Federica Morrone "Regaliamoci
la pace" Edizioni Nuovi Mondi
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
“Il sole tramontando guarda questa
terra e dice: ‘Che cosa farete ora che io devo andare via?’ Lontano nella
terra una lucina ad olio, piccola piccola, risponde: ‘Oh maestro faremo
quello che possiamo!’” Tiziano Terzani cita Tagore, nella lunga intervista
rilasciata a Federica Morrone per il libro “Regaliamoci la pace” pubblicato
da Edizioni Nuovi Mondi, per spiegare quanto sia importante il contributo
di tutti, per quanto possa essere piccolo, per difendere la pace, per ostacolare
i disegni di guerra.
Terzani, giornalista, ha passato
molti anni in Asia come corrispondente per “Der Spiegel”, “la Repubblica”
e il “Corriere della Sera”. Dopo alcuni anni trascorsi in India, sull’Himalaya
in un rifugio a tremila metri, è sceso dalle montagne per parlare
di pace in modo deciso, chiaro, originale.
“Se continuiamo a guardare in un
conflitto chi ha ragione e chi ha torto non se ne esce mai fuori […] Mettiamoci
d’accordo. Troviamo non ciò che divide, ma ciò che unisce
[…] Vivo in un mondo così diverso da noi, incontro donne col burqa,
gli uomini con le barbe, eppure quando si arriva al dunque siamo tutti
uguali.”
La pace, dice ancora Terzani, non
ha bisogno di grandi discorsi o di gesti eclatanti: “L’appello di Emergency
[…] diceva solo cose semplici: non ammazziamo, non vogliamo altri massacri”.
Come giornalista conosce molto bene
il mondo dell’informazione e le enormi responsabilità che ha nella
costruzione dell’opinione pubblica e nei progetti di guerra, nella divulgazione
delle notizie che cercano una giustificazione ai conflitti e che sono soltanto
menzogne e prese in giro: “Ci dicano la verità: vogliamo fare la
guerra perché voi volete andare in automobile. Chi accetta che il
prezzo sia ammazzare i bambini, è libero di farlo, la pagherà
dopo, magari in un’altra vita sarà lui il bambino che muore perché
qualcuno non vuole rinunciare ai suoi privilegi”.
Il libro contiene anche contributi
che vengono definiti “regali per la pace”. Sono di padre Benjamin, Giulietto
Chiesa, don Ciotti, Sergio Cofferati, Dario Fo, Jacopo Fo, Franca Rame,
don Gallo, Margherita Hack, Jovanotti, Flavio Lolli, Dacia Maraini, Alda
Merini, Gianni Minà, Gino Strada, Vauro e padre Zanoletti, persone
così diverse fra loro e che Federica Morrone ha saputo raccogliere
in un progetto di collegamento di idee e di ideali per un unico obiettivo,
per l’unico obiettivo che oggi possiamo avere: difendere una possibilità
di futuro.
Nel disegno di Vauro - un bambino
che ha perso una gamba in chissà quale guerra, che si appoggia a
una stampella e regala briciole alle colombe della pace – riassume in pochi
tratti tutto l’orrore della guerra, dei bambini mutilati e un sorriso di
speranza.
L’incontro, la capacità di
lavorare insieme, di dare il proprio contributo, “la volontà di
trovare un comune denominatore su un tema tanto essenziale” sono stati
gli ingredienti per costruire questo libro che l’autrice definisce “un
no alla guerra deciso e gioioso”.
Un piccolo gesto, un libro, una
bandiera, tante piccole lucine per costruire la pace: ognuno ha dentro
la sua ed è il momento giusto per farla risplendere.
gabriella bona
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