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antenati dei Grattacieli
“quando non si conosce la vita, come si puo’ conoscere la morte?“
In Cina l’importanza della
religione è diminuita, sensibilmente, negli anni del dopo guerra. Nel 1949, la
presa del potere dei comunisti di Mao Tze–Tung portò alla distruzione di
numerosi templi e alla confisca di molti altri luoghi destinati alla pratica
religiosa.
Fino al 1911 la Cina era un impero
e l’Imperatore era considerato il figlio del “dio del cielo“ in terra. L’Impero
cinese era una società retta e regolata da solido potere politico. Alla guida
della burocrazia vi era una élite di validi ufficiali che si ispiravano al
confucianesimo, cioè un sistema di pensiero basato sulla codificazione di
regole e strutture per la vita sociale, operata dal filosofo k’ ung fu – tzu
(Confucius in latino).
Questa dottrina influenzò il
governo sino alla caduta dell’Impero. Confucio aveva stabilito regole per la
religione, offerte e sacrifici rituali, una sorta di religione di Stato
praticata solo per la classe dominante. L’Imperatore, chiuso nel suo palazzo di
Pechino, non aveva contatti con il popolo e il dio del cielo appariva, loro,
un’entità indefinita. Così il popolo limitava la religione al culto degli
spiriti e degli antenati. Nel 1911 l’inefficienza del governo dell’Impero portò
al definitivo crollo della monarchia e la Cina divenne una repubblica dilaniata
dalla guerra civile e dalla guerra contro il Giappone.
Confucio nacque nel 551 e morì nel
479 a.C. si suppone provenisse da famiglia aristocratica, ma non facoltosa. Di
buona istruzione, divenne filosofo con molti discepoli ed interpretò in modo
innovativo precetti e tradizioni antiche, questioni etiche, filosofiche e
sociali. Egli si riteneva un eletto dal cielo, però si conosce solo la sua
dottrina attraverso la tradizione orale. Confucio fece molto per lo sviluppo
della Cina e, dopo la sua morte, i discepoli diffusero il suo pensiero, ed il
confucianesimo in Cina divenne religione di Stato. In suo onore furono
costruiti i templi nei quali, in primavera e in autunno, si svolgevano riti
sacrificali.
Il Confucianesimo non è mai
esistito come religione a sé stante, bensì come un complesso di ideali
filosofici e politici fondamentali per la formazione della burocrazia, con
grande attenzione alla pratica politica, all’istruzione, al ruolo del singolo
nella comunità, le regole di vita. L’interesse dei confuciani per le questioni
religiose e metafisiche è stato ed è molto labile. Il pensiero di base di
Confucio è che la natura e l’universo sono in “armonia“ tra loro. Due sono i
principi antichi della cultura cinese: il primo è il “tao“, la grande armonia
nell’universo, dove i singoli elementi devono vivere in accordo e comprensione
reciproca. Il secondo principio trova attuazione quando il loro “io“ interiore
è in sintonia con il “tao“ che origina la forza vitale necessaria, “te“, o
giusta condotta. Per entrare in armonia con il “tao” l’uomo deve avere
conoscenza e sapienza, ottenute con lo studio del passato, della “tradizione“.
Secondo Confucio l’uomo è “buono“per
natura, ed il male viene per ignoranza.
Sono cinque i rapporti del singolo
nella società: rapporto tra sovrano e suddito, padre e figlio, vecchio e
giovane, marito e moglie, amico e amico.
“Venerazione”, “riverenza “,
“rispetto “ sono i concetti del Confucianesimo.
Confucio credeva nell’esistenza
degli dei e degli spiriti, però non era contrario alla religione. Anzi era
convinto di essere ispirato da un’entità soprannaturale. “Il cielo ha concepito
la virtu‘ che e’ in me“.
Però non ha mai basato la propria etica su regole dettate
dal dio del cielo, dato che non lo considerava un Dio personale. Per il
filosofo gli dei dovevano essere adorati nel modo giusto: “mostra rispetto per
gli spiriti, ma tienili a distanza“.
Quando gli chiesero cosa pensasse
della morte, egli rispose: “quando non si conosce la vita, come si puo’
conoscere la morte?“
Ottima domanda. Peccato senza
risposta !