CULTURA
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La
"festa intercultura", come siamo soliti chiamarla noi soci, si presenta
immediatamente come un "evento". Infatti
la "serata interculturale" è ormai diventata una
manifestazione "cult", nel vero senso della parola, dove si mescolano i
sapori della cucina araba con i colori e i suoni etnici della nostra
terra, la Sicilia.
Nelle passate manifestazioni è avvenuto quello che in tanti auspicano ma che difficilmente riescono a realizzare (ogni riferimento non è affatto casuale): la pacifica convivenza nell'armonia e nel divertimento tra cittadini residenti ed immigrati. Il nostro circolo difatti comprende numerose persone "di colore", che, a dispetto dei soliti detrattori, riescono ad inserirsi perfettamente nelle varie attività sociali e ricreative. Anzi, alcuni di loro nel corso di questi ultimi anni hanno assunto dei ruoli di primo piano, e non solamente "partecipativi". L'interculturalità è dunque possibile? Non solo. Oltre ad essere un nostro traguardo è necessaria! Tra guerrafondai e pazzi fondamentalisti sembra essere l'unica risorsa in grado di metter d'accordo tutti. Nella trasformazione del concetto di "IO", nel trascendere verso il "NOI", nella "noità", possiamo finalmente entrare nell'ottica del pluralismo. Attraverso il riconoscimento dell'alterità, o della diversità-differenza, dei singoli individui e delle varie culture; attraverso il confronto, lo scambio, l'interazione, la collaborazione reciproca. Attraverso la solidarietà, l'amore, la fratellanza universale, possiamo raggiungere il nostro obiettivo: la pace. Armando |
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