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Formazione

L’associazione organizza  serate di incontro e formazione rivolte ai  soci e aperte a  genitori, insegnanti,  educatori sui seguenti temi:

 

·       - L’importanza dei limiti in educazione

·       - La genitorialità: le sfide del presente

·       -Potenziamento cognitivo secondo la metodologia Feurstein

 

Psicomotricità relazionale

“Indipendentemente dal contesto istituzionale in cui opera lo psicomotricista (educativo, profilassi, terapeutico), l’obiettivo prioritario è quello di sviluppare una relazione con il bambino.

Educare e guidare significa ricercare e trovare una relazione autentica tra persone, grazie alla quale guidare il bambino verso lo sviluppo pieno delle sue personalità.

Nel nostro caso si tratterà di una relazione attraverso il corpo in quanto in età evolutiva è questa la dimensione esistenziale principale del bambino.

Per facilitare questa relazione corporea in psicomotricità usiamo il gioco ed il movimento spontaneo.”

M. Vecchiato, Il gioco psicomotorio, p. 219, 2007, Armando editore

 

Obiettivi

- Favorire una maturazione armonica della personalità del bambino riferita in particolare all’integrazione delle dimensioni emozionale e cognitiva – sociale;

- Incoraggiare lo sviluppo di modelli comunicativi e relazionali che favoriscono il processo di apprendimento, la  cooperazione, la socializzazione;

- Promuovere l’agio e previene il disagio durante il processo maturativo del bambino;

- Potenziare le possibilità di intervento pedagogico – didattico in presenza di soggetti  svantaggiati e/o diversamente abili.

 

Psicomotricità relazionale in educazione

Lo psicomotricista in ambito educativo, all’interno cioè di percorsi scolastici ed extrascolastici, lavora con un gruppo di 15-18 bambini.

Ha il ruolo di stimolatore - motivatore, si pone in un atteggiamento di ascolto degli stati d’animo del bambino, aiutandolo ad esprimerli e a superarli in un contesto spazio  - temporale  - oggettuale adeguato all’età. Il normale percorso maturativo del bambino è caratterizzato da ordinarie salite e discese che comportano un uso a volte non adeguato, delle risorse emozionali. Durante il percorso di psicomotricità, il bambino può affidarsi allo psicomotricista, come anche sentirsi libero di esprimere la sua personalità e di autodeterminarsi. I momenti di incontro sono brevi, ma molto pregnanti.

 

Psicomotricità in psicoprofilassi - prevenzione

La psicomotricità in ambito psicoprofilattico si rivolge ai bambini che nelle loro tappe evolutive incontrano delle difficoltà di sviluppo manifestando “ crisi emozionali più o meno evidenti che possono rallentare o fermare il suo processo maturativo” (M. Vecchiato, Il gioco psicomotorio, p. 279, 2007, Armando editore.)

Lo psicomotricista in un contesto di psicoprofilassi lavora con un gruppo ristretto di bambini.

 Ha il ruolo di mediatore diretto delle difficoltà del bambino, sollecita le sue potenzialità e dà esempi di strategie affettive e relazionali positive, catalizza il suo disequilibrio e lo guida verso l’equilibrio.

La psicoprofilassi è adatta per prevenire comportamenti di iperattività, comportamenti aggressivo, inibizione, difficoltà di relazione, disturbi dell'attenzione.

 

Psicomotricità in terapia

La psicomotricità in terapia si attua con bambini che presentano evidenti alterazioni dello sviluppo, nel comportamento, nella relazione, nella comunicazione.

Lo psicomotricista in tale contesto privilegia la relazione a due, particolarmente prioritaria sarà la relazione corporea.

I modi e i tempi saranno diversi a seconda delle caratteristiche del bambino