Voltar pagina ancora…
ancora,
e ancora…
dopo
aver dissetato il foglio di prezioso inchiostro e di sane
parole…
sempre ed ancora,
ancora,
ancora…
fin
che penna tenga e foglio esista, e anima resista,
e
voglia di scrivere e possibilità di scrivere,
e vivere a piena
anima senza più censure e torture
e carceri ideologici e carceri per
le ideologie,
ma solo per i crimini, e i crimini giusti, i
crimini che danneggiano gli altri,
e che altri non vadano
incarcerati
al
posto di altri… solo perché potenti!… … … Agganci feroci
che
si lavano nel sangue e si asciugano nel potere e nei soldi,
nei
poderi e nei falsi atti notarili,
e nelle cause ai tribunali
vinte solo per il soldo più forte…
Voltare pagina ancora…
e
ancora,
ancora…
per
pensare bene dimenticando il male,
lasciandolo nelle pagine ingiallite e ammuffite del passato!
A
volte è più difficile affrontare il presente che il passato,
dimenticato, lievemente accasciato, che dorme in un’auto isolata
nell’abisso di un deserto che forse non sarà mai più verde
profumato.
Voltare pagina
e
illudersi di aver cambiato, di aver viaggiato,di aver
abbandonato
il
castello in fiamme, lo sterminio mai immaginato,
condannandoti da solo all’esilio…al vagare…
E’ la
vita che non ci dà basi per non farcene avere!
Meglio esser Camper, che casa stabile a vita!
Ma a
volte quel garage è necessario, eppur la vita lo rompe!
Lì è
bastarda e basta! Non ci sono scuse! È bastarda!
Ma
anche lì: non crollare! E…
Voltare pagina ancora , ancora
ed ancora…
ed
ancora...non le ideologie, ma rimanere se stessi!
Cambiar luogo e meta, ma sempre in compagnia di se stessi,
poiché si cambia, le persone intorno cambiano,
le
mete cambiano… ed anche le metà di se stessi cambiano!
L’importante è proteggere la metà di se stessi che non cambia,
quella pura, che non si può contaminare e cambiare!
È quella
pura di bambino che si ha da bambino e, come tale, bisogna
proteggerla!
Voltare e strappare pagina dopo pagina
per
opporsi al male, non cedere, né illudersi di fare i moralisti
senza morale,
ma strappare il marcio, e voltare…
rivoltare il proprio animo, i propri sentimenti, le proprie
sentenze
e tendenze per tendere una trappola all’ipocrisia!
Pregare Dio non per tradizione, ma per esigenza,
inginocchiandosi perché così si sente, non perché così si sente
di fare in giro…
“nel giro d’Italia, anche perdendo,
tanto per esser filmati dalla televisione!”
Voltare pagina vuol dire: scrivere.
Voltare nella musica delle parole
è
ballare, danzare, ondeggiare nei versi.
Scriverli è una gioia estrema! Volerli leggere, a volte, è pena!
Nessuno che ascolta veramente, dedicando il giusto tempo
ad un
qualcosa di stupendo! Intanto: anche in questa delusione
periodica, lavar via con ostinazione e continuare!...
Vivere e lasciar vivere. Vivere e aiutare a vivere
anche
se il vivere intorno non ti aiuta a
vivere!
Ma tu
volta pagina
e
parti daccapo ogni volta,
finché ti è concesso…
ed
ancora…
ancora,
ancora…