Settembre 2006
NAPOLI , PROCURA della Repubblica. Denuncia presentata a Napoli successivamente trasferita per competenza a Perugia, quest'ultima competente nel giudicare i magistrati romani |
Nel mentre aspettavamo fiduciosi
qualche
risultato dalla Questura di Brescia, per la denuncia del 27.2.06, nel contempo cercavamo
di rifarci una vita in Umbria. A settembre, persa ormai ogni speranza nella Polizia di Stato della Questura di Brescia, pensammo di provare una nuova strada: allacciarci alle indagini sui procedimenti già aperti a Napoli sulla FIGC. Ecco la denuncia presentata a Napoli: |
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Premesso
che
all’interno degli uffici
della
Procura della Repubblica di Roma, sita in piazzale Clodio, sono stati
sottratti
(art 616 c.penale) documenti contenenti segnalazioni, esposti e
denuncie
presentati dalla parte scrivente, e preso atto che tale sottrazione
continua
a ripetersi per ogni nuovo documento, sia esso presentato tramite
lettera
raccomandata sia presentato tramite deposito presso l’ufficio apposito
di
piazzale Clodio.In totale, presso la Procura sono state sottratte e/o smarrite 6(sei) lettere raccomandate e due esposti depositati a mano, dei quali conserviamo una copia identica all’originale, timbrata dalla Procura stessa. Congiuntamente i carabinieri locali si sono rifiutati di accettare qualunque nostro esposto/denuncia. Le raccomandate inviate presso il Quirinale sono state inoltrate, dal ministero degli interni, presso la Prefettura di competenza e smarrite nuovamente.Riuscimmo a far pervenire in Procura solamente un documento: questo ci permise di avere la dichiarazione dell’avvenuta sottrazione e/o smarrimento di tutti i fascicoli precedenti. Avevamo tentato di inviare al PM ulteriori elementi per le indagini tramite lettera raccomandata ma anche tale lettera, è stata sottratta e/o smarrita. Il caso è stato archiviato in data XX Gennaio 2006 senza che ci si preoccupasse, da parte del PM e del GIP, di entrare in possesso di quei documenti non pervenuti, senza sentire le nostre ragioni, senza darci la possibilità di presentare altri elementi, prove, memoriali, senza un regolare processo e senza risolvere il vizio in Procura tanto che la sottrazione e/o smarrimento si è ripetuta anche per i documenti inviati successivamente, rendendo cosi impossibile l’esercitazione un diritto fondamentale del cittadino e anche la presentazione di altri elementi d’indagine. Si rende noto: - che il procedimento operato dalla Procura di Roma contiene molte contraddizioni ed errori oggettivi evidenti, che rendono la procedura inconsistente dalle fondamenta, come spiegato nel dettagli nell’allegato cartaceo “il giuoco delle tre carte”.- che la sottrazione dei documenti presso la Procura di Roma è la rappresentazione dell’ennesimo reato dei quali siamo stati vittime, per cui ipotizziamo vi sia una matrice comune. - che, a seguito di tutti i fatti accaduti ed elencati nei numerosi esposti e/o denunce che avevamo sottoposto all’Autorità da Ottobre 2004 siamo rimasti senza lavoro, senza auto, senza casa, resi in stato di povertà. Il comune di residenza non ha voluto interessarsi al nostro caso e siamo stati costretti ad emigrare; tuttavia, anche in altre regioni le persone che ci volevano aiutare hanno subito pressioni e intimidazioni. La nostra vicenda è narrata nel documento cartaceo allegato “due anni d’inferno in Italia”. Si chiede
a)Che venga aperta un’indagine da una Procura esterna al fine di scoprire gli autori di tale reato (sottrazione). Chiediamo sia aperta un’indagine sull’operato del PM NOME COGNOME e del GIP COGNOME, relativamente a quanto accaduto per il procedimento relativo al fascicolo 49XX/k e del fascicolo XXXX/05B. Vi sono infatti nei documenti prodotti dal PM e dal GIP errori oggettivi e addirittura palese interpretazione errata, da parte del GIP delle stesse parole del PM. Tali errori hanno minato le basi dell’intero procedimento, e fanno supporre in una frettolosa e volontaria chiusura del caso, comportamento in linea con la volontà di non far pervenire nulla alla magistratura (si veda allegato cartaceo “il giuoco delle Tre Carte”). b)Chiediamo si consideri quanto accaduto presso la Procura di Roma congiuntamente a quanto accadutoci in generale, e già descritto negli esposti e denunce che erano stati presentati e che sono stati sottratti, ovvero che quanto accadutoci presso la Procura di Roma non sia altro che l’ennesima manifestazione di un’azione nei nostri confronti operata da un’associazione di tipo mafioso contraria allo Stato. c)Chiediamo che venga attuato un intervento di aiuto e protezione nei nostri confronti, visto che a seguito di quanto verificatosi, come descritto nella premessa, e per quanto ampiamente già descritto nei documenti sottratti e nel documento “Beatrix 2006”, ci troviamo in pericolo di vita e minacciati dalle stesse istituzioni che ci dovrebbero difendere! d)Chiediamo si intervenga sui reati dei quali siamo stati ingiustamente accusati, per invalidare il contenuto delle nostre dichiarazioni, o a causa dello smarrimento e/o sottrazione dei nostri esposti e/o denunce, ed in particolare per quanto contenuto nella denuncia di violazione di domicilio fatta in febbraio 2005, nella quale chiedevamo un intervento per rientrare in possesso dei nostri beni e per poter esercitare l’attività societaria.
Due parole sulla nostra vita Nell’allegato cartaceo “due anni d’inferno in Italia” spieghiamo come abbiamo vissuto con maggiori dettagli. Ora desideriamo evidenziare una delle cose che più ci preoccupano, cioè veri e propri comportamenti intimidatori da parte dei Carabinieri, iniziati in Marzo 2005, da parte di elementi del comando locale, ma comportamenti intimidatori si sono manifestati anche fuori regione, in Lombardia.Dai Carabinieri abbiamo ricevuto minacce, rifiuto di accettare nostre denunce ed esposti. Il comune di residenza si è rifiutato di aiutarci. Appena ci spostiamo in un altro comune e chiediamo un aiuto, ritornato i CC con azioni intimidatorie, oppure cominciano diffamazioni sul nostro conto che ci impediscono di rifarci una vita. Questi problemi sono emersi dopo che abbiamo lasciato il nostro paese di nascita, e abbiamo tagliato con le nostre famiglie di origine, perché vi erano dei brutti giri di soldi, culti con i morti e intrighi politici e con il mondo del calcio. I problemi si sono ampiamente manifestati quando abbiamo rese pubbliche delle importanti informazioni sul patrimonio storico di XXXXX, frazione di XXXXX dove però vi sono grossi impianti di antenne abusive e cave aperte. Da quel momento è stato un inferno, e ci è stata fatto terreno bruciato intorno. Vi sono state intimidazioni, violazioni di domicilio, diffamazioni. Prima abbiamo perso il lavoro, poi l’auto e infine la casa. Le nostre richieste di aiuto e denunce sono state tutte fatte sparire anche se avevamo tentato varie strade (Procura, Presidente della Repubblica). Siamo emigrati, ma poco tempo dopo sono emerse le stesse storie. Come facciamo noi a vivere in Italia se ci sono delle persone potenti che interferiscono così pesantemente con la nostra vita? Noi non riusciamo a fare un passo, in qualsiasi luogo d’Italia senza che questo potere non riesca a rovinarci la vita. Noi siamo come dei figli di mafiosi, abbiamo fatto la scelta di non averne più a che fare con quel mondo, e siamo considerati traditori, e dobbiamo dunque pagare in modo esemplare, in modo che sia di monito per quelle persone che intendono divincolarsi da questa grande forma di Miseria umana. Sarebbe semplice pensare che in fondo sono solo fatti nostri, facendo sparire documentazione o non ottemperando al proprio spirito di servizio. In questa situazione non ci sarà libertà più per nessuno, se non si mette freno a quello che sta succedendo, nemmeno per chi crede di essere tutelato da questi poteri. Sembra che ormai tutta l’Italia sia diventata come una grande Sicilia. Perciò vi chiediamo aiuto, chiediamo aiuto ancora allo Stato Italiano e alle sue Istituzioni. Se non c’è posto per noi in Italia, aiutateci anche ad andare all’estero. O comunque, se non potete garantire giustizia, perché il momento storico in cui viviamo è critico, almeno aiutateci a vivere: chiediamo di poter lavorare e vivere. Allegati: Alleghiamo su carta i seguenti documenti:
Alleghiamo registrato sul CD altri documenti ritenuti di possibile utilità. Consigliamo di sfogliare il CD aprendo il file “indice.htm” e di leggere i vari documenti multimediali preparati per introdurre il caso e per approfondirlo.
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AZIONI La denuncia fu assegnata immediatamente al magistrato della DDA Borelli. Il magistrato inviò la denuncia a Perugia in qualità di Procura competente a giudicare i magistrati romani. A nostro avviso il magistrato fece questo senza leggere l'incartamento e dunque senza capire la connessione con le indagini già aperte a Napoli. A Perugia l'indagine fu assegnata a un magistrato non facente parte della DDA. |