Antenne nel Cero
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Atto n. 4-02062  Pubblicato il 7 maggio 2002   Seduta n. 165
GABURRO. - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e della giustizia. -

Premesso che:

            sulla sommità del Monte Cero, nel Comune di Baone (Padova), a partire dagli anni 1970/1985, sono state installate, senza alcuna concessione e/o autorizzazione amministrativa, numerose ed imponenti antenne radiotelevisive (si tratta, per la precisione, di circa 30 postazioni, con relativi tralicci e «casematte» in muratura di supporto);

            il colle è gravemente deturpato da questi insediamenti che danneggiano l’ambiente ed il paesaggio collinare e, ancor prima, sono certamente pregiudizievoli per la salute, generando campi elettromagnetici di elevati valori a tutto danno della popolazione residente nella sottostante frazione di Calaone;

            con l’entrata in vigore della legge regionale veneta n. 61/1985 e, soprattutto, delle leggi statali sul condono edilizio (legge n. 47/85 e legge n. 724/94), numerose ditte titolari delle postazioni radiotelevisive hanno presentato istanza di sanatoria relativamente ai manufatti abusivamente realizzati;

            tale complessa attività amministrativa, preceduta da una completa e puntuale ricognizione, da parte degli uffici comunali, di tutti i manufatti abusivi, si è rivelata assai faticosa e dispendiosa per un Ente locale di piccole dimensioni e modeste risorse, qual è il comune di Baone;

            i titolari delle antenne hanno impugnato dinanzi al TAR del Veneto tutti i provvedimenti comunali con i quali è stato negato il condono ed ordinata la demolizione delle opere abusive realizzate;

            il comune di Baone ha deliberato di costituirsi in tutti i contenziosi pendenti, sostenendo le relative spese legali, che sono venute ad incidere pesantemente sulle scarne finanze comunali, dato l’elevato numero di controversie instaurate;

            il TAR del Veneto si è definitivamente pronunciato sulle impugnative con sentenze del dicembre 2000, con le quali ha rigettato tutti i ricorsi, riconoscendo dunque la legittimità dei provvedimenti assunti dal Comune in applicazione delle disposizioni legislative e pianificatorie statali e regionali;

            inaspettatamente il TAR non ha applicato la rituale regola della soccombenza ed ha compensato tra le parti le spese legali penalizzando, di fatto, un piccolo Ente locale che si è trovato e si trova costretto a difendere la legittimità dei propri atti esclusivamente con le esigue risorse del proprio bilancio (il saldo finale dell’intero contenzioso è di circa euro 154.937,07 la somma già pagata ammonta ad euro 51.645,69), conseguentemente distolte da altri necessari interventi pubblici, a danno di tutta la collettività;

            le suddette sentenze sono state impugnate avanti il Consiglio di Stato con la conseguenza che il Comune di Baone, costituendosi in appello, ha dovuto impegnare ulteriori ingenti fondi di bilancio;

            un piccolo ente locale quale il comune di Baone non può in alcun modo, neanche ricorrendo a mezzi straordinari ed impopolari di imposizione tributaria a carico dei propri cittadini, far fronte a tale abnorme esposizione contabile, che pregiudica lo stesso normale funzionamento dell’Amministrazione, essendo fonte sicura di squilibri di bilancio,

        si chiede di sapere quali misure i Ministri in indirizzo intendano prendere, considerato che il Consiglio e la Giunta comunale di Baone hanno dato mandato al Sindaco di far presente la grave situazione ai competenti organi statali, regionali e provinciali, e se non ritengano opportuno formulare a questi formale richiesta affinché venga accordato al comune di Baone un urgente e congruo contributo finanziario per far fronte alle ingenti spese legali imposte dal contenzioso in essere, spese assolutamente insostenibili con le sole spese di bilancio.

 

 

Atto n. 4-02910  Pubblicato il 17 settembre 2002   Seduta n. 234

BEDIN. - Ai Ministri dell'interno, dell'ambiente e della tutela del territorio e delle comunicazioni. -

Premesso che:

            nella giornata di venerdì 13 settembre 2002 è stato reso noto, d’accordo con gli organi investigativi, che lunedì 9 settembre l’impiegato dell’ufficio postale di Baone (Padova) ha chiesto l’intervento dei Carabinieri per l’esame di due lettere indirizzate al sindaco del comune di Baone, Francesco Corso, e all’assessore all’ambiente dello stesso comune, Giancarlo Piva;

            all’interno delle buste i Carabinieri hanno trovato due proiettili di piccolo calibro (da carabina o da fucile leggero) contenuti in due buste più piccole listate a lutto, come quelle usate in occasioni di funerali;

            sul risvolto di entrambe le buste era indicato come mittente «M. Cero», con chiaro riferimento al Monte Cero, colle che sovrasta la frazione di Calaone in Comune di Baone, sul quale sono installati 28 impianti radiofonici, 33 televisivi e 22 ponti radio;

        considerato che:

            fin dal 1994 è in atto tra Amministrazione comunale di Baone ed alcuni proprietari di casematte sul Monte Cero un contenzioso in seguito al rifiuto di condono edilizio opposto dall’Amministrazione comunale alla richiesta di alcuni proprietari;

            ultimamente il comune di Baone, dopo che il Consiglio di Stato ha respinto una richiesta di sospensiva avanzata dai proprietari, ha avviato le procedure per l’acquisizione delle aree in base alla legge n. 46;

        osservato che:

            l’intimidazione ha provocato una grave preoccupazione nei due amministratori colpiti e nelle loro famiglie, oltre che nella popolazione di Baone, che ha rinnovato fiducia al proprio sindaco non solo nelle elezioni municipali ma anche in quelle per la Camera dei deputati dello scorso anno;

            l’attacco agli amministratori di Baone potrebbe suscitare allarme anche in altri amministratori locali, impegnati nella tutela ambientale dei Colli Euganei;

            il contesto sociale e politico della provincia di Padova e dei Colli Euganei in particolare risulta del tutto estraneo a «messaggi» di intimidazione come quelli inviati ai due amministratori locali di Baone;

            risulta quindi indispensabile stabilire al più presto la verità, in modo da ristabilire le condizioni del confronto tra le parti, nel rispetto della legalità;

        notato che:

            secondo i dati forniti dal Comune di Baone, oltre una ventina di impianti di radiodiffusione installati sul Monte Cero supererebbero il limite di campo elettrico di 20V/m previsto dal decreto 381/1998;

            non è ancora stato definito dalla Regione Veneto il «Piano Antenne»,

        si chiede di sapere:

            quali iniziative siano state già prese, in collaborazione con il Prefetto, gli investigatori e l’autorità giudiziaria, per garantire l’incolumità del sindaco Francesco Corso e dell’assessore Giancarlo Piva;

            se il Ministro dell’interno intenda costituirsi in giudizio a fianco dei due amministratori minacciati, in quanto l’intimidazione appare legata proprio al loro incarico pubblico e all’applicazione di leggi e sentenze della Repubblica italiana;

            se il Ministro dell’ambiente intenda contribuire anche finanziariamente alle azioni legali che il Comune di Baone ha sostenuto e sta sostenendo a tutela di un ambiente che non riguarda solo il territorio comunale, ma la più vasta area dei Colli Euganei, come richiesto nella precedente interrogazione 4-01677;

            se il Ministro delle comunicazioni intenda attivarsi in modo che – in collaborazione con la regione Veneto e con l’Ente Parco Colli Euganei – si arrivi al più presto alla determinazione relativa all’insediamento di antenne sui Colli Euganei.

 



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