era stata applicata una
censura di questo tipo, ed i motivi di legge di tale precauszione, e
evidentemente nessuna
possibilità di far ricorso. Per questo motivo e per il
fatto che era difficilmente determinabile cominciammo a chiamarla
"censura invisibile" e probabilmente non legale.
Ritornando alle avventure delle nostre pagine web, dopo i nostri
esperimenti con la pubblicazione di una pagina su Yahoo, e dopo,
l'instabilità iniziale, dopo tale periodo le pagine di
"Autodifesa" si
stabilizzarono in positivo.
Utilizzammo allora lo stesso
stratagemma per altre pagine che contenevano la nostra scoperta storica
"Memorie-Alla ricerca di Beatrice III contenuta in un altro sito. In
quel caso non riuscimmo in nessuna maniera ad uscire
sui motori di ricerca, nemmeno con lo stratagemma del dominio
straniero. Facemmo vari
tentativi
nel corso dei mesi ma non ottenemmo mai risultati positivi, mentre gli
altri siti contenuti dentro lo stesso server apparivano normalmente,
anche
cose banali... e pure "Autodifesa" continuava ad essere visibile.
Sembrava che a qualcuno avesse messo il veto sulle pagine di "memorie"
perchè rimanessero assolutamente confinate, e sembrava che
questo veto fosse ancora più importante che per le pagine di
"autodifesa".
Cosa c'era di così importante nelle pagine di "memorie"? Cosa
c'era di così importante nelle pagine che trattavano di una
scoperta/ricerca storica?. Potevamo capire che "Autodifesa" era
scomoda, perchè riporta fatti gravi accaduti all'interno delle
istituzioni pubbliche, ma "memorie"? Cosa aveva "memorie" e cosa
ha
nel suo interno da destare tanto zelo nella censura?
Ora nel
2008, per testare se la
censura è
ancora
operante basta fare alcuni controlli sui motori di ricerca ad esempio
su Google. Sul motore inserite la parola chiave "framarchesa". Se fra i
risultati non scorgete nessuna pagina ospitata all'indirizzo
"http://digilander.libero.it/autodifesa" significa che la censura
è
attiva! Se non ci credete potete provare con altre parole contenute nel
sito. Potete controllare se anche le nostre ricerche storiche sono
state oscurate. Utilizzate la parola chiave "pulciko" oppure "contardo
beatrice regina ungheria". In questo caso se tra le pagine elencate non
ne esce nemmeno una contenuta direttamente, non tramite altri siti, in
"http://digilander.libero.it/memorie"
significa che la censura è attiva!
Dalla fine del 2006
comunque le nostre pagine non sono più sparite e speriamo che
tutto ciò non accada più.
La ricerca storica "Alla
ricerca di Beatrice III "
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La ricerca storica è stata in qualche maniera "censurata" in
origine dallo stesso
Comune di Baone, interpellato perchè direttamente coinvolto ed
interessato, ancora nel 2004. La censura si è manifestata, in un
primo momento, nel non
informare i cittadini nè utilizzarne i contenuti per ogni opera
di valorizzazione del territorio.
La ricerca storica verte sulla casata Estense e su alcuni santi e beate
di tale casata, ripercorrendo luoghi e date di patrimonio storico e
religioso sbattuto qua e là in secoli di storia italiana e
ungherese. Nulla quindi di
politico
o di offensivo o di recente.
Tuttavia
alcune istituzioni ferraresi, consideratesi uniche depositarie del
patrimonio estense, non gradirono il nostro lavoro, impedendoci di
accedere a materiale molto interessante. Non eravamo gli unici a
cercare queste informazioni: ci siamo imbattuti anche in ricercatori
inglesi ed
altri ricercatori ufficiosi, segno di un certo fermento in
proposito.Peccato che questo fermento in Veneto fu ferocemente
soffocato. Ad inizio marzo 2005, lo stesso storico ufficiale di
tale Comune,
urlava da tutte le parti che gli ideatori di tale ricerca erano
certamente persone sovversive, avevano finalità politiche e non
era da escludere il
colpo di stato: lo storico non sapeva che gli ideatori eravamo noi, e
ce
lo stava dicendo in faccia. Pensammo subito che lo storico fosse
esagerato,
solo in seguito ci fu
chiaro come tutto dovesse essere soffocato a qualunque costo, forse per
la questione delle cave e delle Antenne radio-televisive che sovrastano
gli interessi storici. Ma noi, per
prudenza, e per non mischiare le due cose, nelle pagine di "Memorie"
avevamo evitato di parlare delle antenne e delle cave e avevamo
spostato questa questione solo sulle pagine di "Autodifesa".
Poi fu strumentalizzato un incidente, contro di noi, come ampiamente
spiegato nel link
di quattro anni d'inferno,
tanto per nascondere
esposti, ricerca e eventuali interferenze magnetiche, note,
prodotte dai grossi impianti televisivi siti in Baone, e
fatalmente ci trovammo ad avere a che fare con un
maresciallo che era stato trasferito da Ferrara, cosa che non reputiamo
casuale, visto che vi fu un vero braccio di ferro tra noi e Ferrara.
Visto che nessuno voleva saperne della ricerca, comune di Baone, di
Monselice e giornali inclusi,
pubblicammo parte del contenuto in Internet, ancora a maggio 2005,
all'interno del
sito relativo alla nostra attività. Allora non avevamo scritto
di
lettere aperte e non esisteva ancora "autodifesa".. Solo in settembre
2005 pubblicammo la prima bozza web di
"autodifesa". E in quel periodo pubblicammo pure "alla ricerca di
Beatrice" nel sito di "Memorie".
Quando eravamo presso le suore, in Lombardia, le abbiamo sentito
confabulare riguardo a notizie prese su di noi: eravamo pericolosi,
sovversivi, scrivevamo in Internet con uno pseudonimo, che era solo
l'indirizzo di posta elettronica, associato alla ricerca sugli Estensi,
non quello legato ad "autodifesa". Alle suore era stato consigliato di
mettere delle microspie dove dormivamo per capire quali erano le nostre
intenzioni. Ovviamente le brave suore si erano informate presso comune
di residenza
e qualche autorità che soffiava sotto il comune. Delle cose che
sembrano appartenere
più ad un film che alla realtà.
Certamente la
censura del sito di ricerca storica deve essere partita da qualche
autorità: non contiene infatti offese, parolacce, contenuti
politici, oscenità...
Cosa avrà di
tanto sconvolgente questa ricerca, non lo sappiamo neanche noi: la sua
censura era molto più pressante rispetto al
sito di "autodifesa".
Ribadiamo che
riguardo alla ricerca storica avevamo ricevuto intimidazioni in
proposito: ci era stato detto di lasciar perdere gli Estensi,
perchè "vi erano famiglie che non gradivano". Forse è
questa la chiave
di lettura?
[La ricerca completa si
trova in internet all'indirizzo http://digilander.libero.it/memorie]
Perchè è importante essere
visibili nel motore di ricerca
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Per visitare un sito internet occorre conoscerne l'indirizzo.
L'indirizzo può essere acquisito tramite passa parola, tv,
da un libro, rivista, giornale, da un collegamento presente in un altro
sito o da una ricerca fatta con un motore di ricerca. Noi stessi
abbiamo utilizzato ampiamente la risorsa Internet per trovare fonti,
documenti, notizie e informazioni di qualsiasi tipo. Supponiamo che vi
sia uno studioso o un turista che vuole acquisire informazioni sugli
Estensi. Potrà inserire alcune parole chiave come "Estensi" nel
motore di ricerca e andare a sfogliare i risultati. Con la censura
operata nei nostri confronti non troverà mai le nostre pagine.
Troverà le pagine di Ferrara, di Modena e via così ma non
le nostre. Dunque in primo luogo questa si manifesta come un
impedimento della libertà di espressione, libertà di
espressione prevista tra l'altro dalla Costituzione dello Stato
Italiano.
Il secondo fatto, non meno grave del primo, è che in questa
maniera si occultano degli aspetti culturali e storici. L'occultamento
inciderà in maniera più pesante su un turista o un
normale cittadino rispetto allo studioso, il quale può
avvalersi più facilmente di altri strumenti di studio,
come le biblioteche. La cosa è ancora più grave se si
considera che nella nostra ricerca esponiamo delle situazioni
storico-religiose, sconosciute in zone del Veneto, e che il
materiale è reperibile solamente in biblioteche particolari come
la Marciana di Venezia o l'Ariostea di Ferrara.
Perchè ci hanno censurato?
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Sulla censura delle pagine di autodifesa sorvoliamo perchè
crediamo si spieghi da sola...,.
hanno fatto sparire le carte all'interno della Procura di Roma,
avrebbero fatto sparire qualsiasi cosa si muovesse in tale direzione...
Ma su "Memorie" e sulla censura relativa partiamo da un indizio: due
foto:
|
|
A sinistra
un'immagine storica della chiesa di Calaone con sullo sfondo il monte
Cero
|
A destra
un'immagine dello stesso Monte Cero come è oggi.
Il monte è stato mangiato in parte da una cava e sopra vi
è un grosso insediamento di antenne
|
Sulla censura della ricerca storica "Alla ricerca di Beatrice III"
ipotizziamo interessi economici
sulle cave ancora aperte dei colli euganei e sui interessi
economici
legati alle enormi installazioni di Antenne radiotelevisive, che
hanno lo svantaggio di produrre forti campi elettromagnetici pericolosi
per la salute pubblica e degli animali....Tali Antenne si trovano
proprio di fronte al Monte Castello, e
sovrastano il paese di Calaone, ove un tempo vi era un forte castello
degli Estensi e dove appunto intorno al 1200 nacquero i santi oggetto
della nostra ricerca/scoperta storica.
Per farvene un'idea degli impianti radio-televisivi e del
territorio :
Apri fotografie sulle antenne di
Calaone di Baone
Una riacquisizione, da parte dei cittadini di Calaone, Baone, Monselice
e Este, delle proprie vere radici storiche può contribuire al
manifestarsi di un precisa autocoscienza e rispetto per se stessi, cosa
fondamentale per la lotta contro il mostro elettromagnetico. Qualche
giornalista di Padova, con il quale abbiamo parlato, ci ha detto che le
antenne ci sono da trent'anni e ci resteranno sempre, insieme con le
loro interferenze, perchè è un costo sociale necessario
per usufruire della tecnologia che pongono a disposizione.Anche se
fosse vero, non è certamente giusto che tale costo debba essere
sostenuto solamente dai cittadini che abitano in quei luoghi. Almeno
fosse prevista una forma di indennizzo. Se si tratta di un costo
sociale deve essere pagato! Invece tali cittadini sono mantenuti dentro
una specie di forno a microonde e pure debbono rinunciare alla loro
storia.
Un secondo aspetto è che le notizie storiche e pure i beati con
relative reliquie sono utilizzati da un'elite di persone e poi in quei
luoghi oggi vi è degrado di ogni tipo, comprese messe nere sui
colli , ma al di là di queste manifestazioni culturali che
colpiscono indifferentemente gente di tutte le classi sociali, vi
è poì uno sfruttamento di strutture e siti da parte di
gente importante, per riunioni, per matrimoni. Insomma quello che un
tempo era santo, luoghi e reliquie, oggi sono alla mercè di
banche e uomini potenti.
Alcune dimostrazioni pratiche e test
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Per completare questa pagina riportiamo
la fotografia di alcuni
risultati di ricerche precedenti.
Per capire se le pagine sono censurate ci basiamo su delle parole
chiave che poco utilizzate, per selezionare solo risultati d'interesse,
nel caso di esito positivo.
Per le pagine di
"autodifesa" utilizziamo la parola chiave "framarchesa" mentre per le
pagine di "memorie" utilizziamo la parola chiave "pulciko" oppure
"contardo beatrice regina ungheria". Le nostre ricerche sono sempre
state più elaborate, perchè ci siamo spinti a utilizzare
varie chiavi, onde evitare che i risultati fossero influenzati da
qualche variazione apportata all'algoritmo del motore di ricerca.
E' da notare inoltre che le pagine quando sono censurate spariscono
anche
dalla "cache" di Google e non vi è più traccia.
Quest'ultima cosa non accade, normalmente, nemmeno se il sito è
spirato. Infatti un nostro vecchio sito, relativo ad attività di
lavoro, è rimasto nella "cache" per anni, anche se non esisteva
più.
Per capire se le pagine sono censurate, occorre scorrere tutti i
risultati, e vedere se gli indirizzi delle occorrenze trovate sono
all'interno rispettivamente di "digilander.libero.it/autodifesa" e
di "digilander.libero.it/memorie". Se non vi si trova
nessuna pagina con questi indirizzi, vuol dire che il rispettivo sito
è censurato dal motore di ricerca.
Vi si possono trovare altre occorrenze, dovute soprattutto a nostri
dialoghi riportati in alcuni newsgroup, i quali tecnicamente non sono
facilmente censurabili.
Questa prima immagine riporta i risultati di una ricerca su Google,
dopo aver posto delle pagine in siti stranieri che facevano da ponte al
sito italiano. Siamo in febbraio 2006 e lo si capisce anche dal logo di
Google! Solamente dopo questo stratagemma riuscimmo ad uscire sul
motore di ricerca.
In quel periodo tentammo di fare la stessa cosa con "memorie" ma non
riuscimmo nell'intento!
Ad inizio giugno 2006 segnalammo la censura all'esercito. Non
ottenemmo nessuna risposta, ma un mese dopo uscirono dalla censura pure
le pagine contenute in "digilander.libero.it/memorie". Era la prima
volta che ciò accadeva. Ed anche autodifesa continuava a
rimanere visibile.
A fine giugno, sulla base delle notizie sentite per telegiornale,
scrivemmo alla Procura di Napoli. Scrivemmo tre lettere. La prima
lettera indicava elementi utili per le indagini relative alla FIGC e la
spedimmo al Sostituto Procuratore Narducci all'indirizzo trovato
tramite Internet. Inviammo all'attenzione sempre dello stesso una email
simile. Temendo che le lettere fossero intercettate, inviammo anche due
lettere anonime all'indirizzo del PM Narducci, e questa volta pure del
PM Beatrice, segnalando l'indirizzo Internet in cui vi potevano essere
informazioni di loro interesse (le lettere anonime non
riportavano i nostri nomi e cognomi e dunque potevano passare
più facilmente inosservate)..
Noi non sappiamo se tali lettere siano arrivate, perchè non
abbiamo avuto nessuna risposta da Napoli. Solamente per l'email abbiamo
avuto un semplice "avviso di lettura" datoci di ritorno alla posta
elettronica inoltrata. Ma spediamo pure una lettera al Quirinale al
nuovo presidente Napolitano.
Dopo l'invio di queste lettere, il 18 di agosto notiamo che il sito di
"autodifesa" è nuovamente censurato dai motori di ricerca.
Quello di "memorie" invece vi rimane ancora per poi sparire poche
settimane dopo.
Torniamo dunque al punto iniziale. Anzi ci rammarichiamo di aver
raccontato come essere riusciti a saltare inizialmente la censura di
"autodifesa" perchè ora nemmeno queste pagine si vedono, e forse
abbiamo dato la chiave di lettura sul come fare a toglierle di mezzo.
Non sappiamo se Napoli centra con questa nuova censura, certo che a noi
non è arrivata nessuna comunicazione.
Dopo la censura di
settembre
scriviamo di nuovo all'esercito e viene nuovamente tolta la censura.
Ci accorgiamo che
ci avevano comunque rovinato alcuni
files relativi ai nostri studi sulla mafia-massoneria. Questa è
stata l'indicazione che la "cultura" da più fastidio della
cronaca!
Il 14 di Novembre '06 ci accorgiamo che
hanno nuovamente censurato "MEMORIE" ma hanno lasciato visibile
AUTODIFESA.
Ora in
questa pagina abbiamo riportato
solamente alcuni risultati d'esempio. Il comportamento della censura
"invisibile"
è in linea con l'aver fatto sparire e/o sottratto i documenti in
Procura della Repubblica di Roma ed altri atteggiamenti descritti in
questo
sito.
Alla fine del 2006
segnaliamo l'anomalia nuovamente all'esercito, ma questa volta puntiamo
una comunicazione diretta anche al gigante Google. Abbiamo il
piacere di parlare di questa cosa anche con l'attore
americano Terence Hill. Non sappiamo
esattamente cosa sia successo, ma finalmente dopo queste ultime azioni,
le pagine di "Autodifesa" , "Memorie", insieme ad altri siti che
avevamo, sono
tutte riapparse contemporaneamente nel motore di ricerca.
Questo ci ha fatto capire una cosa importante. Che la censura non
c'è solo in Cina.
In
profondità
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Per capire in profondità i motivi della censura dai motori di
ricerca consigliamo di guardare le pagine sulle
antenne del Cero e le
pagine dell'Unico.
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