| sito gratuito, senza sezioni riservate, autoprodotto ed autosostenuto con le sole quote associative, aiutaci a non cambiare mai, iscriviti! |
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AVVISO
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Si ringraziano tutti i presenti
convenuti, i medici che hanno relazionato sulla psoriasi, il dott. Rollo
della ASL di Lecce che ha accolto formalmente l'apparecchiatura che
abbiamo donato all'ambulatorio di fototerapia, e il Presidente della Banca
di Credito Cooperativo di Leverano, che ci ha consentito con la donazione
di realizzare tale progetto. Si ringraziano inoltre tutti i soci per il
loro generoso contributo.
Il Presidente
III CONVEGNO ANNUALE DELL'ASSOCIAZIONE AMI.PEL ONLUS PSORIASI: DALL'ETIOPATOGENESI ALLA TERAPIA Convegno organizzato dall'associazione Ami.Pel sugli aspetti diagnostici e terapeutici della psoriasi L’Associazione AMI.PEL (Amici per la Pelle) promuove il suo terzo Convegno"PSORIASI: dall’etiopatogenesi alla terapia" che si svolgerà lunedì 16 Aprile, dalle ore 16,00 alle ore 18,00,presso l’Aula Didattica della ASL di Lecce, allo scopo di informare i cittadini sugli aspetti diagnostici e terapeutici della psoriasi. Il convegno si chiuderà con la proiezione di un video sul camouflage nella vitiligine. Subito dopo l’apertura dei lavori, ci sarà la cerimonia della donazione da parte dell’Associazione AMI.PEL alla ASL di Lecce, di una attrezzatura medica per la fototerapia delle mani e dei piedi. La stessa è stata acquistata con le generose quote associative e tutti ne potranno usufruire presso l’ambulatorio della "Cittadella della Salute", dove oltre alla PUVA e UVB nb total body in cabina, ci si può curare con una macchina con lampada ad eccimeri e presto anche con la Terapia Dinamica (PDP). La partecipazione è gratuita e aperta a tutti coloro che operano nell’ambito socio-sanitario e professionale, nonché ai cittadini interessati a tale problematica.
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AVVISO
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AMI.PEL. AMICI PER LA PELLE ASSOCIAZIONE ONLUS MALATI DI PSORIASI VITILIGINE E DERMATOSI FOTOSENSIBILI AVVISO SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALL'ASSOCIAZIONE PER IL 2012. IL CONTRIBUTO E' LIBERO.
POTETE VERSARE IL VOSTRO CONTRIBUTO ANCHE IN BANCA CON LE SEGUENTI COORDINATE BANCARIE: IT 18 G 0103016002000000377093 MONTE PASCHI SIENA
PER L'ISCRIZIONE POTETE RIVOLGERVI PRESSO L'AMBULATORIO DI FOTOTERAPIA DELLA CITTADELLA DELLA SALUTE, EX OSPEDALE V. FAZZI DI LECCE
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Primo Piano
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Venerdì 29 Aprile al Costa Brada di Gallipoli si è tenuto il Convegno Vitiligo Today.
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l'iscrizione al convegno è gratuita. Vi possono partecipare tutti i medici, infermieri, farmacisti, operatori sanitari, estetisti professionali, nonché tutti i cittadini interessati alle problematiche socio-sanitarie della malattia.
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| FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA |
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Finalmente una buona notizia: Con deliberazione del Direttore Generale della ASL di Lecce n°3671 del 10 dicembre 2010 è stata deliberato l'acquisto di una macchina per la fototerapia localizzata con lampada ad eccimeri modello Excilite M per la cura delle aree cutanee localizzate affette da psorasi e vitiligine. A presto si dovrebbe ricorrere all'acquisto. Con la stessa deliberazione si procederà anche all'acquisto di una lampada per la fototerapia dinamica (PDP) per la cura dei tumori cutanei non melanoma. In tempi brevi l'ambulatorio di fototerapia del Distretto Sanitario di Lecce, presso la cittadella della Salute, ex V. Fazzi, potrà erogare, oltre la fototerapia PUVA e UVB nb total body in cabina, anche la fototerapia per lesioni cutanee localizzate di psoriasi e vitiligine, con le più moderne attrezzature, nonché la fototerapia dinamica per la cura dei tumori cutanei benigni e maligni non melanoma.
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| VITILIGO: PRIMO CONVEGNO MONDIALE |
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MILANO 23 e 24 settembre 2010VITILIGO: PRIMO CONVEGNO MONDIALE Il 23 e 24 settembre 2010 si è svolto a Milano, presso l'Istituto S. Raffaele il primo convegno mondiale sulla vitiligine.Provenienti da tutto il mondo, sono intervenuti medici, ricercatori e scienziati maggiormente esperti della malattia, che hanno fatto il punto sulle attuali conoscenze della vitiligine e sulle più recenti e condivise strategie terapeutiche.Mirabilmente organizzato dal professor Santo Raffaele Mercuri del San Raffaele, il convegno ha dato voce anche ai pazienti e alle loro associazioni. In particolare vi proponiamo gli interventi tenuti da due pazienti particolari, Maxine Witthon e Lee Thomas, presentati da Alida De Pase, personalità particolarmente attiva in Italia per la tutela delle persone affette da vitiligineAlida De PaseIo vorrei presentarvi due pazienti straordinari: Il primo è Leee Thomas, appena arrivato da Detroit, che è un giornalista e uno scrittore eccezionale e lavora come entraitnment reporter per la Fox Broadcasting in qualità di reporter. E' uno che ha fiducia in se stesso, ha uno stile molto umoristico e ha sempre il sorriso sulle labbra. Si è accorto all’età di 25 anni di avere una chiazza di vitiligine sulla testa. La vitiligine poi si è diffusa rapidamente, ha cambiato non solo il colore della sua pelle, ma anche la vita. Solo quelli che sono stati vicino a lui erano a conoscenza della sua vitiligine, che era riuscito a mantenere segreta fino a poco fa, fino a quando un giorno si è sentito sotto i riflettori. Era sotto i riflettori e si è messo piangere e ha raccontato in lacrime la sua storia a migliaia di americani presentandosi senza trucco ai suoi spettatori. Ha detto: “Io sono nero ma sto diventando bianco, come potete vedere”. Ha scritto un libro intitolato “Diventare bianchi”, dove racconta, appunto, la storia dei suoi problemi, sia fisici che mentali. Il suo problema ha toccato il cuore delle persone, dal sud Africa agli Stati Uniti, dall’Europa ai paesi dell’Est. Il suo libro ci ha dato tante informazioni. È un grosso supporto emotivo per tutte le persone con vitiligine, soprattutto per quelle che sentono e ritengono che questa patologia li ha tenuti lontani dagli obiettivi della loro vita. Grazie, Lee Thomas. Il secondo paziente è una figura straordinaria che ha fatto tanta differenza. E' Maxine Whitton. Maxine Whitton ha sollevato lo status della vitiligine condividendo le esperienze, condividendo le preoccupazioni delle persone con vitiligine. Maxine Whitton ha avuto la vitiligine per più di 55 anni. Ha sostenuto le persone con questa patologia per più di venti anni. Si è associata alla Vitiliago Society nel 1995 e ha svolto un ruolo molto importante nell’elevare il profilo di questa patologia, parlando ad incontri, partecipando a programmi televisivi, scrivendo sulla stampa. È stata Presidente della società scrivendo articoli sulla vitiligine dal punto di vista del paziente. Ha dato un importante contributo per libri di testo. Nel 2007 è diventata membro onorario non scientifico dell’associazione per la ricerca sui problemi di pigmentazione. Un applauso, quindi, alla signora Maxine Whitton.
Maxine WhittonIo vorrei prima di tutto ringraziare gli organizzatori per avermi offerto l'opportunità di rivolgermi a voi, in questa prima conferenza mondiale sulla vitiligine. Io vorrei parlare del mio viaggio, il viaggio dall’essere una paziente a diventare una ricercatrice sui pazienti. Come Alida vi ha detto, ho avuto la vitiligine per più di 55 anni. La malattia è iniziata quando avevo 12 anni ed è comparsa prima sul ginocchio. In quel momento non è che mi avesse molto colpito questa cosa, però successivamente, all'età di 17 anni, la malattia si è diffusa al mio viso, alle palpebre, alla bocca e quindi, ovviamente, ha iniziato a crearmi dei problemi di imbarazzo. Nessun altro della mia famiglia aveva la vitiligine. Io ero terrorizzata che potesse diffondersi ad altre parti del mio corpo. Da quello che dicevano i medici avevo saputo che era una malattia senza cura. Il decorso della patologia è stato molto ieratico, era spontaneo nei suoi miglioramenti. Improvvisamente quando ero incinta era migliorata, poi non ci sono stati grossi cambiamenti dall'età dai 20 a 40 anni. Quando invece ho iniziato ad avere 40/50 anni la diffusione è stata molto veloce. A questo punto sono stata colta dal panico. Ho tentato svariati trattamenti, alcuni con un successo valutabile da buono a limitato. Io sono nata in Giamaica ed è lì che è stata diagnosticata la malattia ed è proprio lì che ho iniziato ad utilizzare il Puva-Sole, associando la luce del sole insieme con una compressa che rende più sensibile la pelle al sole. Quando sono arrivata nel Regno Unito sono andata a studiare a Londra per prendere la mia laurea in lingua. Nel Regno Unito mi furono dati dei corticosteroidi per via topica, senza alcun effetto. Poi il mio dermatologo mi ha prescritto la Puva-terapia che ha funzionato bene; ed effettivamente io ero molto contenta della mia situazione e per un po’ lo sono rimasta, ma dopo cinque anni ecco che ci fu un recidiva. Quindi c’è il problema per cui bisogna continuamente riadeguarsi ad un aspetto che continua a cambiare e uno non sa mai che cosa potrà succedere, non sa se per esempio la chiazza che è venuta si allargherà o sparirà. Ad un certo punto veramente ero disperata, avevo paura di perdere la mia identità di nera, di persona nera e naturalmente avevo sempre paura delle recidive. Nel 1999 la mia vitiligine era al culmine. Ero depressa quando mi guardavo allo specchio tutte le mattine e a questo punto della mia vita non potevo uscire dalla porta senza usare il mio make up camouflage. Poi è successo qualcosa che ha cambiato la mia vita. Nel 1996 sono diventata uno dei partecipanti a un trial randomizzato. Io ero membro della Società della vitiligine, la Vitiligo Society, e incoraggiavo ovviamente tutti a fare parte di questo studio per vedere se questo poteva avere un impatto sulla vitiligine. Il trial è durato un anno, Si è trattato di un grosso impegno: bisognava andare due volte alla settimana in ospedale per un anno intero, per ricevere il trattamento. Sfortunatamente questo trial non è stato mai pubblicato. Il medico che ha proposto questo trattamento si occupava della pseudocatalasi e mi ha detto:- Io non ho nessuno paziente che ha il tuo colore, tu sei gravemente colpita, io voglio cercare di aiutarti -. Quindi io diventai la paziente su cui lei faceva ricerca e ci fu un miglioramento veramente massiccio. La recidiva ci fu dopo tre anni, però io la ignorai, pensavo fosse una piccola recidiva ma sarebbe andato bene, poi dopo sei anni iniziò di nuovo a preoccuparmi. Ricominciai con la NB UVB e questa volta mi aiutò un po’, ma non potevo continuare perché ormai la mia vita era cambiata: avevo nipoti, avevo l’artrite del ginocchio e quindi andare in ospedale..: Era diversa la situazione della mia vita, era Tutto più difficile. Tornarono anche chiazze in faccia ed iniziai ad utilizzare il tacrolimus. Non ce l’avrei mai fatta ad affrontare la vitiligine senza il sostegno della mia famiglia e dei miei amici, che sono stati assolutamente fondamentali. Poi mi sono associata alla Vitiligo Society e questa è stata una cosa molto importante. Il camouflage, consentendomi di nascondere le aree bianche, mi aiutava. Devo dire che mi dava una certa fiducia, almeno temporanea. Il counselling psicologico è stato di grosso aiuto, di questo parlerò fra breve. Poi ho avuto questo desiderio incredibile di fare qualcosa nel campo della ricerca. Ovviamente da paziente non pensavo di poterlo fare, invece sono riuscita a farlo. Il supporto della famiglia e degli amici non sono mai mancati; non mi hanno mai fatto sentire diversa. Mia madre, il resto della mia famiglia mi elogiava, elogiava i miei talenti e non è che hanno insistito troppo sulla gravità. Naturalmente avevo tanti amici, ma non avevo un ragazzo, e questo è importante quando sei una teen ager. Non venivo maltrattata scuola. Poi a 41 anni mi sono sposata e ho avuto due bambini e due nipoti. Adesso sono estremamente benedetta e mi sento molto grata per aver avuto questa vita. Qui rappresento la Vitilago Society e faccio parte di un incontro organizzato da questa società. Io mi sono associata alla Society nel 1985, quando ancora si chiamava Vitiligo Group. Sono diventata presidente di questa società e da 12 anni faccio anche consulenza. Per molti anni io ero la faccia della vitiligine, rappresentavo la vitiligine attraverso la faccia. Queste immagini, queste fotografie che vedete sono comparse nei libri di testo, su varie pubblicazioni. Mi fa sempre piacere che le persone le utilizzino, se possono essere di aiuto. Il camouflage cosmetico, come ho detto, è stato molto efficace per il mio viso e mi rendeva funzionale quando, per esempio, dovevo tenere dei discorsi di fronte ad un pubblico. Ma che cosa si fa quando, invece, la vitiligine si diffonde ad altre parti del corpo che non possono essere coperte? Diventa molto più difficile. Questo camouflage durava nel breve termine. Rinforzava la fiducia in me stessa, ma non la mia autostima. Potevo migliorare la mia autostima accettando la mia condizione. Questo è avvenuto grazie al counselling. Quindi per me l’esperienza di avere la vitiligine è stata simile a quella di tante altre persone. Mi sono sentita isolata. Talvolta negavo la cosa, c’era un grosso dolore perché vedevo cambiare il mio viso. La fiducia in me stessa era piuttosto bassa, come pure la mia autostima, e molto spesso provavo questo sentimento di ansia chiedendomi:- Ma si diffonderà? . E quindi, ovviamente, è arrivata puntuale anche la depressione. Il mio medico di base ha organizzato affinché io potessi ricevere un counselling a casa una volta la settimana per sei settimane, ma ho capito che non era sufficiente. Ho trovato un buon psicologo che aveva un problema di palatoschisi e quindi aveva compreso molto bene che cosa significasse essere visibilmente diversi. Ho avuto nove mesi di terapia cognitiva che mi ha aiutato tantissimo, ha migliorato la mia autostima e io veramente ho sentito che a questo punto non ero alla mercé della mia vitiligine, ma avevo acquisito fiducia in me stessa. Il counselling mi stava rinforzando. Io penso che il counselling psicologico dovrebbe diventare una componente di routine nella gestione della vitiligine, dovrebbe proprio far parte di quello che viene offerto come terapia ai pazienti: da un coinvolgimento passivo ad uno partecipativo e quindi attivo. Mi sono unita a diverse organizzazioni, magari ne conoscete alcune, adesso non entrerò nei dettagli. Sono entrata nel National Institute of Clinical Excellence: io facevo parte del cosiddetto consiglio dei partner che è composto da rappresentanti dell’organizzazione dei pazienti. Poi ho partecipato al NICE Partner Counsil, un’altra iniziativa governativa. Con questa iniziativa si cerca di incoraggiare i ricercatori a coinvolgere i pazienti in tutti i vari aspetti della ricerca, inclusa anche la ricerca sociale. Poi c’è la James Lind Alliance altra organizzazione e poi c’è la Cochrane Collaboration dove abbiamo, appunto, il network Cochrane Skin Group. Lì sono anche entrata nella rete dei trial clinici di dermatologia britannica e poi della società europea per quanto riguarda la ricerca sulle cellule per la pigmentazione, quindi sono anche membro dal 2007 di questa. Poi c’è SPRUSD che è un progetto di ricerca attualmente in corso, con base a Nottingham, nel Regno Unito, che è il risultato di un finanziamento dell’Istituto Nazionale per la Salute britannico e questo coinvolge diverse patologie dermatologiche che spiegherò dopo. Ma perché volevo fare tutto questo? Perché ho dovuto sentirmi così coinvolta? Mi sono resa conto dopo molti anni che i medici di base non erano molto interessati alla vitiligine e che questa la malattia era scarsamente compresa. Non c’era un trattamento, non c’era una cura, gli studi pubblicati erano studi di bassa qualità e quindi è stato un modo per me di affrontare la patologia. Io mi sentivo frustrata e volevo fare anche io la differenza. Ho collaborato con la Cochrane Skin Group. Nella collaborazione io ho imparato come valutare per esempio la qualità dei trial clinici ed effettivamente sono stata formata proprio anche per fare una revue sistematica della letteratura. Proprio perché non vi era una revue sistematica per la vitiligine, nessuno sembrava volerla fare. Io stupidamente ho pensato:-La faccio io-. È stata una esperienza incredibile, ma veramente molto impegnativa, molto pesante, anche se sono molto contenta di averla fatta. La prima revue è stata pubblicata nel 2006, poi è stata aggiornata nel 2010. Abbiamo trovato il doppio degli studi rispetto alla prima revue, un totale di 57. Vi erano trial di controllo randomizzati in tante lingue, con la collaborazione di tanti clinici, riicercatori, pazienti, esperti di statistica.. È molto difficile certe volte combinare questi studi e quindi ancora non abbiamo una buona evidenza per i vari trattamenti che sono stati descritti. Invece questo progetto SPRUSD, che vuol dire “stabilire le priorità e ridurre le incertezze per le persone con le patologie dermatologiche” è stato finanziato dall’Istituto Pubblico di Salute del sistema sanitario britannico. Il progetto include lo studio dell'eczema, del pioderma gangrenoso, della vitiligine, ecc. Parte di questo progetto dipendeva dalla revue sistematica. Il completamento di questa ha un po’ creato il contesto per poter procedere con questo programma. Abbiamo lavorato con la James Lind Alliance, quindi consultato tutti quelli che avevano la vitiligine. Alla fine avevamo le prime dieci domande di ricerca identificate e poi ovviamente abbiamo fatto un trial multicentrico o speriamo questo possa essere il prossimo obiettivo. Qual è il futuro per me? Di continuare con questo SPRUSD. Speriamo di continuarlo fino al 2011, quindi fino all’anno prossimo. Voglio continuare ad essere membro del Cochrane Skin Group e continuare ad essere presidente della Vitiligo Society, ma soprattutto voglio trascorrere più tempo con la mia famiglia e con i miei amici e voglio trascorrere più tempo nel mio giardino. La vitiligine ha avuto un grosso impatto sulla mia vita, ma io sono quella che sono anche grazie alla vitiligine. Ho fatto tante esperienze, ho conosciuto tantissime persone fantastiche. La vitiligine non ha rovinato la mia vita, ma, in realtà, l’ha arricchita. Vi ringrazio.
Dott. Santo Raffaele MeruriGrazie Maxine, per aver condiviso con noi questi tuoi sentimenti e questa tua esperienza. Adesso abbiamo l’ultimo paziente, ma non certo in ordine di importanza, Lee Thomas. Ovviamente la presentazione di Alida è eccellente, non c’è nulla altro da aggiungere su Lee. A lui fare la presentazione intitolata: “Vivi nel migliore dei modi. La vita migliore possibile”.
Lee ThomasBuon pomeriggio a tutti. Sono Lee Thomas, svolgo la professione di giornalista, lavoro a Detroit nello Stato del Michigan. Oltre a presentare notizie, vado a Hollywood per incontrare e intervistare le stelle del cinema. Questo lavoro è quello che ho sempre sognato di svolgere. Dall'età di 25 anni, adesso ne ho 42, ho dovuto confrontarmi con quella che definisco una guerra, una lotta interiore. Quando ho preparato questa relazione, ho pensato di portare delle diapositive in power point con dati, numeri che riguardano ciò che ho fatto nel corso della mia vita: foto, informazioni su gruppi di supporto, informazioni sul mio test. Ma ho deciso di non usare questa mia presentazione in power point in quanto voglio venire qua oggi senza camouflage, senza trucco, così come sono, così come descritto nel mio libro scritto tre anni fa, perché ho una storia da condividere con voi. Questa storia ha fatto il giro del mondo. Penso che sia compito mio rappresentarmi nudo, per così dire, quindi non solo senza “trucco”, ma anche senza pareti che possano frapporsi tra di noi, in quanto penso che sia importante, soprattutto per chi lavora. Per risolvere questa patologia è importante che si capisca cosa c’è dentro i nostri cuori. Avevo 25 anni quando si è manifestata la prima macchia di vitiligine. Lavoravo a New York, lavoravo in televisione e ho pensato subito che quella sarebbe stata la fine della mia vita. Non sapevo più cosa fare, ero disperato. Quando mi è stata fatta la diagnosi andai nel parco, mi sedetti e, come persona che parla con se stessa dicevo:- Perché a me?Perché proprio a me? Cosa farò ora? -. Ho iniziato a lottare semplicemente per capire i perché, gli interrogativi, i cosa. Man mano che ho acquisito informazioni ho appreso che la vitiligine non poneva a rischio la mia vita, non era contagiosa e ho visto che c'erano molte persone affette da questa malattia. Ho fatto quello che fanno tutti coloro che sono affetti – o almeno quello che penso facciano – dalla vitiligine. La prima cosa che uno fa è cercare di nasconderla. Si cerca di coprirla, si cerca di confonderla con qualcosa. Si provano dei trucchi, si ricorre al camouflage. Tuttavia poi il quadro peggiora: colpisce le mani, colpisce gli arti e ti obbliga a smettere di usare le maniche corte e si pensa solo ed esclusivamente alla malattia. Ecco, appunto, un giorno ci si trova come mi sono trovato io: a casa per due settimane e mezza, senza voler uscire da casa, senza volere parlare con gli altri. La cosa che mi ha spinto a nascondermi era la paura di una bambina. Ero fuori, stavo guardando dei bambini che giocavano in un parco. Una bambina mi si è avvicinata, mi ha guardato in faccia e si è messa ad urlare. Ha urlato così tanto che tutte le persone attorno hanno iniziato a girarsi. Quella bambina era veramente pietrificata. Io ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi adulto, cioè ho cercato di invitarla e ha urlato ancora di più. A quel punto mi resi conto che questa mia faccia spaventava i bambini. Sapevo quello che dicevano gli adulti, persone che magari nell’ascensore si allontanavano da me o mi evitavano. Quello lo avevo capito. Però l'episodio della bambina mi aveva veramente colpito perché questa bambina aveva veramente paura. Ho abbassato le mani, ho fatto un passo indietro e ho detto: “Qualcuno venga ad aiutare questa bambina”. Ma come far fronte al fatto che uno spaventa i bambini? In quel caso sono rimasto due settimane e mezza a casa per riuscire a vincere questa mia paura. Dopo due settimane e mezza, mi sono detto:- Inizierò a lavorare, userò al massimo il camouflage -. Ho iniziato a lavorare e non sono più uscito di casa senza trucco. L’ho fatto per circa due anni e mezzo. Tutto sembrava a posto, nessuno aveva paura, nessuno correva via da me. Poi mi sono trovato in un negozio di alimentari, ero lì per comprare i miei dolci, i dolci che amo, ero lì, su uno scaffale cercavo di prendere questi dolcetti e ho sentito una vocina che diceva: - Ah, ma tu sei un bubu -. Ebbene, c’era un’altra bambina piccola che era lì, alla mia altezza, all’altezza del mio viso e non sapevo cosa fare. Mi sono alzato e ho detto:- La vitiligine colpisce l’1% della popolazione mondiale, colpisce milioni di persone, ma non è contagiosa, non fa male a nessuno -. Ma stavo parlando con una bambina di due anni. In quel momento mi sono reso conto di ciò. Allora la bambina mi ha chiesto:- Fa male? -. - No, dolcezza, sto benissimo – La bambina mi ha detto:- Fa male? - e io non capivo esattamente, ho chiesto alla madre cosa volesse dire la bambina e mi ha detto: - Vuole sapere se fa male -. Ho detto: - No, non fa male . Mi sono quindi inginocchiato in modo che potesse vedermi da vicino. La bimba ha allungato la mano e mi ha toccato la guancia chiedendo: - Ma non fa male? -. Non avevo nessuna idea di quanto fosse cambiata la mia vita. Il fatto che mi avesse toccato mi aveva praticamente liberato dal fatto che lei non avesse paura del mio viso. L’esempio di queste due bambine corrispondeva agli estremi di come facevo fronte a questa malattia. Una non aveva nessuna idea di cosa fosse, aveva paura, è rimasta pietrificata e corse via per la paura. L’altra bambina invece, sebbene pensava che fosse un qualcosa che facesse male, mi ha dato il suo amore, ha cercato di darmi ciò di cui ha bisogno chi prova effettivamente dolore. A quel punto ho capito cosa fare. Già facevo il mio lavoro in televisione, già parlavo per mantenermi. Era mio compito, a questo punto, raccontare la storia di tutte quelle persone che vivono nascoste. Molte escono da casa solo per andare dal medico, escono solo per alcuni minuti, ma poi tornano a casa a nascondersi. Oggi io ho creato questa mia missione: girare il mondo per condividere questa mia storia con tutti coloro che sono disposti ad ascoltare, perché più persone capiranno, più sarà la compassione e l’amore che verrà dato nei confronti di questi pazienti, più medici potranno prestare attenzione, più ci sarà ricerca, più ci saranno finanziamenti per la ricerca, in modo che magari in futuro si riesca a risolvere questo problema. Penso che sia importante per noi condividere ciò che proviamo nel nostro cuore, in quanto semplicemente ognuno ha bisogno dell’altro. Io ho dovuto lottare per questo mio atteggiamento, ora positivo. Se non fosse stato per un giovane non so se avrei mai potuto raccontare questa mia storia alla televisione o in un libro. Quando comparivo in televisione usavo ovviamente il camouflage. Adesso, quando sono in televisione non uso più praticamente il camouflage. Chi mi vede in televisione vede le mie mani, cerca di sapere la mia storia, mi chiama anche sul lavoro, mi chiede di parlare con i propri figli che magari stanno attraversando un momento difficile perché colpiti da questa malattia. Spesso li invito a venire negli studi televisivi, do loro anche la possibilità di incontrarmi e faccio loro vedere che uno può avere successo anche con una malattia come questa. Un giorno parlavo con un giovane al telefono, un quindicenne affetto da vitiligine che faceva karatè. Era un giovane molto forte, era il migliore, era pronto per andare all’università e mi ha detto: - Sei disposto a raccontare la tua storia in televisione? Sei disposto a togliere il tuo trucco e mostrare come sei veramente? -. Il mio capo me l’aveva chiesto da circa due anni e gli avevo risposto sempre di no, perché conosco il mio capo, che è responsabile di un canale televisivo e voleva lo share, voleva un pubblico più numeroso, voleva che si guardasse l’uomo nero che diventava bianco alle 19 della sera. Proprio perché sapevo che lui lo voleva per questi motivi gli ho detto sempre di no. Ma quando me l’ha chiesto questo ragazzo, volevo capire il perché e mi ha fatto una affermazione che ha cambiato la mia vita e mi ha portato anche qua oggi. Mi ha detto: - Se tu mostri agli altri come sei veramente, allora forse tratteranno anche me in modo diverso -. Non ho mai pensato questa cosa da questo punto di vista. Tutti abbiamo un qualcosa che ci rende diversi, tutti noi abbiamo qualcosa che ci impedisce di raggiungere ciò che vogliamo raggiungere. Per me la vitiligine, qualcosa di facilmente visibile, è qualcosa che mi fa pensare di essere diverso e che mi fa dire: - Per questo motivo non posso fare quello… -. Ma altri possono dire di essere troppo bassi per potercela fare, altri troppo alti. Mi dicevo che la vitiligine era un'altra cosa. Con la vitiligine non potevo mai mostrare come fossi veramente. Quando questo giovane mi ha chiesto di mostrare la mia faccia per lui la risposta è stato un semplice sì. Lui ha detto: - Bene. A questo punto conosco un’altra bambina che ha otto anni che va in giro con il passamontagna a giocare, perchè gli altri bambini la prendono in giro. Forse i suoi genitori ti vedranno in televisione, forse vedranno un qualcosa. Magari tutti lo leggeranno sui giornali e magari tratteranno quella bambina in maniera diversa -. Questo avvenne cinque anni fa. Io ho incontrato tantissimi ragazzi, bambini come quella di otto anni che vive nella paura di uscire da casa. Ho incontrato tantissime persone che non lasciano mai la propria casa per questa malattia. Incoraggio tutti voi qui presenti e vi ringrazio tutti di essere qui presenti, non solo per essere qui oggi ma anche per contribuire a questo cambiamento. Per contribuire a condividere questa sensazione. Il fatto che sia qui a condividere questa esperienza è la cosa più importante che io abbia mai fatto e mi stimola a continuare a condividere questa mia storia anche in futuro. Non ho portato dati e numeri. Posso dirvi che parte dei proventi del mio libro vanno ad un gruppo di supporto che è nello Stato del Michigan. Quello di cui abbiamo bisogno è sostegno, supporto. Una volta che il paziente lascia l’ambulatorio cosa accade? Va a casa e si tira dietro la porta. L’ho fatto anch’io. Ho iniziato con questo gruppo di supporto in una stanza che con non conteneva più persone, perchè ne arrivarono 110, non essendoci un altro gruppo di supporto per chilometri e chilometri. Addirittura c'era una persona che veniva da Vancouver, quindi dall’altra parte del paese, perché non conosceva altri gruppi di supporto nelle vicinanze. Ho lavorato anche con la Society Vitiligo, come anche con varie fondazioni che sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo vogliono aiutare le persone affette da vitiligine, che vogliono sostenere coloro che passano momenti difficili. So che ho poco tempo a disposizione e quindi vi lascio proprio con questi messaggi: sabato potrò ancora parlare e mostrerò a quel punto i miei video e leggerò anche la mia relazione in power point. Prima di lasciarvi oggi, se c’è una cosa che voglio lasciarvi è questo messaggio: anche dietro una faccia come la mia c’è una vita piena che può essere vissuta. Il cambiamento inizia da qua. Con questo voglio ringraziarvi tutti per avermi invitato e per avermi permesso di condividere questa mia storia. Anche con questa malattia una persona può comunque avere una vita piena, positiva. Io qui rappresento milioni di persone affette da vitiligine che magari non hanno il coraggio di presentarsi. Sono, ripeto, Lee Thomas. Vi ringrazio per il vostro tempo e sono un nero, sì, diventato bianco e depigmentato, ma sono felice. Grazie. TRADUZIONE SCIENTIFICA A CURA DEL Dott. EUGENIO ROMANELLO
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Primo Piano
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sabato 9 ottobre in Piazza Sant’Oronzo a Lecce si è tenuto il IV Forum provinciale "Il volontariato al centro", organizzato dal Centro Servizi Volontariato Salento.
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| CAMPAGNA DI ADESIONI ANNO 2010 |
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Associazione Amici per la Pelle Via Lombardia 8 - 73100 LECCE - Tel.328.6490018Regione Puglia – ONLUSCodice fiscale: 93088960757
Campagna di adesioni anno 2010
Collabora con l’Associazione Ami.Pel, non ti costerà molto e puoi aiutarci a realizzare un importante progetto per tanti pazienti che frequentano il Poliambulatorio di fototerapia della Cittadella della Salute di Lecce. Noi abbiamo chiesto un miglioramento della struttura e del servizio, abbiamo certezza che significativi cambiamenti ci saranno. Chiediamo con forza un servizio efficiente e terapie più efficaci. Con l’aiuto di tutti possiamo anche contribuire all’acquisto di nuove apparecchiature per la fototerapia localizzata mirata alle nostre patologie.
AIUTACI A MIGLIORARE, SOSTIENI IL NOSTRO LAVORO A FAVORE DEI MALATI DI: PSORIASI, VITILIGINE E DERMATOSI FOTOSENSIBILI
Per informazioni: cell. 328 6490018 http://digilander.libero.it/assoamipel/
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| News |
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SONO APERTE LE DOMANDE DI AMMISSIONE A SOCIO PER L'ANNO 2010
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