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    Carlo Martinelli "Storie di palloni e biciclette" Edizioni Curcu & Genovese
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    Personaggi noti e sconosciuti o semplicemente dimenticati del calcio e del ciclismo (ma fanno capolino anche pallavolo e pallacanestro) si incrociano nelle pagine di Martinelli con scrittori e poeti, regalandoci un momento di lettura piacevole e raffinata, con la semplicità del tifoso e l’intelligenza di chi sa scavare sotto la superficie. 
    Eusebio, Maradona, Romario, Garrincha, Sindelar, i bambini poveri diventati grandi campioni: “e d’altronde c’è sempre un quartiere popolare, generalmente povero, nei destini di chi avrebbe poi fatto più grande il gioco del calcio”. Sono i campioni amati e ritratti con affetto e delicatezza. 
    Autobiografia, figurine, le formazioni delle nazionali imparate e memoria, la Corea di Pak Doo Ik che il 19 luglio 1966 batté l’Italia di Edmondo Fabbri, la nostalgia di un calcio che non c’è più, che forse non c’è mai stato ma che è bello raccontare come se fosse esistito, e poi le biciclette con Claudio Michelotto e Tommy Simpson, personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno segnato lo sport non soltanto con i loro gesti atletici ma per lo stile di vita, come Gigi Meroni o Ezio Vendrame: sono i ricordi, le emozioni, i sogni che l’autore vive e rivive, accompagnandoci in un mondo dove è bello perdersi, tra un pallone, una bicicletta, Pablo Neruda e il dottor Guy Debord. 
    Una delle pagine più delicate e divertenti è dedicata all’avvocato Prisco: “Avvocato, ora se lo lasci dire in un orecchio e non ne abbia a male. E, soprattutto, ci creda. Sì, se lo lasci dire dagli juventini: a noi è toccato in sorte l’Avvocato sbagliato”, perché Prisco era un “Avvocato vero (di quelli del foro, di quelli che stanno nelle aule di giustizia e mica pensano a dirigere fabbrichette di automobili”, un Avvocato che mancherà a tutti e non soltanto ai suoi adorati e adoranti interisti. 
    La scelta intelligente di personaggi e situazioni, lo stile piacevole, raffinato, giustamente dosato tra il divertente e il commovente, rendono il lavoro di Martinelli, giornalista di “Trentino”, “Corriere delle Alpi” e “Alto Adige”, un compagno ideale per le prossime vacanze. 
      
    gabriella bona 
   
 
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